La Commissione Europea ha assicurato che la crisi politica in Portogallo “non ha alcuna implicazione diretta” nell’esecuzione del Piano di Ripresa e Resilienza (PRR), poiché gli impegni sono assunti dal paese e non dal governo attuale.
“Gli impegni nell’ambito del PRR sono assunti dagli Stati membri e non dai governi individuali. Pertanto, il processo politico non ha alcuna implicazione diretta”, indica una fonte ufficiale dell’esecutivo comunitario in risposta all’agenzia Lusa.
A pochi mesi dalla fine dell’esecuzione del programma che deve essere implementato entro la fine del 2026, la Commissione Europea assicura alla Lusa che, “in effetti, il lavoro di revisione del PRR è in pieno svolgimento”.
Questo dopo che, lo scorso 1 febbraio, il governo di Luís Montenegro ha presentato una nuova proposta di revisione del PRR portoghese, che Bruxelles sta ora valutando, e che dovrebbe essere votata dai ministri delle Finanze dell’UE nella loro riunione regolare di maggio.
In totale, il PRR portoghese ha un valore di 22,2 miliardi di euro, con 16,3 miliardi di euro in sovvenzioni e 5,9 miliardi di euro in prestiti dal Meccanismo di Ripresa e Resilienza, che riguardano 376 investimenti e 87 riforme.
Attualmente, il paese ha già ricevuto 8,49 miliardi di euro in sovvenzioni e 2,9 miliardi di euro in prestiti e il tasso di esecuzione del piano è del 32%.
Interrogata anche dalla Lusa sull’esecuzione dei programmi della politica di coesione, la fonte ufficiale dell’esecutivo comunitario parla di progetti “adottati ed eseguiti in gestione condivisa tra la Commissione e gli Stati membri, e non i singoli governi”.
Per questa ragione, l’istituzione anticipa che “continuerà a lavorare con un governo provvisorio, sia nella revisione intermedia che nell’esecuzione dei programmi della politica di coesione in termini più generali”.
L’Assemblea della Repubblica ha bocciato martedì la mozione di fiducia presentata dal governo, provocandone le dimissioni.
Il Presidente della Repubblica, di fronte a questo scenario, ha già stimato che le date possibili per tenere elezioni legislative anticipate il prima possibile sono l’11 o il 18 maggio.
L’attuale crisi politica è iniziata a febbraio con la pubblicazione di una notizia sull’azienda familiare di Luís Montenegro, Spinumviva, detenuta all’epoca dai figli e dalla moglie, con cui è sposato in comunione di beni – e che è passata la scorsa settimana solo ai figli di entrambi -, sollevando dubbi sull’adempimento del regime di incompatibilità e impedimenti dei titolari di cariche pubbliche e politiche.
Sono seguite settimane di notizie, tra cui quella del Expresso secondo cui l’azienda Solverde pagava una commissione mensile di 4.500 euro a Spinumviva, due mozioni di censura al governo, da parte di Chega e PCP, entrambe respinte, e l’annuncio del PS che avrebbe presentato una commissione d’inchiesta.