La Commissione Europea ha aumentato a 50 mila euro il limite massimo degli aiuti agricoli che gli Stati membri possono assegnare senza previa notifica a Bruxelles e ha aumentato il limite massimo nazionale al 2% della produzione.
Bruxelles propone anche il rafforzamento dei diritti dei produttori nella catena alimentare proponendo, in particolare, che i contratti scritti diventino “un obbligo generale” tra agricoltori e acquirenti e tengano conto delle oscillazioni dei costi.
Secondo un comunicato, è stato aumentato da 25 mila a 50 mila euro il limite massimo di ‘minimis’ per azienda nel corso di tre anni, “al fine di riflettere vari fattori, tra cui l’esperienza acquisita, nonché l’evoluzione del mercato e l’inflazione eccezionale specifica al settore negli ultimi anni, nonché l’inflazione prevista fino al termine del periodo di validità del regolamento”.
L’esecutivo comunitario ha inoltre aggiornato il limite massimo nazionale dall’1,5% al 2% della produzione agricola nazionale, calcolato sulla base della produzione dello Stato membro, estendendo fino al 2023 il periodo di riferimento, che era 2012-2017 e ha eliminato il limite massimo settoriale che impediva agli Stati membri di concedere aiuti ‘minimis’ superiori al 50% del limite massimo nazionale allo stesso settore di prodotto.
La Commissione vuole anche rafforzare le norme applicabili ai contratti tra agricoltori e acquirenti, rendendo, da un lato, i contratti scritti un obbligo generale e, dall’altro, migliorando il modo in cui i contratti a lungo termine tengono conto dell’evoluzione del mercato e delle oscillazioni dei costi e delle condizioni economiche, secondo un comunicato.
I meccanismi di mediazione tra fornitori e acquirenti devono diventare obbligatori, con la proposta che include anche il rafforzamento delle organizzazioni di produttori nella catena alimentare e un nuovo regolamento relativo all’applicazione transfrontaliera delle norme contro le pratiche commerciali sleali.