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Bruxelles (ANSA) – Bruxelles ha vissuto ore di terrore dopo che, Abdesalem Lassoued, 45enne di origina tunisina, ha ucciso a colpi di kalashnikov due cittadini svedesi inneggiando Allah. Le vittime erano tifosi della Svezia che affrontava il Belgio nelle qualificazioni degli europei 2024, partita interrotta dopo l’intervallo e poi annullata per motivi di sicurezza. Dopo una lunga caccia all’uomo, Abdesalem è stato fermato a Schaerbeek, in un bar. Lì, in uno scontro a fuoco con la polizia, l’attentatore ha avuto la peggio ed è deceduto poco dopo in ospedale.

In un video sul profilo Facebook di Slayem Slouma affermava di aver ‘vendicato i musulmani’. ‘Sono un Mujahid dello Stato Islamico, che vi piaccia o no. Viviamo per la nostra religione e moriamo per questa stessa religione’, dice l’uomo in arabo. L’allarme non è ancora rientrato: per la ministra dell’Interno Annelies Verlinden non è escluso che ci siano dei complici dell’attentatore ancora a piede libero mentre la polizia non esclude la possibilità di un’azione di una cellula terroristica.

I fatti di Bruxelles, dopo l’uccisione dell’insegnante di Arras venerdì scorso, riportano l’allarme terrorismo nel cuore dell’Europa. L’allerta è stata alzata in tutto il Belgio a livello 3, nella regione di Bruxelles Capitale al 4, ovvero il massimo. Le scuole europee sono state chiuse per l’intera giornata, le istituzioni comunitarie hanno ridotto orari di apertura e presenze dei funzionari. A Strasburgo le misure di sicurezza sono state elevate anche alla Plenaria dell’Eurocamera, che si sta svolgendo comunque regolarmente.

“In questo momento non ci sono minacce dirette per l’Italia ma la prevenzione è massima”; ha sottolineato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Nel frattempo unanime è stata la condanna per l’attacco di Bruxelles: da Charles Michel a Ursula von der Leyen, da Giorgia Meloni a Emmanuel Macron, la preoccupazione per il ritorno del terrorismo, nel solco della guerra in Medio Oriente, è palpabile. “La nostra Europa è a soqquadro”, ha detto il presidente francese (17 ottobre).

Svolta in Polonia, maggioranza all’opposizione europeista

Poland’s main opposition leader, former premier and head of the centrist Civic Coalition bloc, Donald Tusk addresses supporters at the party’s headquarters in Warsaw, Poland on October 15, 2023, after the presentation of the first exit poll results of the country’s parliamentary elections. (Photo by JANEK SKARZYNSKI / AFP)

Berlino (ANSA) – Svolta in Polonia che a sorpresa, almeno secondo l’unico exit poll diffuso in serata, dovrebbe abbandonare la deriva sovranista e anti-Ue che l’ha caratterizzata per otto anni e ritornare ad un rapporto più conciliante con l’Ue. Nelle elezioni legislative svoltesi oggi che hanno segnato un’affluenza record, il partito conservatore e nazionalista Diritto e Giustizia (PiS) guidato da Jaroslaw Kaczynski è arrivato primo come previsto, con il 36,8% distanziando l’alleanza elettorale centrista ed europeista ‘Coalizione Civica’ (Ko) dell’ex presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, cui andrebbe 31,6%.

Tusk potrà contare su una maggioranza di 248 deputati al Sejm, la Camera bassa, considerando le alleanze con due partiti minori, la neonata alleanza di centro-destra ‘Terza Via e l’alleanza social-democratica, filo-Ue e progressista ‘La Sinistra’, che si sono già dichiarati disposte a governare con lui. “Questo periodo cupo è finito, il regno populista di Diritto e Giustizia è finito”, ha esultato Tursk in serata davanti ai suoi sostenitori. “La Polonia ha vinto, la democrazia ha vinto”, ha scandito evidentemente già sicuro del risultato.

Anche se il presidente polacco Andrzej Duda dovrebbe affidare l’incarico esplorativo al partito vincitore delle elezioni, il PiS potrebbe solo cercare di convincere i peraltro ufficialmente riluttanti estremisti di destra di ‘Confederazione’: il partito razzista, omofobo e intenzionato a tagliare gli aiuti militari all’Ucraina avrebbe però raccolto solo il 6,2% dei voti e quindi 12 deputati che porterebbero la coalizione di destra a controllare solo 212 parlamentari su 460 (15 ottobre).

Stop Ue al far west commerciale degli influencer, Sotto esame i post che possono ingannare i consumatori

Bruxelles (ANSA) – Stop al far west nel campo degli influencer, soprattutto quando sono portatori di interessi economici non sempre trasparenti. I loro post saranno passati al vaglio dagli esperti della Commissione europea e delle competenti autorità nazionali per identificare quelli che seguono pratiche scorrette a danno dei consumatori.

L’operazione, che sarà lanciata nel giro di qualche settimana, è stata decisa da Bruxelles anche alla luce della dimensione assunta da un fenomeno in costante crescita e che, secondo le stime, quest’anno arriverà ad avere un valore di quasi 20 miliardi di euro. Il commissario Ue alla giustizia Didier Reynders, nel presentare l’iniziativa, ha voluto sottolineare che questo mercato interessa anche fasce della popolazione che meritano una tutela particolare.

“Il ruolo degli influencer – ha osservato Reynders – è in espansione e molti consumatori, spesso giovani o addirittura bambini, credono nelle raccomandazioni” lanciate attraverso la rete da queste persone. Che però, quando hanno una finalità commerciali, devono rispettare determinati obblighi legali. Quindi, sottolinea il commissario, “anche gli influencer devono attenersi a pratiche commerciali corrette e i loro follower hanno il diritto a informazioni trasparenti e affidabili” (17 ottobre).

Ue, Israele ha il diritto di difendersi in linea con il diritto umanitario

-FOTODELDÍA- Gaza (—), 13/10/2023.- Mujeres y niños de la ciudad de Gaza comienzan a evacuar tras el aviso de Israel de una invasión terrestre en el norte de Gaza. EFE/MOHAMMED SABER

Bruxelles (ANSA) – “L’Unione europea condanna con la massima fermezza Hamas e i suoi attacchi terroristici brutali e indiscriminati in tutto Israele e deplora profondamente la perdita di vite umane. Non esiste alcuna giustificazione per il terrorismo. Sottolineiamo con forza il diritto di Israele a difendersi in linea con il diritto umanitario e internazionale di fronte a tali attacchi violenti e indiscriminati”. Lo scrivono in una dichiarazione congiunta i ventisette Paesi dell’Unione europea. “Ribadiamo l’importanza di garantire la protezione di tutti i civili in ogni momento in linea con il diritto internazionale umanitario”, aggiungono.

I Paesi dell’Ue sono “pronti a continuare a sostenere i civili più bisognosi a Gaza in coordinamento con i partner, garantendo che questa assistenza non venga sfruttata da organizzazioni terroristiche”. E’ quanto si legge nella dichiarazione congiunta adottata oggi dai Ventisette e diffusa dal Consiglio europeo. I Paesi ribadiscono “l’importanza della fornitura di aiuti umanitari urgenti”.

“È fondamentale prevenire l’escalation regionale”. Lo scrivono in una dichiarazione congiunta i ventisette Paesi dell’Ue, indicando il loro impegno “a favore di una pace duratura e sostenibile basata sulla soluzione dei due Stati attraverso sforzi rinnovati nel processo di pace in Medio Oriente”. I Ventisette sottolineano inoltre “la necessità di impegnarsi ampiamente con le legittime autorità palestinesi e con i partner regionali e internazionali che potrebbero avere un ruolo positivo nel prevenire un’ulteriore escalation” (15 ottobre).

Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.