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Madri – La Spagna si è impegnata con l’Unione Europea in un piano di aggiustamento fiscale strutturale a medio termine, che prevede di fissare la crescita della spesa primaria netta media al 3% in un orizzonte di sette anni, in conformità con le nuove regole fiscali dell’UE.

“Questa spesa è quella di cui abbiamo un riferimento avanti e quella che dovremo, in modo trasparente, rispettare anno dopo anno per essere in linea con le regole fiscali”, ha spiegato il ministro dell’Economia, Commercio e Impresa del Governo della Spagna, Carlos Cuerpo, in conferenza stampa successiva al Consiglio dei Ministri.

Anche se, per default, i piani di aggiustamento sono elaborati su quattro anni, gli Stati membri dell’UE possono richiedere un’estensione del periodo di aggiustamento fiscale da quattro anni a un massimo di sette anni, se attuano certe riforme e investimenti che migliorano la resilienza e il potenziale di crescita e supportano la sostenibilità fiscale e affrontano le priorità comuni.

Il Governo spagnolo ha scelto di estendere l’orizzonte di aggiustamento a sette anni, con un piano a medio termine accompagnato da un programma di riforme e investimenti, che include misure fiscali, di transizione ecologica, di trasformazione digitale e di capitale fisico e umano.

Il ministro spagnolo ha specificato, tuttavia, che non deve essere confuso il periodo di aggiustamento, che sono sette anni durante i quali bisogna fare questo sforzo per quanto riguarda la spesa, con il termine del piano, che si riferisce solo ai primi quattro anni.

Durante il periodo stretto del piano –dal 2025 al 2028–, il Governo prevede una crescita media del 3,4%, mentre la media per il periodo 2025-2031 è del 3%. In particolare, il Governo stima che la crescita della spesa primaria sarà al 3,7% nel 2025; al 3,5% nel 2026; al 3,2% nel 2027; al 3% nel 2028 e 2029; al 2,5% nel 2030 e al 2,4% nel 2031.

“A titolo di comparazione, se andiamo al periodo 2014-2018, l’evoluzione comparativa di questa stessa spesa, di questa stessa variabile, in media è stata del 2,5%, rispetto a questo 3,4%”, ha spiegato il responsabile economico spagnolo, dopo aver sottolineato che questo significa che la Spagna può spendere 6.000 milioni di euro in più all’anno rispetto al periodo in cui governava il PP.

Cuerpo ha insistito sul fatto che non ci saranno tagli, dato che questa capacità di spesa che avrà la Spagna sarà accompagnata da una forte crescita economica e, pertanto, delle entrate pubbliche.

In ogni caso, il ministro ha assicurato che la Spagna ha margine rispetto alla media europea di pressione fiscale, il che dà “margine per poter realizzare misure o riforme in materia di entrate senza per questo danneggiare la crescita”.

In questo senso, il ministro ha indicato che si sta discutendo con la Commissione Europea le misure legate alla riforma fiscale impegnata nel quinto pagamento dei fondi ‘Next Generation EU’, che vanno dalla permanenza dei tributi alle elettriche e al sistema finanziario, e altre che non ha specificato.

La traiettoria deve garantire che, alla fine del periodo di aggiustamento, il debito pubblico si trovi su una traiettoria discendente plausibile, o si mantenga a livelli prudenti al di sotto del 60% del PIL a medio termine, e che i deficit non superino la soglia del 3% del PIL e mantengano anche questo comportamento a medio termine.

Secondo il Governo spagnolo, il rispetto della regola di spesa proposta nel suo piano di aggiustamento garantisce la continuità della strategia di responsabilità fiscale. Le prospettive del Governo collocano il deficit pubblico su una traiettoria discendente, passando dal 3% del PIL nel 2024, al 2,5% nel 2025 e al 2,1% nel 2026. Secondo le proiezioni più a lungo termine, il deficit si collocherà allo 0,8% del PIL nel 2031.

Per quanto riguarda il debito, il Governo prevede che il rapporto con il PIL scenda dal 102,5% nel 2024, al 98,4% nel 2027, al 90,6% nel 2031 e al 76,8% nel 2041. Anche se si raccoglie un trend discendente nel corso dei prossimi anni, non si specifica nelle proiezioni dell’Esecutivo quando riuscirà la Spagna a ridurre il suo debito al di sotto dei livelli “prudenti” del 60% proposti da Bruxelles.

Come passo preliminare a questa presentazione del piano di aggiustamento, la Spagna ha mantenuto negli ultimi mesi un dialogo tecnico con la Commissione Europea sul percorso di spesa netta pluriennale. Come punto di partenza, Bruxelles ha già comunicato una traiettoria di riferimento per quei paesi con un debito pubblico superiore al 60% del PIL, come la Spagna, o un deficit pubblico che supera il 3% del PIL.

Una volta ricevute le bozze dei piani di aggiustamento fiscale, l’Esecutivo comunitario le esaminerà e pubblicherà la sua valutazione entro sei settimane dalla ricezione e con il 30 novembre come data limite.

Parallelamente al piano fiscale, che viene presentato ogni quattro anni, il Governo spagnolo dovrà inviare il suo piano di bilancio annuale, ma il progetto è in ritardo.

In ogni caso, la Commissione Europea ha avvertito la Spagna che esistono “limiti” alla flessibilità nei termini che i governi hanno per presentare il loro progetto di bilancio per il 2025, che deve completare i piani fiscali strutturali a medio termine per rispettare le nuove regole fiscali riattivate dopo quattro anni di pandemia. (15 ottobre)

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