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Bruxelles – Il ministro dell’Agricoltura, Pesca e Alimentazione del Governo spagnolo, Luis Planas, ha difeso l’accordo commerciale con i paesi del Mercosur e la sua importanza nelle attuali circostanze geopolitiche, soprattutto dopo il risultato delle elezioni negli Stati Uniti, mentre ha criticato “certa mitologia” sul patto che, a suo giudizio, “non si adegua alla realtà”.

Così ha affermato al suo arrivo alla riunione dei ministri dell’Agricoltura e della Pesca dell’UE che si celebra questo lunedì a Bruxelles, interpellato sul rifiuto della Francia all’accordo che il blocco negozia con il Mercosur da oltre due decenni e che Bruxelles cerca di chiudere prima della fine dell’anno.

“Ogni Stato membro difende ciò che ritiene opportuno, ma io credo che ci sia una certa mitologia intorno al Mercosur che non mi sembra che si adatti né alla realtà dell’accordo né al momento che stiamo vivendo”, ha affermato Planas.

Il ministro spagnolo ha spiegato che nel caso della Spagna, “unicamente” si vendono al Mercosur “400 milioni in prodotti agroalimentari, mentre si importano 4.000”, il che, a suo giudizio, rappresenta “un bilancio molto squilibrato”.

A giudizio di Planas, l’UE deve chiedersi se, in questo contesto geopolitico e dopo le elezioni americane, le interessa chiudersi su se stessa o “ampliare la rete di accordi con paesi terzi per mantenere la sua influenza economica e commerciale”. “Io credo che la risposta sia molto chiara e la Spagna lo ha molto chiaro fin dall’inizio”, ha chiosato.

D’altra parte, ha avanzato che Spagna, Francia e Italia hanno concordato di richiedere nella riunione di Agricoltura e Pesca di questo lunedì una moratoria dei limiti alla pesca nel Mediterraneo nel 2025 per garantire la stabilità sia delle popolazioni di pesci che delle flotte interessate.

A tal fine, i tre paesi hanno tenuto un incontro trilaterale per stabilire una posizione comune sui totali ammissibili di catture (TAC) e quote per il Mediterraneo nel 2025, nonostante, al momento, la Commissione abbia reso pubblica solo la proposta di regolamento, senza cifre né misure concrete per il Mediterraneo occidentale.

“Stimiamo che l’applicazione del regolamento nel Mediterraneo occidentale abbia prodotto, in cinque anni di applicazione, una diminuzione molto seria nel numero di giorni di lavoro delle imbarcazioni e solo parzialmente si sia raggiunta la resa massima sostenibile”, ha spiegato Planas, che ha sostenuto di “cercare nuovi mezzi per raggiungere l’obiettivo ma senza che i porti di pesca scompaiano”.

“Dobbiamo cercare un equilibrio tra le scorte biologiche e l’impatto economico e sociale delle misure proposte”, ha difeso il ministro spagnolo, che vuole porre questo elemento al futuro commissario della Pesca, Costas Kadis, affinché lo tenga in considerazione nelle sue proposte di dicembre, quando i Ventisette dovranno concordare i TAC e le quote del prossimo anno.

In questo modo, i ministri intendono preservare la stabilità delle scorte, ma in modo che si ottenga la “sopravvivenza dei pesci e anche dei pescatori”, ha insistito il ministro spagnolo, che invita a esaminare gli effetti della riduzione dello sforzo, delle chiusure e delle misure di selettività. (18 novembre)

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