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Bruxelles – L’Austria e i Paesi Bassi chiedono alla Commissione Europea di rinnovare la direttiva di rimpatrio dell’UE, vecchia di quasi 20 anni, per facilitare il rimpatrio dei migranti. I due iniziatori e altri 15 paesi dell’area Schengen chiedono in un “non-paper” pubblicato dal governo dei Paesi Bassi che i “rimpatri debbano essere facilitati e accelerati attraverso un nuovo quadro giuridico basato su una nuova proposta.”

Secondo informazioni del Ministero dell’Interno austriaco, il documento ha già provocato discussioni tra i ministri dell’interno dell’UE prima del loro incontro di giovedì. “Un sistema d’asilo equo e credibile richiede deportazioni coerenti. Le persone che non possono rimanere devono adempiere al loro obbligo di lasciare il paese. Chi non coopera deve affrontare delle conseguenze”, ha detto il ministro dell’interno Gerhard Karner (ÖVP), presente giovedì a Lussemburgo, in una dichiarazione all’APA.

La direttiva di rimpatrio dell’UE, in vigore dal dicembre 2008, stabilisce “norme e procedure comuni negli Stati membri per il rimpatrio dei cittadini di paesi terzi in situazione irregolare”. Già nel 2018 la Commissione Europea ha presentato una proposta di revisione. Nel nuovo documento vengono ora fissati obiettivi per una nuova proposta: si chiede un “cambio di paradigma nel processo di rimpatrio con obblighi per i cittadini di paesi terzi”. Le persone senza status di protezione devono essere tenute pronte al rimpatrio e le procedure di ritorno devono essere semplificate.

Una nuova base giuridica deve “definirle chiaramente”. “Chi non ha diritto a rimanere deve essere tenuto a rendere conto. La non cooperazione deve avere conseguenze ed essere sanzionata.” Inoltre, il nuovo testo giuridico non deve offrire un ampio margine di interpretazione legale. “È necessario un nuovo quadro giuridico in forma moderna, che risponda alle reali sfide e sviluppi e rifletta le esigenze degli Stati membri, dei paesi Schengen e dell’UE”, si legge. La digitalizzazione e la semplificazione delle procedure devono essere accelerate.

Il nuovo patto dell’UE su asilo e migrazione già contiene numerosi inasprimenti delle norme esistenti. L’obiettivo è arginare l’immigrazione irregolare. Il pacchetto prevede procedure di frontiera unificate alle frontiere esterne dell’UE. È previsto in particolare un approccio molto più duro verso le persone provenienti da paesi considerati relativamente sicuri. L’attuale ministro delle finanze Magnus Brunner (ÖVP) sarà in qualità di commissario designato per la migrazione, responsabile della sua attuazione.

I Paesi Bassi vogliono addirittura uscire dalle regole di asilo dell’UE sotto il loro nuovo governo. Dopo la vittoria elettorale del partito populista di destra Partito per la Libertà (PVV), governerà con tre partiti borghesi, ma il capo del PVV, Geert Wilders, ha rinunciato a una carica governativa a causa delle riserve degli altri partiti, motivo per cui l’ex capo dei servizi segreti Dick Schoof, non appartenente a nessun partito, ha assunto la carica di primo ministro. La soluzione olandese è considerata anche un modello per una possibile coalizione FPÖ-ÖVP, poiché il cancelliere uscente Karl Nehammer (ÖVP) non intende governare con il vincitore delle elezioni Herbert Kickl (FPÖ). (09.10.2024)

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