Pechino/Bruxelles (ANSA) – Il presidente cinese Xi Jinping torna in Europa per la prima volta in cinque anni in un tour segnato dalle inedite tappe di Francia, Ungheria e Serbia. La visita avviene quando Pechino preme per evitare che si apra anche un fronte commerciale con l’Ue dopo quello con gli Usa, mentre l’atteggiamento di Bruxelles verso la Cina si sta irrigidendo per i casi di spionaggio, le accuse di campagna di disinformazione, il rafforzamento delle relazioni bilaterali e il sostegno della leadership comunista alla Russia nella guerra all’Ucraina, e il dossier di Taiwan.
La prima tappa sarà a Parigi per i 60 anni di relazioni ufficiali bilaterali. Lunedì incontrerà il presidente Emmanuel Macron e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, assente il cancelliere tedesco Olaf Scholz, malgrado le pressioni dell’Eliseo per un vertice congiunto. Xi ha come priorità l’attività di lobbying contro le indagini anti-sovvenzioni dell’Ue, a partire da quelle sui veicoli elettrici che hanno preso di mira i produttori Byd, Saic e Geely, accusati di non aver fornito informazioni sufficienti.
“Dobbiamo agire per garantire che la concorrenza sia equa e non distorta. Perché una concorrenza leale è positiva per l’Europa, in quanto stimola l’innovazione e la crescita, oltre a creare buoni posti di lavoro in Europa. Incoraggerò il governo cinese ad affrontare le sovracapacità” produttive “nel breve termine. Allo stesso tempo, ci coordineremo strettamente con i Paesi del G7 e con le economie emergenti che sono sempre più colpite dalle distorsioni del mercato cinese” ha spiegato von der Leyen in vista del trilaterale.
Dopo la Francia, Xi andrà in Serbia (7-8 maggio), dove avrà colloqui con il presidente Aleksandar Vucic. I due Paesi hanno una lunga amicizia, soprattutto dal 1999, quando la Nato bombardò l’ambasciata della Repubblica popolare a Belgrado, causando tre vittime cinesi. Il presidente cinese sarà poi a Budapest (8-10 maggio), dove il premier Viktor Orban, unico leader Ue al forum Belt and Road Initiative di ottobre 2023, rafforzando il ruolo dell’Ungheria di ‘gate europeo’ della Repubblica popolare, confermato dal maxi-impianto di batterie per veicoli elettrici da 8 miliardi di dollari del colosso cinese Catl (6 maggio).
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