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Bruxelles (ANSA) – “Frontex ha fatto tutto ciò che poteva”. La commissaria europea agli Affari Interni, Ylva Johansson, torna sulla strage dei migranti a largo delle coste calabresi, difendendo l’operato dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. “Frontex era di supporto e sotto il comando italiano. L’aereo (noleggiato da Frontex) è uscito per sorvegliare la zona e stava rientrando quando ha notato l’imbarcazione. Con la telecamera termica hanno notato che probabilmente molte persone erano sottocoperta e il girato è andato direttamente al centro di Roma”, ha raccontato la commissaria, sottolineando “che l’aereo ha pattugliato la zona per tutto il tempo possibile finché non aveva più carburante”.

“Durante questo monitoraggio, l’imbarcazione non era in una situazione di pericolo”, ha spiegato Johansson, aggiungendo che l’imbarcazione “non ha lanciato segnali di allarme forse perché non voleva essere reperita”. “Frontex e le autorità italiane hanno pensato che non si trattasse di un’operazione di ricerca e soccorso, che dovesse essere un’operazione di polizia, questa è una risposta che dovrebbero dare le autorità italiane”. “Poi – ha proseguito – il mare si è ingrossato ed è successa la tragedia”. “Frontex ha fatto tutto quello che ha potuto e quello che doveva fare in questa situazione: purtroppo non è bastato – ha concluso Johansson -. Se avessero avuto più carburante, forse avrebbero visto il peggioramento delle condizioni meteo e allora avrebbero sì dichiarato il pericolo per quella imbarcazione, ma purtroppo non è andata così” (8 marzo).

Via libera Ue a nuovo regime aiuti di Stato per green tech

Bruxelles (ANSA) – La Commissione europea ha adottato un nuovo quadro temporaneo di crisi sugli aiuti di Stato per sostenere le imprese europee nella transizione verso un’economia a zero emissioni. Il nuovo regime di aiuti “prolunga la possibilità per gli Stati membri di sostenere ulteriormente le misure necessarie per la transizione verso un’industria a zero emissioni. Ciò riguarda in particolare i regimi per accelerare l’introduzione delle energie rinnovabili e dello stoccaggio dell’energia e i regimi per la decarbonizzazione dei processi di produzione industriale, che gli Stati membri possono ora istituire fino al 31 dicembre 2025”, si legge nella nota della Commissione. 

L’ambito di applicazione di tali misure è diverso da quello che solitamente caratterizza un regime di aiuti di Stato e si focalizza sul sostegno alle energie rinnovabili, allo stoccaggio dell’energia e alla decarbonizzazione dei processi di produzione industriale ancora più facili da progettare e più efficaci, attraverso: la semplificazione delle condizioni per la concessione di aiuti ai piccoli progetti e alle tecnologie meno mature, come l’idrogeno rinnovabile, eliminando la necessità di una procedura di gara, fatte salve alcune salvaguardie; l’ampliamento delle possibilità di sostegno per la diffusione di tutti i tipi di fonti energetiche rinnovabili; l’ampliamento delle possibilità di sostegno per la decarbonizzazione dei processi industriali che passano a combustibili derivati dall’idrogeno; la previsione di massimali di aiuto più elevati e calcoli di aiuto semplificati. 

Il nuovo quadro temporaneo – il terzo dopo quelli messi in campo da Bruxelles sull’emergenza Covid e, successivamente, sulle conseguenza della guerra in Ucraina – introduce nuove misure, applicabili fino al 31 dicembre 2025, per accelerare ulteriormente gli investimenti nei settori chiave per la transizione verso un’economia a zero emissioni, consentendo un sostegno agli investimenti per la produzione di attrezzature strategiche, in particolare batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori e cattura e stoccaggio del carbonio, nonché per la produzione di componenti chiave e per la produzione e il riciclaggio delle relative materie prime critiche (9 marzo). 

Borrell, l’Ue pronta a mobilitare 2 miliardi per munizioni per Kiev

Bruxelles (ANSA) – Il piano Ue per fornire le munizioni all’Ucraina consiste in tre parti e vanno “prese insieme”, “non si possono spacchettare”. Il primo passo è quello di “donare le munizioni di artiglieria da 155mm o da 152mm, di standard sovietico, ed essere rimborsati dallo European Peace Facility. Qui mettiamo un miliardo. Poi coordinare la domanda per gli ordini di altre munizioni attraverso l’Eda, che ha messo in campo una procedura veloce: se ci muoviamo insieme riduciamo il prezzo e il tempo di consegna. Propongo di mobilitare attraverso l’Epf un altro miliardo”. Lo ha detto l’alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell. Sul piano i ministri della Difesa dell’Ue, riuniti a Stoccolma, hanno raggiunto un’intesa di massima, ma “ci sono ancora questioni da discutere”, ha spiegato Borrell, auspicando il raggiungimento di “un accordo formale al prossimo Consiglio Esteri-Difesa” (8 marzo).

Il Parlamento della Georgia revoca la legge sugli agenti stranieri, Borrell: ‘buon segno, ora passi concreti’

Mosca (ANSA) – Il Parlamento georgiano ha revocato la legge sugli agenti stranieri. Lo riferisce Sputnik Georgia. “Da partito responsabile di governo abbiamo preso la decisione di ritirare senza condizioni la proposta di legge che avevamo sostenuto”, ha detto il partito Sogno Georgiano, che detiene la maggioranza assoluta in Parlamento. La decisione fa seguito a due notti di scontri a Tbilisi, dove migliaia di manifestanti che chiedevano la revoca della legge si erano radunati davanti al Parlamento. Secondo il bilancio fornito dal ministero dell’Interno, la polizia ha fermato 133 persone mentre decine di agenti e civili sono rimasti feriti. 

Soddisfatto l’alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell: “I georgiani sono scesi in piazza per esprimere la loro aspirazione alla democrazia e ai valori europei. Queste proteste pacifiche sono state forti e commoventi. L’annuncio del ritiro del progetto di legge sulla ‘trasparenza dell’influenza straniera’ è un buon segno, ora devono seguire passi legali concreti”. 

Il partito di opposizione Girchi ha detto che un nuovo raduno di protesta si svolgerà oggi davanti al Parlamento, nonostante la decisione dell’Assemblea di revocare la polemica norma. Il portavoce del partito, Tsotne Koberidze, citato dalle agenzie russe, ha detto che “Abbiamo bisogno di chiarimenti sulla revoca della legge, una semplice dichiarazione non significa nulla”, aggiungendo che le opposizioni chiedono anche il rilascio delle oltre 130 persone fermate durante le manifestazioni degli ultimi due giorni.

Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.