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Vienna – Il ministro delle finanze austriaco Magnus Brunner (ÖVP) dovrebbe diventare il prossimo commissario UE del suo paese, come previsto recentemente. Dopo settimane di negoziati, la coalizione di conservatori e verdi a Vienna ha annunciato mercoledì l’accordo tramite invio. “Magnus Brunner conosce le sfide a livello europeo e garantirà che sia gli interessi austriaci che i valori europei siano rappresentati equamente nella commissione”, ha dichiarato il cancelliere federale Karl Nehammer (ÖVP).

“Mi sento molto onorato che il governo federale mi proponga per l’incarico di commissario”, ha fatto sapere Brunner in una dichiarazione scritta. Preso atto della decisione del comitato principale e di un’audizione di successo, è felice di lavorare nel team di Ursula von der Leyen per l’Europa. “L’obiettivo principale della nuova commissione deve essere quello di rafforzare la competitività dell’Europa e preservare i posti di lavoro e la prosperità”, ha affermato Brunner. “Ne beneficia in particolare un’economia orientata all’esportazione come l’Austria. Molte sfide ci attendono, affinché altre regioni del mondo non ci superino.”

La nomina è stata oggetto di una lunga disputa all’interno della coalizione. All’inizio di giugno, il vicecancelliere Werner Kogler (Verdi) aveva dichiarato di non sentirsi più vincolato da un precedente accordo collaterale al patto di coalizione, secondo il quale l’ÖVP aveva il diritto di proporre il prossimo commissario. Nehammer ha invece insistito sull’accordo.

Il 52enne Brunner del Vorarlberg aveva comunque sempre le migliori carte nel gioco delle nomine. Si ritiene indiscutibile che possieda le competenze necessarie per la carica di commissario UE. L’eloquente politico di orientamento economico, che ha studiato anche al King’s College di Londra, guida il Ministero delle Finanze dal dicembre 2021.

Il desiderio della presidente della Commissione Ursula von der Leyen che gli stati membri nominino un uomo e una donna ciascuno non è stato rispettato dal governo federale con la decisione attuale. Nehammer ha sottolineato prima dell’annuncio dell’accordo all’APA che la lettera corrispondente è una “possibilità” per la presidente della Commissione di rivolgersi ai capi di governo, “ma non è un obbligo”. (31.07.2024)