Vienna – Il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg (ÖVP) lancia un appello riguardo all’agitazione per la presidenza ungherese del Consiglio dell’UE di “non esagerare”. Riguardo a certi “viaggi egoistici” che Viktor Orbán ha fatto in Russia, Cina e USA, non si deve tacere, ma un “boicottaggio” della presidenza dell’UE sarebbe esagerato. Dopo il cambio di governo nel Regno Unito, il ministro degli Esteri spera in un’intensificazione delle relazioni a livello bilaterale e dell’UE.
L’Ungheria detiene attualmente per sei mesi la presidenza rotatoria del Consiglio degli Stati UE. Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha attirato forti critiche da parte di altri Stati UE con visite non coordinate ai presidenti russo Vladimir Putin, cinese Xi Jinping, e al candidato presidenziale repubblicano USA Donald Trump. In risposta al comportamento di Orbán, il capo della diplomazia UE Josep Borrell ha annunciato che una riunione informale dei ministri degli Esteri dell’UE prevista per fine agosto si terrà a Bruxelles anziché a Budapest.
Schallenberg ha preso atto della cosa, ma ha anche dichiarato nell’intervista all’APA: “So che la maggior parte dei miei colleghe e colleghi all’interno dell’Unione Europea era contraria.” Condivide il parere del cancelliere austriaco Karl Nehammer (anch’egli ÖVP), secondo cui bisogna cercare un dialogo critico con Orbán, ma non bisogna esagerare con l’agitazione. “Se ci abbandoniamo alla spirale dell’agitazione, alla fine questo giova soprattutto a Orbán stesso.” Così si crea l’impressione che Orbán abbia più influenza di quanto ne abbia realmente come primo ministro di un paese di media grandezza. Infine, non ha compiuto questi viaggi in nome dell’Unione Europea.
Inoltre, riguardo alla performance ungherese, bisogna distinguere tra “ciò che viene fatto per la galleria domestica e come si comportano a Bruxelles.” L’Ungheria partecipa a molte decisioni nell’UE. Inoltre, alla fine anche Orbán rispetterà le regole, perché con una “presidenza del Consiglio dell’UE completamente fallita alla fine si troverà con le mani vuote.”
In che misura il cambio di potere nel Regno Unito dai conservatori Tories al partito laburista di Keir Starmer sia una conseguenza delle esperienze del Brexit, cioè dell’uscita del Regno Unito dall’UE, Schallenberg non ha voluto giudicare. “È difficile rispondere, perché in fondo gli inglesi sono continuamente sviati su cosa significhi realmente il Brexit. Abbiamo avuto una pandemia, abbiamo la guerra di aggressione russa. Ciò significa che ci sono molti fattori che possono essere considerati cause dei problemi. E quindi occultiamo il fatto che forse in molti casi il Brexit è la vera causa.
Spera però che la collaborazione con il nuovo governo del premier Keir Starmer possa essere ulteriormente intensificata. C’è abbastanza da fare. “Il Regno Unito è uscito dall’intero sistema giuridico del mercato unico e ci sono ancora molte enormi lacune che non abbiamo affatto colmato.” Il governo austriaco è però pronto a risolvere bilateralmente la questione il più rapidamente possibile. “Il Regno Unito resta un partner essenziale in Europa, resta uno Stato europeo. Non siamo mai stati favorevoli al Brexit, ma ora dobbiamo semplicemente cercare di rendere il rapporto bilaterale il più sensato ed efficiente possibile.”
Si deve mirare anche a una collaborazione nel settore della politica estera e di sicurezza. “Perché non possiamo trovare una soluzione che permetta agli inglesi di partecipare a missioni UE, se lo desiderano, contribuendo con una quota di costi appropriata e legandoli a noi il più strettamente possibile?” Si può fare molto di più di quanto fatto finora. Avere voglia di vendetta per il Brexit “non giova a nessuno”, ha avvertito Schallenberg. “Abbiamo intrecci economici strettissimi. Londra è oggi uno dei più grandi centri finanziari. Abbiamo 30.000 austriaci che vivono lì. Quindi penso che abbiamo semplicemente un interesse naturale a rendere queste relazioni pragmatiche ed efficienti.” (07.08.2024)