Pechino (ANSA) – Le parole soppesate e scelte con cura. La volontà di riallacciare i rapporti dopo l’addio alla Belt and Road Initiative, che devono però comunque ispirarsi allo “spirito dell’antica Via della Seta”. Il riequilibrio di commercio e investimenti ma anche la mano tesa per mediare nelle (difficili) relazioni con l’Unione europea. E’ un gioco di equilibrismi l’incontro tra Giorgia Meloni e Xi Jinping.
La Cina è “partner economico, commerciale, culturale di grande rilievo” esordisce Meloni davanti al presidente della Repubblica popolare. Meloni non parla di “aggressione russa all’Ucraina”, come aveva fatto davanti al primo ministro, ma ribadisce l’importanza di sviluppare il dialogo “multilaterale” in un momento “complesso in cui “il sistema delle regole è messo in discussione”. La premier garantisce la volontà di continuare a lavorare “sperimentando nuove forme di cooperazione” anche attraverso il Piano triennale appena siglato tra Roma e Pechino.
Penso che l’Italia possa avere un ruolo importante anche per quello che riguarda le relazioni con l’Ue nel tentativo di creare rapporti commerciali il più possibile equilibrati
Giorgia Meloni, presidente del Consiglio italiana
E assegna all’Italia “un ruolo importante” per rilanciare le relazioni con l’Unione europea, sempre nel tentativo di “creare rapporti commerciali che siano il più possibile equilibrati”. La visita di Meloni era ampiamente attesa da Pechino come un’occasione per stabilizzare le relazioni Cina-Europa in un contesto di crescenti tensioni sui dazi aggiuntivi all’importazione decisi dalla Commissione Ue sui veicoli elettrici made in China.
L’Italia è tra i Paesi dell’Ue che agli inizi di luglio hanno votato a favore delle tariffe provvisorie fino a un ulteriore 37,6%. Meloni, nella versione cinese, ha affermato che “l’Italia si oppone al disaccoppiamento e al protezionismo ed è disposta a promuovere l’approfondimento delle relazioni Ue-Cina”. Quindi, Pechino spera di evitare un nuovo pesante fronte commerciale con l’Ue, avendone già uno con gli Usa, in una fase di economia incerta e stagnante (29 luglio).
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