Bruxelles (ANSA) – La Commissione europea lancia il suo nuovo obiettivo climatico al 2040, stralciando ogni riferimento numerico per l’agricoltura. Nella comunicazione presentata oggi, Bruxelles raccomanda un taglio delle emissioni di gas serra del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990. Il possibile sforzo di riduzione del 30% rispetto al 2015 richiesto al settore agricolo nella prima bozza del documento circolata nelle scorse settimane è invece stato cancellato.
L’obiettivo intermedio Ue al 2040 è indicato in una comunicazione che, dopo le Europee, dovrà essere seguita da proposte legislative elaborate dalla nuova Commissione. Con il nuovo target Bruxelles intende aumentare la resilienza contro le crisi future e rafforzare l’indipendenza energetica dalle importazioni di combustibili fossili, che rappresentavano oltre il 4% del Pil nel 2022. A seguito di una valutazione d’impatto, la Commissione prevede che il settore energetico raggiungerà la totale decarbonizzazione poco dopo il 2040, puntando su energie rinnovabili, nucleare, efficienza energetica, stoccaggio e cattura del carbonio, geotermico e idroelettrico.
Un importante vantaggio di questi sforzi è una minore dipendenza dai combustibili fossili grazie a un calo dell’80% del loro consumo per energia dal 2021 al 2040. Soffermandosi sull’agricoltura, l’esecutivo Ue evidenzia che “con le giuste politiche e il giusto sostegno, il settore può anche svolgere un ruolo nella transizione, garantendo al contempo una produzione alimentare sufficiente in Europa, redditi equi e fornendo altri servizi vitali come il miglioramento della capacità dei suoli e delle foreste di immagazzinare più carbonio” (6 febbraio).
Von der Leyen ritira la proposta di regolamento sui pesticidi
Strasburgo (ANSA) – Alla Plenaria del Parlamento europeo, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha annunciato che proporrà al collegio dei commissari “il ritiro” della proposta legislativa sui pesticidi. “I nostri agricoltori – ha detto – meritano di essere ascoltati. So che sono preoccupati per il futuro dell’agricoltura e per il loro futuro. Ma sanno anche che l’agricoltura deve passare a un modello di produzione più sostenibile, in modo che le loro aziende rimangano redditizie negli anni a venire”.
I nostri agricoltori meritano di essere ascoltati
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea
Il regolamento sui pesticidi è “diventato un simbolo di polarizzazione” ha aggiunto, sottolineando che “una nuova proposta, più matura”, sarà fatta in futuro. “E’ anche una nostra vittoria, fin dal suo insediamento il governo sta lavorando per coniugare produzione agricola, rispetto del lavoro e sostenibilità ambientale”, ha sottolineato la premier Giorgia Meloni. “I trattori costringono l’Ue a rimangiarsi le follie imposte dalle multinazionali e dalle sinistre”, ha commentato il vice premier Matteo Salvini. (6 febbraio).
Il partito di Zemmour e Marion Marechal entra nel gruppo dell’Ecr
Strasburgo (ANSA) – Reconquete!, il partito di ultradestra francese fondato da Eric Zemmour e del quale è vicepresidente Marion Marechal-Le Pen, entra nel gruppo dei Conservatori e Riformisti. Ad annunciarlo a Strasburgo, in un punto stampa, sono il co-presidente del gruppo Ecr Nicola Procaccini, Marion Marechal e Nicolas Bay, eurodeputato di Reconquete!, che finora militava tra i non iscritti al Parlamento europeo. “Con Meloni abbiamo una visione comune nella lotta all’immigrazione clandestina. Ecr è la nostra famiglia naturale”, ha sottolineato Marion Marechal rimarcando la comune “lotta alla propaganda Lgbt e woke”.
La scorsa settimana il premier ungherese, Viktor Orban, aveva annunciato che il suo partito Fidesz entrerà nell’Ecr dopo le Europee. Sull’ingresso di Orban, tuttavia, la premier Meloni ha mantenuto una certa prudenza. Stando agli ultimi sondaggi, il gruppo dei Conservatori si gioca con i Liberali e Identità e Democrazia il terzo posto dopo Popolari e Socialisti (7 febbraio).
L’Ue avvia una procedura d’infrazione contro l’Ungheria per la legge a tutela della sovranità
Bruxelles (ANSA) – La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura d’infrazione contro l’Ungheria in merito alla legge approvata di recente “a tutela della sovranità”. Lo comunica l’esecutivo comunitario in una nota. Il provvedimento prevede un regime di sanzioni per i partiti che utilizzano fondi esteri nelle campagne elettorali, nonché l’istituzione di un’autorità di controllo, l’Ufficio per la tutela della sovranità, che svolge attività di analisi e indagini in relazione alle influenze straniere sulla sovranità nazionale, compresi i processi elettorali, con l’obiettivo di “proteggere l’identità costituzionale”.
La Commissione ha inviato una lettera di messa in mora all’Ungheria dopo un’attenta valutazione della legge sulla difesa della sovranità nazionale adottata dal Parlamento ungherese e in vigore dal 22 dicembre 2023. Secondo l’esecutivo comunitario, il provvedimento in questione viola diverse norme del diritto primario e secondario dell’Ue, tra cui quelle per il rispetto dei valori democratici nonché diversi diritti fondamentali sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue, come il diritto al rispetto della vita privata e familiare, il diritto alla protezione dei dati personali e la libertà di espressione e di informazione.
Budapest ha due mesi di tempo per rispondere alla lettera di Bruxelles, primo passo della procedura d’infrazione. Se il governo ungherese non affronterà i problemi individuati dalla Commissione, quest’ultima potrà decidere di inviare un parere motivato, secondo e ultima tappa della procedura prima del deferimento alla Corte di giustizia dell’Ue (7 febbraio).
Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.