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Londra (ANSA) – Il premier britannico Rishi Sunak e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen hanno firmato ‘la Carta di Windsor’, l’accordo destinato a definire la revisione del protocollo post Brexit sull’Irlanda del Nord, con ‘interpretazioni’ che accolgono le richieste di alleggerimento chieste da Londra rispetto agli impegni previsti. La Carta di Windsor apre “un nuovo capitolo nelle relazioni” bilaterali, hanno dichiarato all’unisono Sunak e von der Leyen in conferenza stampa, non senza tutelare sia “l’integrità del mercato unico” sia “la sovranità dell’Irlanda del Nord”.

Le novità maggiori riguardano un sistema di corridoi verdi e rossi che distinguerà i commerci interni (liberati da ogni laccio burocratico) da quelli dei soli prodotti “a rischio di esportazione” verso l’Ue; nonché la garanzia sull’equiparazione fra Ulster e Gran Bretagna nella disponibilità senza barriere di cibo, medicinali, sementi e altri prodotti nazionali di base. Ma soprattutto l’introduzione di un “freno di salvaguardia” messo a disposizione delle istituzioni nordirlandesi “democraticamente elette” su eventuali modifiche legislative di Bruxelles che dovessero riguardare Belfast: freno che potrà nel caso tradursi in un diritto di veto ad hoc esercitabile attraverso il governo centrale del Regno Unito. In cambio Londra appare peraltro destinata a continuare ad accettare un qualche ruolo della Corte di giustizia europea quale arbitro ultimo di eventuali contenziosi.

Per Sunak resta tuttavia la sfida dei malumori interni alla sua maggioranza, a partire dal prolungato dibattito serale dinanzi alla Camera dei Comuni convocata per lo statement di rito in Parlamento. Malumori in parte alimentati dai desideri di rivincita di Boris Johnson e dei suoi fedelissimi, malgrado il riconoscimento anche di qualche brexiteer ultrà sul risultato migliorativo d’un accordo che “se ci fosse stato offerto nel 2017 saremmo stati felicissimi di accettare”. Accordo sospeso d’altronde al verdetto della destra unionista nordirlandese del Dup, il cui portabandiera, Jeffrey Donaldson, preferisce per ora prendere tempo. E promosso invece con riserva dal leader neomoderato dell’opposizione laburista Keir Starmer: convinto sia un passo utile benché “tardivo” che un prossimo governo del Labour potrà allargare ben “oltre l’Irlanda del Nord”, per favorire in generale una cooperazione “più soft” fra Londra e Bruxelles. Come a voler annacquare la Brexit, pur senzacrociate per rimetterla in discussione. (27 febbraio).

Kosovo e Serbia, dopo l’intesa a Bruxelles ancora strada da fare

Il presidente serbo, Aleksandar Vucic e il premier del Kosovo, Albin Kurti si sono incontrati a Bruxelles con i mediatori europei, Josep Borrell e Miroslav Lajcak per discutere la proposta Ue di normalizzazione dei rapporti tra Belgrado e Pristina

Bruxelles (ANSA) – Durante l’incontro di alto livello con l’alto rappresentante Ue, Josep Borrell, il presidente serbo Aleksandar Vucic e il premier del Kosovo Albin Kurti hanno concordato che non sono necessarie ulteriori discussioni sulla proposta dell’Ue di accordo per normalizzare le relazioni tra i due Paesi. “Abbiamo compiuto alcuni progressi, ma è necessario altro lavoro”, ha commentato Borrell annunciando un nuovo incontro a marzo per “finalizzare le discussioni sull’allegato di attuazione”, parte integrante dell’intesa.

La proposta è stata presentata alle parti lo scorso settembre ed è sostenuta dai 27 Stati membri dell’Ue – come indicato nelle conclusioni del Consiglio Europeo del 9 febbraio – e dagli Stati Uniti. Italia, Francia e Germania hanno svolto un ruolo di primo piano nelle trattative, come testimonia da ultimo la lettera inviata dalla premier Giorgia Meloni, dal cancelliere tedesco Olaf Scholz e dal presidente francese Emmanuel Macron alla vigilia dell’incontro a Bruxelles per chiedere a Vucic e Kurti di sostenere la proposta.

Vucic ha parlato di un “incontro difficile” con Kurti e i mediatori europei Josep Borrell e Miroslav Lajcak. E in dichiarazioni al termine della riunione collegiale, ha detto di ritenere che saranno necessari altri incontri in futuro per fare passi avanti. Il primo, ha aggiunto, sarà il 18 marzo in Macedonia del Nord a margine di una missione di Borrell nella regione. “Oggi a Bruxelles abbiamo entrambi concordato sulla proposta dell’Ue sostenuta da Germania, Francia, Italia e Stati Uniti senza modifiche. Mi sono offerto di firmare formalmente, ma la Serbia non era pronta. I negoziati sull’attuazione seguiranno presto”, ha scritto invece Kurti, ringraziando Borrell e Lajcak.

Il testo include diversi elementi che costituiscono un riconoscimento de facto del Kosovo da parte della Serbia. Ad ostacolare il processo, Mosca, alleata di Belgrado, che per bocca del suo ambasciatore in Serbia Aleksandar Bocan-Harchenko, ha avvertito che “non è il momento per affrontare la questione del Kosovo”, fino a quando, sostiene, “Russia e Occidente non avranno stabilito un nuovo ordine mondiale”. Un ordine sulla cui definizione Ue e Usa intendono giocare d’anticipo con una mossa che strappi i Balcani a Mosca e Pechino.

Slitta il voto sullo stop a motori più inqinanti nel 2035 dopo il no di Roma e i dubbi di Berlino

Bruxelles (ANSA) – La presidenza svedese del semestre Ue ha rinviato il dibattito e il voto previsto oggi alla riunione dei Rappresentanti Permanenti aggiunti (Coreper I) sullo stop alla vendita dei motori endotermici a partire dal 2035. Il voto era previsto al primo punto dell’ordine dei lavori e slitta al Coreper I di venerdì. La mossa della presidenza svedese giunge dopo che, nelle scorse ore, il sì al regolamento Ue sullo stop ai motori endotermici (principalmente diesel e benzina) è tornato in bilico: l’Italia ha annunciato il suo voto contrario e la Germania ha espresso delle riserve legando la sua approvazione alla necessità di mettere in campo una misura parallela sugli e-fuels.

Con le posizioni non favorevoli di Polonia e Bulgaria già espresse in occasione del Coreper I dello scorso novembre il Regolamento rischiava di incontrare una minoranza di blocco. “Bruxelles deve agire con maggiore pragmatismo, secondo una visione più adeguata alla realtà, nella sfida della transizione ecologica e industriale”, ha sottolineato il ministro per le Imprese e il made in Italy, Adolfo Urso, lanciando un ulteriore messaggio all’Ue: l’Italia sarà “assertiva anche sulla riduzione della CO2 per i veicoli pesanti e soprattutto sul regolamento sull’euro 7”. C’è poi anche una motivazione strategica che muove lo scetticismo l’Italia: la spinta all’elettrico che contiene il Regolamento è una sponda per l’industria e le batterie cinesi. L’approvazione del regolamento è prevista per il Consiglio Ue del 7 marzo (1 marzo).

La Francia lancia l’alleanza europea per il nucleare

Bruxelles (ANSA) – Parigi apre la strada all’alleanza europea sul nucleare di quarta generazione. A margine del Consiglio Affari Energia a Stoccolma, si è tenuto il primo incontro tra gli Stati favorevoli a una cooperazione rafforzata sull’energia dell’atomo ha visto la partecipazione di undici delegazioni. Oltre alla Francia, promotrice, Bulgaria, Croazia, Ungheria, Finlandia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Slovenia. “Garantire le migliori collaborazioni tra le catene di approvvigionamento ed esplorare programmi di formazione congiunti e progetti industriali” sull’energia nucleare: è l’impegno sottoscritto in una dichiarazione congiunta al termine dell’incontro.

“L’obiettivo è di creare l’alleanza nucleare e di lanciare un segnale forte nei vari negoziati Ue” ha dichiarato la ministra francese per la transizione energetica Agnes Pannier-Runacher. “Rinnovabili e nucleare – ha aggiunto – sono i pilastri su cui costruire la nostra transizione energetica, abbiamo bisogno di entrambi e i Paesi devono poter decidere il proprio mix energetico”. Parigi intende discutere “di competenze professionali, sicurezza, forniture, gestione dei rifiuti”, ha detto ancora la ministra transalpina. 

L’Italia, data inizialmente tra i partecipanti all’incontro, non era presente al tavolo. “Roma è sempre la benvenuta ma sta al governo decidere”, spiegano fonti governative francesi. La Svezia era presente come presidenza di turno dell’Ue, neutrale e quindi non ha firmato la dichiarazione. “Con la Svezia stiamo preparando un programma di lavoro bilaterale, perché lo sviluppo della produzione di energia nucleare è nel programma di governo e stiamo preparando un protocollo di intesa”, affermano fonti del ministero della transizione ecologica di Parigi (28 febbraio).

Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.