Berlino (ANSA) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il cancelliere Olaf Scholz hanno firmato il Piano d’azione fra Italia e Germania nell’ambito del vertice intergovernativo a Berlino. La firma è avvenuta alla Cancelleria, dopo l’incontro bilaterale fra i due capi di governo. Il piano d’azione spazia fra vari ambiti, dallo scambio di esperienze e buone prassi sull’attuazione dei rispettivi Pnrr, al rafforzamento della cooperazione bilaterale in materia di armamenti. Si tratta di un testo di circa 35 pagine, aperte dai principi guida.
Il Piano declina in cinque capitoli gli ambiti di cooperazione rafforzata, in cui sono previsti appuntamenti bilaterali, fra cui un Forum macroeconomico. La cooperazione si estenderà alla lotta all’evasione fiscale, “anche attraverso la promozione di una migliore regolamentazione dell’eccessiva concorrenza fiscale intra-Ue”. È poi previsto un “Dialogo Strategico in materia di difesa e sicurezza tra i Ministeri della Difesa” dei due Paesi.
“Nel vertice intergovernativo la nostra cooperazione fa un salto in avanti: Italia e Germania tornano a incontrarsi in questo formato dopo sette anni, questo segna un cambio di passo nelle nostre relazioni, già eccellenti” ha detto Meloni, dopo la firma del Piano d’azione che, ha notato, “innalza la nostra cooperazione a un nuovo livello, anche esplorando nuovi ambiti di dialogo e crescita comune: una buona notizia per i nostri popoli e per l’Europa nel suo complesso” (22 novembre).
In Olanda vince l’estrema destra di Wilders, esultano Salvini, Orban e Le Pen
Bruxelles (ANSA) – L’era del dopo Rutte nei Paesi Bassi si apre nel segno dell’estrema destra di Geert Wilders. L’ultranazionalista anti-Islam ha vinto le elezioni secondo gli exit poll, aprendo la strada a un terremoto politico che sarà avvertito ben oltre i confini olandesi. Il suo Partito per la libertà è primo con 35 seggi su 150, seguito dalla lista Socialdemocratici-Verdi dell’ex vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans con 26 seggi e dai liberali di destra del premier uscente Mark Rutte, guidati da Dilan Yesilgoz, con 23.
Più staccato a 20 seggi il Nuovo contratto sociale (Nsc) fondato soltanto ad agosto dall’outsider cristiano-democratico Pieter Omtzigt. Wilders sarà l’ago della bilancia del nuovo governo di destra. Uno scenario tutto da delineare che tuttavia, a sette mesi dalle Europee, è considerato il peggiore a Bruxelles, dove lo spauracchio del sovranismo resta vivo. “Il Pvv è il partito più grande”, ha subito esultato il leader dell’estrema destra, chiarendo che la sua formazione “non può più essere ignorata” e scandendo, determinato: “Governeremo”.
Matteo Salvini ha mandato un sms di sostegno e complimenti “all’amico Geert Wilders”. “Altro che inciucio con i socialisti, il 3 dicembre a Firenze nascerà una nuova Europa”, ha spiegato il vicepremier, ricordando la manifestazione organizzata dalla Lega con gli alleati europei, tra cui Wilders. Anche la leader dell’estrema destra francese del Rassemblement National, Marine Le Pen, si è congratulata per la “spettacolare prestazione alle elezioni legislative” di Wilders che “conferma il crescente attaccamento alla difesa delle identità nazionali”. Sulla stessa lunghezza d’onda, il premier ungherese Viktor Orban, che ha plaudito ai “venti del cambiamento” delle elezioni olandesi (22 novembre).
Il Parlamento europeo respinge la riforma sui pesticidi, il testo torna al Consiglio
Strasburgo (ANSA) – La plenaria di Strasburgo ha respinto la proposta di riforma della regolamentazione Ue sui pesticidi avanzata dalla Commissione europea con 299 voti a favore 207 contrari e 121 astenuti. La bocciatura del testo è avvenuta in prima lettura e ha riguardato il testo della riforma nella versione emendata dall’Eurocamera nelle settimane scorse. Ad essere respinto è stato anche il rinvio in commissione Ambiente, competente sulla materia.
Ad essere decisiva per la bocciatura del testo in Assemblea è stata la spaccatura della cosiddetta maggioranza Ursula. Con l’approssimarsi delle elezioni europee “non ci sarà nessun regolamento in questo mandato”, ha sintetizzato il presidente della commissione ambiente Pascal Canfin (Renew, Francia). In teoria, il Consiglio Ue potrebbe andare avanti, ma “ormai per l’Europarlamento sarà troppo tardi per decidere, quindi non ci sarà nessun accordo sui pesticidi in questa legislatura”, ha spiegato Canfin.
La proposta della Commissione europea per la riforma delle norme sui pesticidi prevedeva il dimezzamento nell’uso e nel rischio di queste sostanze al livello Ue entro il 2030, rispetto al 2015-17. La riduzione, vincolante a livello unionale, era accompagnata da obiettivi di riduzione a livello nazionale, dal divieto dell’uso nelle aree sensibili e dalla promozione di pratiche ecocompatibili di controllo delle infestanti.
Gli Stati membri avrebbero dovuto anche fissare obiettivi per aumentare l’uso di metodi non chimici di controllo dei parassiti. Presentata nell’estate del 2022, la proposta ha avuto un iter travagliato in Consiglio agricoltura e nell’Europarlamento. I ministri dell’agricoltura avevano anche chiesto e ottenuto supplemento di valutazione di impatto che ha ritardato i lavori di sei mesi (22 novembre).
Primo via libera del Parlamento europeo alla stretta sugli imballaggi
Strasburgo (ANSA) – Primo via libera al Parlamento europeo, a larga maggioranza, al regolamento europeo sugli imballaggi. Con 426 voti favorevoli, 125 contrari e 74 astenuti la plenaria ha approvato la posizione negoziale in vista del trilogo con il Consiglio Ue, un testo più morbido rispetto alla proposta iniziale della Commissione. La maggioranza al governo in Italia sì è spaccata sullo scrutinio finale, mentre ha votato in modo compatto la maggioranza Ursula.
Il voto sulla proposta di regolamento era stato preceduto da una valanga di emendamenti e dalle crescenti preoccupazioni di Roma. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, martedì è volato a Strasburgo per fare la quadra in vista del voto. Un esercito di lobbisti, nelle ore precedenti le votazioni, si è riversato nei corridoi dell’Eurocamera. Il pressing, alla fine, è servito. “L’Italia ha vinto una battaglia in Europa, ora proseguiamo su questa strada”, ha sottolineato Urso. Il testo parte da un presupposto: passare dalla logica del riciclo a quella del riuso.
A tal fine la proposta di regolamento sul packaging prevede una riduzione dei rifiuti prodotti dagli imballaggi del 5% entro il 2030, del 10% per il 2035 e del 15% entro il 2040. Target che aumentano per gli imballaggi in plastica: 10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040. La versione approvata dal Parlamento tuttavia, ammorbidisce nettamente le misure e, dato particolarmente importante per l’Italia (hub dell’industria del riciclo), esclude dal divieto del monouso gli Stati che hanno un livello di riciclo di almeno l’85% a partire dagli anni 2026-27 (22 novembre).
Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.