Bruxelles – Le proposte della Commissione Europea sulle possibilità di pesca nel Mediterraneo per il 2026 comportano per i pescatori “alcuni dei tagli più severi mai imposti” e “mettono a rischio migliaia di posti di lavoro”, hanno avvertito questo martedì la confederazione europea Europêche, i sindacati di ETF e il Comitato delle Organizzazioni Professionali Agricole e delle Cooperative comunitarie (Copa-Cogeca).
In un comunicato congiunto, gli interlocutori sociali europei del settore della pesca esprimono la loro “profonda preoccupazione e ferma opposizione” alla proposta di Bruxelles, che “rischia di smantellare un intero settore già al limite” e minaccia anche “i mezzi di sussistenza delle famiglie e il tessuto socioeconomico delle comunità costiere di tutta la regione”.
La proposta, che secondo gli interlocutori sociali non è conforme agli ultimi pareri scientifici, prevede in particolare fino al 65% in meno di giorni di pesca per i pescherecci a strascico in Francia e Spagna e il 64% in Italia, nonché un limite di 9,6 giorni per imbarcazione all’anno, se non vengono applicate misure compensative.
Inoltre, richiede “nuove e severe restrizioni per i palangrari di merluzzo”, oltre a limiti alle catture di gambero di altura e ulteriori calendari di pesca restrittivi in zone chiave.
I tagli, lamentano, “avvengono nonostante i considerevoli sacrifici compiuti dai pescatori per ripristinare gli stock” e nonostante gli sforzi siano stati riconosciuti in rapporti ufficiali, con “miglioramenti significativi e un aumento degli stock ittici in diverse popolazioni”.
“Invece di consolidare questi progressi attraverso misure equilibrate, prevedibili e socialmente eque, la Commissione propone un pacchetto che il settore considera, in generale, economicamente insostenibile”, affermano.
Inoltre, assicurano che anche con il piano di compensazione proposto dalla Commissione per recuperare giorni di pesca mediante ulteriori misure di conservazione, l’impatto in regioni come la Catalogna, il Mediterraneo occidentale e lo Stretto di Sicilia “sarebbe grave e sproporzionato”.
Il settore ha esortato la Commissione e i ministri della Pesca, che negozieranno l’11 e il 12 dicembre le possibilità di pesca nell’Atlantico e nel Mediterraneo, ad adottare un approccio “equilibrato, realistico e socialmente sostenibile”. (9 dicembre)
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