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Bruxelles – L’introduzione dei controlli alle frontiere interne dello Schengen deve essere temporanea, ha sottolineato oggi a Bruxelles in una riunione con i suoi colleghi ministeriali dell’UE il ministro degli interni ceco Vít Rakušan. Secondo lui, un miglior funzionamento dello spazio Schengen sarà garantito se le frontiere esterne dell’UE saranno meglio protette e se funzionerà la politica di rimpatrio. Ad esempio, la Germania ha introdotto controlli alle frontiere interne, anche su quella con la Repubblica Ceca. Rakušan ha inoltre apprezzato la piena adesione della Bulgaria e della Romania a Schengen dal 1º gennaio, approvata oggi. Secondo lui, i rumeni e i bulgari hanno già adempiuto a tutti gli obblighi da tempo.

“La gioia di bulgari e rumeni è stata veramente grande oggi. Vorrei però sottolineare un’altra cosa, non si tratta solo del completamento di uno sforzo di quarant’anni, in cui finalmente siamo riusciti a completare Schengen come dovrebbe essere veramente, ma credo davvero che questa decisione in Romania possa influenzare anche la fiducia o la sfiducia che i cittadini rumeni avranno nei confronti del progetto di integrazione europea in generale,” ha detto Rakušan. Come ha menzionato, due mesi fa aveva tenuto “un discorso piuttosto duro” alla riunione dei ministri, in cui esortava tutti gli Stati che bloccavano la piena adesione della Bulgaria e della Romania a Schengen a “dimenticare i loro interessi particolari riguardanti la politica interna e a guardare il progetto europeo come qualcosa che deve portare notizie e messaggi positivi alle persone nei singoli paesi”. “I rumeni e i bulgari hanno soddisfatto tutto, l’hanno fatto da tempo e il giorno di oggi, oltre a un grande riconoscimento, significa che il progetto europeo ha ancora senso,” ha aggiunto il ministro.

Schengen è l’area di libero viaggio più grande del mondo. Le frontiere tra Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo furono abolite per la prima volta nel 1985. Attualmente fanno parte dello spazio Schengen 29 paesi – 25 stati membri dell’UE e inoltre Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein – e più di 450 milioni di persone. Secondo le regole di Schengen, i guardie di frontiera non dovrebbero controllare affatto i viaggiatori alle frontiere interne. Oltre alla Germania, però, anche altri stati membri attualmente sorvegliano alcune delle loro frontiere, motivandolo ad esempio con il tentativo di ridurre l’immigrazione illegale o la minaccia del terrorismo islamico. (12 dicembre)