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Madrid/Bruxelles –  Il presidente del Governo spagnolo, Pedro Sánchez, ha annunciato questo martedì che la Spagna ha già chiesto formalmente a Bruxelles aiuto dal Fondo Europeo di Solidarietà per affrontare i danni provocati dalla DANA nel suo passaggio attraverso l’est e il sud del paese, sebbene non abbia dettagliato per quale importo.

“Abbiamo già formalmente richiesto alla Commissione Europea l’aiuto del Fondo Europeo di Solidarietà”, ha indicato Sánchez in conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri dell’Esecutivo spagnolo, nel quale è stato approvato un intero pacchetto di misure per aiutare le zone devastate per un ammontare totale di 10.600 milioni di euro.

“Come sa l’Europa, la Spagna è sempre stata un paese costruttivo che ha aiutato l’Unione Europea quando necessario. E ora, logicamente, è il momento che l’Unione Europea ci aiuti”, ha difeso il capo dell’Esecutivo spagnolo.

Il Fondo Europeo di Solidarietà (FES) dispone di uno stanziamento fino a 1.144 milioni di euro all’anno a cui si può ricorrere in casi di catastrofi naturali come quella provocata dalla DANA a Valencia, ma il cui esborso non è immediato, ma può richiedere alcuni mesi.

Per accedervi, le autorità nazionali dello Stato membro colpito devono presentare la domanda entro 12 settimane dalla data del primo danno causato dalla catastrofe, un primo passo che il Governo spagnolo avrebbe già compiuto.

Dopo di ciò, spetta alla Commissione Europea valutare la domanda e, una volta accettata, proporre un importo di aiuto al Parlamento Europeo e al Consiglio, che devono approvarlo. L’importo degli aiuti è determinato in base ai danni diretti totali causati rispetto al PIL del paese o della regione colpita e, una volta adottato, questo deve essere utilizzato entro 18 mesi dalla data in cui la Commissione versa l’importo totale.

Una volta erogato l’aiuto, lo Stato colpito è responsabile della sua esecuzione, inclusa la selezione delle operazioni e la loro audit e controllo, sebbene le misure di emergenza possano essere finanziate retroattivamente dal primo giorno della catastrofe.

Peraltro, Sánchez ha annunciato che il Governo ha chiesto al Consiglio Europeo e al Parlamento Europeo “l’approvazione, con urgenza, di un nuovo regolamento denominato Restore” che permetterebbe di “riprograre i fondi di coesione FESR e FSE+, per dedicare parte di queste risorse a mitigare i danni causati da calamità naturali”.

 Il presidente spagnolo si è riferito al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), che per il periodo 2021-2027 ha assegnato un importo totale di 226.000 milioni di euro, e al Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), il principale strumento destinato a investire nelle persone e supportare l’applicazione del pilastro europeo dei diritti sociali e dotato di un bilancio di 142.700 milioni di euro.

Da parte sua, la Commissione Europea ha offerto alla Spagna più margine fiscale per affrontare la situazione di emergenza e ha ricordato al Governo spagnolo che esiste la possibilità di riassegnare stanziamenti dei fondi di Coesione nonché del piano di recupero e resilienza.

 “Per quanto riguarda le inondazioni in Spagna, la Commissione continuerà a fornire tutto il supporto necessario a questo paese in questa difficile situazione e, ovviamente, ciò influisce anche sulle norme fiscali”, ha sottolineato il vicepresidente economico dell’Esecutivo comunitario, Valdis Dombrovskis.

Il politico lettone ha ricordato questo martedì in conferenza stampa che “esistono disposizioni specifiche per affrontare situazioni di emergenza”, come quelle relative a calamità naturali o eventi gravi fuori dal controllo del Governo e che esiste anche la possibilità di riassegnare fondi europei.

“I servizi della Commissione sono già in contatto con le autorità spagnole per studiare le possibilità e le necessità”, ha spiegato Dombrovskis, il quale ha sottolineato che anche gli strumenti fiscali possono “aiutare la Spagna a far fronte a questa difficile situazione”. (5 novembre)

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