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Bruxelles – I principali gruppi politici nell’Europarlamento hanno concordato di posticipare i verdetti sui sei candidati per occupare le vicepresidenze del prossimo Esecutivo comunitario della tedesca Ursula von der Leyen, inclusa l’attuale terza vicepresidente del Governo di Spagna, Teresa Ribera, con l’obiettivo di forzare una decisione di blocco in modo che nessuno dei designati sia approvato fino a quando non lo sarà il resto.

L’accordo è stato raggiunto la scorsa notte tra il Partito Popolare Europeo (PPE), Socialisti e Democratici (S&D) e liberali (Renew Europe), come confermato da diverse fonti parlamentari a Europa Press, sebbene le famiglie politiche differiscano rispetto al termine che si danno per concordare le valutazioni definitive.

Per il momento, una portavoce dell’Europarlamento ha confermato tramite comunicato che le valutazioni dei due candidati che sono stati ascoltati nel corso della mattinata di questo martedì, l’estrema destra italiano Raffaele Fitto e la liberale estone Kaja Kallas, sono state “posticipate”, senza precisare la data. Nel corso del pomeriggio passeranno il controllo gli altri aspiranti, inclusa Ribera a partire dalle 18.30 ore.

In questo modo, dai banchi socialisti e liberali indicano che l’obiettivo è che i coordinatori delle commissioni competenti nella valutazione di ogni vicepresidenza si pronuncino sull’idoneità del candidato sotto il loro scrutinio questa stessa notte, al termine della giornata di audizioni o, al più tardi, questo mercoledì.

Fonti popolari, tuttavia, considerano che la decisione potrebbe essere ritardata ancora, fino alla settimana prossima, una volta conclusa la sessione plenaria che l’Europarlamento terrà questo mercoledì e giovedì a Bruxelles.

Il Partito Popolare di Spagna, che si è mostrato molto critico con la gestione di Ribera durante le inondazioni nell’est e sud della Spagna dopo la DANA, mette in dubbio la capacità della socialista di assumere una vicepresidenza comunitaria e preme affinché la decisione sulla sua candidatura sia rinviata anche dopo la sua audizione al Congresso dei Deputati, prevista per il prossimo 20 novembre.

L’Europarlamento, le cui regole stabiliscono che le valutazioni dei candidati devono essere prese “senza ritardo” dopo aver superato gli esami, contava sul fatto che l’intero Collegio dei Commissari fosse sottoposto al voto della plenaria il 27 novembre.

La procedura stabilisce che dopo un’audizione di tre ore, i coordinatori delle commissioni competenti valutino il candidato, che sarà approvato immediatamente se riceve il consenso di due terzi dei coordinatori.

In caso contrario, avrà una seconda opportunità per superare i dubbi degli europarlamentari rispondendo a un questionario scritto o in una seconda audizione più breve e i coordinatori dovranno decidere di nuovo con una proporzione di due terzi che, se non si verifica, obbligherebbe a una decisione a maggioranza semplice di tutti i membri delle commissioni coinvolte.

Nonostante al momento l’Europarlamento non si sia ancora pronunciato se approvare o meno Teresa Ribera, poiché tale decisione non può arrivare fino a quando non si terrà la sua audizione questo stesso pomeriggio, dal PP spagnolo hanno assicurato di aver “bloccato” e “sconfitto” la sua nomina come vicepresidente e commissaria europea. “Oggi lo abbiamo fermato”, hanno riferito fonti della direzione nazionale del PP a Europa Press.

Il PP considera che nell’Unione Europea “cresce la preoccupazione” per la gestione che Teresa Ribera ha fatto della DANA e ha ricordato che “ha già tre denunce” nei tribunali per l’inattività del suo Dipartimento di fronte alla catastrofe, hanno aggiunto le stesse fonti.

Nel PP spagnolo si vantano di questo movimento a Bruxelles contro Ribera, che, secondo quanto detto, “non ha per ora neppure il supporto del Partito Popolare Europeo”. Inoltre, fonti del PP nazionale si sono chieste “fino a che punto abbia bisogno di importare Von der Leyen un dirigente in tale situazione”, che hanno accusato in questi giorni di essere “scomparsa” dopo le catastrofi. (12 novembre)