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Madrid – Il Alto rappresentante dell’Unione Europea per la politica estera, Josep Borrell, ha affermato ieri che “non c’è alternativa alla NATO” per attuare la “difesa territoriale dell’Europa” e ha fatto un appello all'”unità” e all'”efficienza” per evitare una vittoria del presidente russo, Vladimir Putin, in Ucraina.

Borrell si è espresso in questi termini durante un discorso ai margini del vertice della NATO che si tiene in questi giorni a Washington, dove i leader dei paesi che compongono l’Alleanza hanno concordato di contribuire con un minimo di 40 miliardi di euro all’anno per l’Ucraina nel 2025.

Il dirigente europeo ha osservato che 75 anni fa “la linea del fronte tra la democrazia e i regimi autoritari si trovava a Berlino” mentre “ora si trova in Ucraina”. “È lì che si deciderà il futuro della sicurezza dell’Europa. (…) 75 anni fa, la nostra risposta è stata l’unità. Gli Stati Uniti e il mondo libero e democratico si sono impegnati per la difesa collettiva e si è creata la NATO”, ha affermato per sottolineare l’importanza di rafforzare l’Alleanza 75 anni dopo la sua fondazione.

Nel suo intervento, Borrell ha lamentato che molte volte non si vuole vedere l'”ovvio” e cioè che “Putin vuole che la Russia domini nuovamente il suo vicinato”, poiché “non ha mai messo da parte le sue ambizioni imperialiste per la Russia”.

Il rappresentante della politica estera europeo ha osservato che “75 anni fa, l’Unione Sovietica si ergeva come una minaccia per la libertà e la democrazia in Europa” e l’Europa ha risposto “con unità e forza” e ora, ha detto, “è il momento di seguire lo stesso percorso”.

Il dirigente europeo ha sottolineato l’importanza che i paesi europei aumentino il budget per la difesa e incrementino la produzione di equipaggiamento militare. In questo punto, ha chiamato a “unire le forze” per “combattere la sfida che rappresenta oggi la Russia, come lo era 75 anni fa”, poiché, a suo giudizio, solo con l’unità già dimostrata in passato si potrà prima “salvare gli europei e poi la democrazia e le libertà in tutto il mondo”.

Nello stesso contesto, nel quadro del vertice della NATO, il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, ha considerato “irreversibile” l’ingresso dell’Ucraina nella NATO, sebbene abbia riconosciuto che “forse” ancora non ci siano le condizioni.

In un intervento al Forum Pubblico della NATO, Sánchez ha evidenziato il sostegno all’Ucraina, poiché, secondo lui, “in gioco non è solo la difesa dell’integrità territoriale e della libertà”, ma anche “il rispetto per un mondo governato da principi e valori chiari” che sono anche la democrazia “e il diritto di esistere”.

In questo senso, ha fatto appello al Diritto Internazionale e Umanitario e a una posizione politica coerente con l’Ucraina e Gaza, in cui “non ci sia un doppio standard”.

Riguardo all’ingresso dell’Ucraina nella NATO, ha osservato che “forse ancora non ci sono le condizioni” ma ha ribadito il suo sostegno all’integrazione, sottolineando che quel processo “è irreversibile e succederà”. “Nel frattempo dobbiamo sostenere e rafforzare l’Ucraina. Tutti i membri dell’alleanza NATO lo stanno facendo”, ha difeso.

Per contro, il capo dell’Esecutivo spagnolo ha celebrato l’esistenza di una “roadmap dettagliata e ampliata” per il fianco sud poiché l’instabilità in queste aree è “una minaccia” per l’Alleanza.

Secondo lui, gli avversari dell’Alleanza “lavorano con attori non statali per amplificare gli effetti del terrorismo, dell’insicurezza marittima o le conseguenze del cambiamento climatico”.

“Il loro obiettivo è indebolire la sicurezza euro-atlantica, creando un circolo di instabilità intorno a noi e in questo processo danneggiano la sicurezza umana e degli Stati in questi paesi vicini”, ha indicato Sánchez, che ha accusato la Russia di sviluppare “legami” di instabilità nel Sahel. (10 luglio)