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Bruxelles – Ursula von der Leyen ha ricevuto giovedì a Strasburgo il via libera per un secondo mandato come presidente della Commissione Europea. Ha trovato supporto, tra gli altri, dai partiti fiamminghi Groen e N-VA, ma non dai francofoni di PS ed Ecolo. Ma questo non significa che la differenza tra sostenere e non sostenere sia una questione linguistica.

Von der Leyen poteva ovviamente contare su un ampio sostegno all’interno del suo stesso gruppo PPE, di cui fa parte la CD&V. Con il suo accento su prosperità, controllo delle frontiere e difesa di valori e libertà, secondo Wouter Beke ha “impostato le giuste priorità”. Anche dai due eletti di Vooruit, che siedono nel secondo più grande gruppo al Parlamento Europeo, Von der Leyen ha ricevuto il via libera.

I loro compagni di gruppo francofoni Elio Di Rupo e Estelle Ceulemans (PS) si sono astenuti. Vogliono determinare la loro posizione definitiva solo dopo la presentazione del progetto globale della Commissione dopo la pausa estiva, perché secondo loro Von der Leyen ha dato poche risposte, tra cui su questioni sociali e investimenti.

Nel gruppo liberale Renew, Hilde Vautmans (Open VLD) ha sentito un discorso “pieno di ambizione e leadership”. Tra i membri francofoni di Renew, sia Sophie Wilmès, Olivier Chastel e Benoit Cassart (MR) che Yvan Verougstraete (Engagés) hanno sostenuto la candidatura di Von der Leyen.

Tuttavia, Von der Leyen ha avuto bisogno anche dei voti dei verdi e del conservatore nazionalista ECR. Li ha trovati, tra gli altri, nei membri N-VA Johan Van Overtveldt, Assita Kanko e Kris Van Dijck, che hanno sostenuto la sua candidatura “condizionatamente”.

La politica migratoria proposta rende Sara Matthieu (Groen) “critica”, ma comunque ha dato alla presidente della Commissione “il beneficio del dubbio”. Saskia Bricmont (Ecolo) ha invece preso le distanze dalla maggioranza del suo gruppo e ha votato contro.

Il partito di estrema destra Vlaams Belang ha denunciato che la rielezione di Von der Leyen è in contrasto con il risultato delle elezioni europee e ha votato contro. Anche dall’altra parte dello spettro politico, il partito di estrema sinistra PVDA non ha concesso il perdono a Von der Leyen.

(18/07/2024)