Madrid – La segretaria di Stato per la Digitalizzazione e l’Intelligenza Artificiale del Governo spagnolo, María González Veracruz, ritiene che l’Europa debba garantire l’applicazione del Digital Services Act (DSA) in modo “coraggioso”, dopo gli avvertimenti dell’Amministrazione Trump, che ha recentemente avvisato che difenderà gli interessi delle sue grandi tecnologie (‘big tech’) di fronte al “protezionismo regolatorio” dell’Unione Europea (UE).
In particolare, il presidente della Federal Communications Commission (FCC) degli Stati Uniti, Brendan Carr, ha espresso questa opinione la scorsa settimana, durante la celebrazione del Mobile World Congress (MWC), che con l’implementazione del DSA “esiste un rischio di imporre regole eccessive” in Europa, qualcosa che, dal suo punto di vista, rappresenta una “preoccupazione” per le ‘big tech’ americane che operano nel Vecchio Continente.
Tutto questo in un contesto in cui la Commissione Europea ha considerato che X (ex Twitter) –proprietà del magnate Elon Musk, vicino a Donald Trump— infrange la normativa menzionata in “ambiti relativi a modelli oscuri, trasparenza pubblicitaria e accesso ai dati per i ricercatori”.
In un’intervista con Europa Press, González Veracruz ha assicurato che di fronte a coloro che vogliono che sui social media si torni “al Medioevo, al si salvi chi può o al tutto per i soldi”, il Governo spagnolo sarà “la resistenza” affinché l’Europa protegga i cittadini “di fronte ai grandi interessi puramente economici”.
“Quello che ci viene proposto oggi è inaccettabile nel XXI secolo e l’Europa deve essere la diga contro questo approccio del passato che ci viene proposto”, ha aggiunto la segretaria di Stato per la Digitalizzazione e l’Intelligenza Artificiale.
Infatti, González Veracruz ha argomentato che il presidente del Governo spagnolo, Pedro Sánchez, ha la “credibilità sufficiente” per segnare quella “resistenza”, così come, ha sottolineato, ha fatto al Forum di Davos chiedendo ai paesi, alle imprese e alla Commissione Europea di approfondire la trasparenza degli algoritmi, l’anonimato e la responsabilità degli amministratori delegati delle aziende.
“I paesi europei dobbiamo garantire l’applicazione del DSA in modo coraggioso (…) La Spagna non avrà alcun dubbio nell’applicarla al massimo né nel lavorare nel contesto europeo per migliorare quegli aspetti che potrebbero dover essere modificati”, ha sottolineato González Veracruz nella sua intervista.
In questo senso, Carr ha persino insinuato che l’applicazione del DSA poteva arrivare vicino alla censura: “La censura che sta potenzialmente uscendo dal dialogo libero è qualcosa che è incompatibile con la nostra tradizione –riferendosi agli Stati Uniti– del dialogo libero e degli impegni che queste aziende tecnologiche hanno assunto con la diversità di opinioni”.
In merito, González Veracruz ha definito “assolutamente perverso e falso” parlare di censura quando ciò che viene messo sul tavolo sono, dal suo punto di vista, “diritti fondamentali”.
“Per questo la Spagna sostiene un grande accordo mondiale su quali devono essere le basi della convivenza di base nella tecnologia artificiale, nelle reti… stiamo parlando di non permettere fatti che sono illegali. Non possiamo tornare al selvaggio west. Non possiamo ora tornare al Medioevo in pieno XXI secolo per gli interessi di pochi”, ha approfondito.
In questa linea, ha evidenziato che l’Europa deve guidare l’approccio umanista e basato sui diritti delle nuove tecnologie che stanno diventando parte della vita quotidiana dei cittadini e si è mostrata convinta che, “in un tempo non molto lontano” si guarderà a ciò che si sta facendo nell’Unione Europea in questo senso. (10 marzo)