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Madrid  –  L’immigrazione, la Legge di Amnistia promossa dal Governo per beneficiare i condannati e processati nel processo indipendentista della Catalogna e la moglie del presidente del Governo spagnolo sono stati i temi che hanno segnato la campagna elettorale delle elezioni al Parlamento Europeo in Spagna, come si riflette nello studio postelettorale realizzato dal Centro di Ricerche Sociologiche (CIS) di Spagna.

Queste sono state le tre risposte più ripetute dagli intervistati quando sono stati interrogati su quali sono stati i temi più dibattuti dai diversi partiti e candidati durante la campagna elettorale delle elezioni del 9 giugno, che hanno dato la vittoria al PP.

In particolare, dei 3.010 intervistati tra il 17 e il 21 giugno, il 13,1% ha considerato che il tema principale fosse l’immigrazione. Si tratta di una questione che ha dominato il dibattito europeo nell’ultimo anno, in cui l’UE ha dato il via libera alla riforma della politica di Migrazione e Asilo.

In secondo luogo, il 5,7% degli intervistati ha detto che la ‘Legge Organica di amnistia per la normalizzazione istituzionale, politica e sociale in Catalogna’ ha centrato il dibattito della campagna elettorale.

Infine, il 5% ha citato come tema di dibattito Begoña Gómez, moglie del presidente del Governo, Pedro Sánchez. Proprio durante la campagna è stata resa pubblica la citazione giudiziaria di Gómez per testimoniare nel Tribunale di Istruzione numero 41 per presunti reati di traffico di influenze e corruzione negli affari.

Al quarto e quinto posto sono stati menzionati i temi nazionali (4,8%) e l’ascesa dell’estrema destra (4,4%) e il 29,1% dei cittadini ha dichiarato di non sapere quali siano stati i temi più dibattuti. 

Inoltre, il 76,5% degli intervistati che menzionano uno dei temi più dibattuti in campagna ha ritenuto che siano questioni ‘molto’ o ‘abbastanza’ importanti. Infatti, sono i temi nazionali quelli che gli spagnoli tengono più in considerazione al momento di decidere il proprio voto in queste elezioni, con il 64,1%.

L’istituto di demoscopia presieduto dal sociologo socialista José Félix Tezanos approfitta anche di questa indagine postelettorale per conoscere se i cittadini hanno cambiato o meno il proprio voto per le elezioni.

In questa occasione, l’86% dei partecipanti ha dichiarato di non averlo cambiato. Inoltre, la metà degli intervistati (55,3%) ha affermato di aver deciso il proprio voto “molto prima” dell’inizio della campagna elettorale e la maggioranza di loro (94,3%) ha dichiarato che manterrebbe il proprio voto anche dopo aver conosciuto i risultati.

Il CIS voleva anche sapere quale fosse l’influenza dei sondaggi elettorali al momento di decidere il voto. Due intervistati su tre (66,5%) hanno dichiarato di essere a conoscenza dei risultati prognosticati dai sondaggi, ma la maggioranza (84,2%) ha affermato di aver tenuto conto di tali informazioni tra ‘poco’ o ‘niente’ al momento di scegliere la propria scheda elettorale.

Inoltre, nello studio si può osservare la tendenza al cambiamento che si sta verificando nei cittadini al momento di informarsi, poiché nonostante la televisione rimanga il principale mezzo informativo con il 61,2%, il secondo e il terzo posto sono occupati dai social network (37,4%) e dalla stampa digitale (37%).

Tra i social network più utilizzati troviamo Instagram con il 44,2%, X (ex Twitter) con il 39,1% delle risposte e Facebook con il 37,6%. (9 luglio)