Lubiana – La Slovenia, secondo il ministro per la coesione e lo sviluppo regionale Aleksandra Jevška, si oppone ai piani di centralizzazione dell’attuazione delle politiche di coesione europee secondo il modello del meccanismo per la ripresa e la resilienza in risposta alla pandemia di covid-19. Secondo le parole di Jevška, questa è anche la posizione di altri membri dell’UE del gruppo delle cosiddette amiche della coesione.
Come ha dichiarato mercoledì Jevšek al secondo convegno nazionale sulla coesione nel prossimo periodo finanziario pluriennale dell’UE 2028-2034, organizzato a Lubiana dalla facoltà di pubblica amministrazione, la Slovenia è impegnata a mantenere i principi centrali della coesione. “La Slovenia non accetterà che i fondi di coesione siano centralizzati secondo il modello del piano di ripresa e resilienza. La coesione è destinata alle regioni. Noi vogliamo regioni forti. Noi vogliamo rafforzare le regioni”, ha affermato chiaramente.
I tentativi di centralizzazione delle politiche di coesione europee in futuro, l’accorpamento di tutti i fondi e i programmi a livello statale sotto un unico documento rappresentano, secondo Jevška, un passo lontano dalle città e dalle regioni, che sono più vicine ai cittadini e riconoscono meglio le esigenze delle persone. “Questa non è solo la posizione della Slovenia, ma è la posizione di 15 membri dell’UE, amiche della coesione”, ha detto il ministro.
La Commissione europea dovrebbe presentare la proposta del futuro quadro finanziario pluriennale dell’UE per il periodo 2028-2034 nella seconda metà del 2025, ma ha già avviato consultazioni interne. Secondo uno dei documenti interni ottenuti dal portale di Bruxelles Politico, i fondi destinati all’agricoltura e alla coesione, secondo le nuove disposizioni, saranno ricevuti dai membri nell’ambito di un unico piano nazionale, sul modello dei piani di ripresa e resilienza, nei quali sono definiti riforme e altre misure che i membri devono adottare per ricevere fondi dal fondo di ripresa post-pandemia.
Il candidato per il commissario europeo per il bilancio Piotr Serafin, che ha ottenuto l’approvazione dalle commissioni per il bilancio e il controllo del bilancio del Parlamento europeo lo scorso venerdì in un’audizione, ha sottolineato nel suo intervento che tra i componenti del bilancio a lungo termine dell’UE per il periodo 2028-2034 ci saranno piani nazionali, nei quali gli investimenti saranno legati alle riforme, decise dagli stati membri e dalle regioni. Ha inoltre assicurato che la Commissione europea non intende semplicemente replicare il modello secondo cui opera il meccanismo di ripresa, sottolineando che manca proprio la dimensione regionale. (6 e 7 novembre)