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This article has been translated by Artificial Intelligence (AI). The news agency is not responsible for the content of the translated article. The original was published by Europa Press.

Madrid/Bruxelles  –  Gli Stati membri dell’Unione Europea hanno ribadito questa domenica che i risultati delle elezioni in Venezuela presentati dal Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), che assegnano la vittoria al presidente del paese, Nicolás Maduro, con il 51 per cento dei voti, non possono essere riconosciuti “senza prove che lo supportino”, sottolineando che i verbali pubblicati dall’opposizione indicano una vittoria del loro candidato, Edmundo González.

In una dichiarazione dell’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per la Politica Estera, Josep Borrell, a nome dei 27, il blocco afferma che “nonostante il proprio impegno, il CNE non ha ancora pubblicato i verbali ufficiali dei seggi elettorali. Senza prove che li sostengano, i risultati pubblicati il 2 agosto dal CNE non possono essere riconosciuti”, si legge.

In questo senso, fa un passo oltre e fa riferimento alla vittoria dell’opposizione nelle elezioni presidenziali, segnalando che le copie dei verbali elettorali pubblicate dall’opposizione, e riesaminate da diverse organizzazioni indipendenti, “indicano che Edmundo González Urrutia sembra essere il vincitore delle elezioni presidenziali con una maggioranza significativa”.

La dichiarazione dei 27 lamenta che il ritardo nella pubblicazione dei verbali di voto getterà “più dubbi sulla credibilità” del processo elettorale, dal quale ci sono già rapporti che indicano che “non ha rispettato le norme internazionali di integrità elettorale”.

Per tutto questo, l’UE insiste sulla necessità di una verifica indipendente dei verbali da parte di una “entità di reputazione internazionale” e del “rispetto della volontà del popolo venezuelano” come modo per far uscire il paese dalla sua attuale crisi umanitaria ed economica.

 “In questo momento critico è importante che le manifestazioni e le proteste continuino ad essere pacifiche. L’Unione Europea fa appello alla calma e alla moderazione. Le autorità venezuelane, comprese le forze di sicurezza, devono rispettare pienamente i Diritti Umani, compresa la libertà di espressione e di riunione”, ha aggiunto il comunicato di Borrell a nome dei 27.

Allo stesso modo, il testo esprime preoccupazione per il numero di detenzioni, una cifra che varia tra 980 –secondo l’ONG Foro Penal Venezuela– e 2.000 –secondo lo stesso Maduro–, e ha esortato le autorità a porre fine agli arresti arbitrari, alla repressione e alla retorica della violenza contro gli oppositori.

Si tratta della prima dichiarazione congiunta dell’UE dall’inizio della crisi in Venezuela dopo un tentativo fallito la scorsa settimana a causa delle reticenze dell’Ungheria che hanno impedito al testo di uscire a nome dei 27.

Da parte sua, il presidente venezuelano ha definito “una vergogna” che Borrell parli di “repressione” mentre “ha portato l’Ucraina in guerra” e “tace sul massacro a Gaza”.

Questo sabato stesso, i massimi responsabili dei governi di Spagna, Germania, Francia, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Portogallo hanno già richiesto in una dichiarazione congiunta la pubblicazione dei verbali delle elezioni presidenziali in Venezuela e hanno condannato “con fermezza” qualsiasi detenzione.

 “Esprimiamo la nostra grande preoccupazione per la situazione in Venezuela dopo le elezioni presidenziali di domenica scorsa”, si legge nella nota, in cui i firmatari chiedono alle autorità venezuelane di pubblicare “rapidamente i verbali per garantire la piena trasparenza e integrità del processo elettorale”.

I sette paesi hanno sottolineato che la verifica è “essenziale per il riconoscimento della volontà del popolo venezuelano”, hanno difeso il rispetto dei diritti di tutti i venezuelani in questo processo e hanno condannato qualsiasi detenzione o minaccia. (3 e 5 agosto)