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Le audizioni dei commissari designati sono state programmate per il periodo dal 4 al 12 novembre, ma solo per il giorno di inizio del processo si può essere certi e in nessun caso su quando finirà.

      E questo perché, esaminando cosa è successo in casi simili in passato, dalla prima applicazione del sistema delle audizioni durante l’elezione della Commissione Santer, nel 1995, e fino all’elezione della Commissione von der Leyen, nel 2019, gli eurodeputati non hanno esitato a respingere per insufficienza molti candidati commissari, costringendo i presidenti eletti a procedere alla loro sostituzione, o al cambiamento del loro portafoglio, causando, talvolta, anche “tumulti politici” nei governi degli stati membri.

      Nessuno, quindi, può sapere cosa può emergere durante l’indagine obbligatoria, a cui ciascuno di loro deve essere sottoposto separatamente dagli eurodeputati. E tenendo conto che alcuni di essi dovranno affrontare non solo una commissione del PE, ma diverse commissioni in una sessione comune, in base ai portafogli che dovranno affrontare.

      Approvazione, sostituzione o cambio di portafoglio

   Giovedì scorso, la Commissione giuridica del Parlamento europeo ha annunciato che tutti i 26 commissari designati hanno superato con successo la valutazione dei potenziali o attuali conflitti di interessi in relazione al rispettivo portafoglio. Un prerequisito essenziale affinché i commissari designati possano partecipare alle audizioni. Si tratta di un processo riservato che si è svolto a porte chiuse e, secondo informazioni dell’AMNA-MPA, non è stato facile per alcuni membri candidati della nuova Commissione europea, poiché le loro dichiarazioni sono state giudicate insufficienti e sono stati richiesti ulteriori dettagli per valutare tutti i dati pertinenti e disponibili e per consentire ai membri della Commissione giuridica di giungere a conclusioni. Qualcosa che è stato evidenziato dalla dichiarazione del presidente della suddetta Commissione, l’eurodeputato dalla Bulgaria della politica gruppo Renew, Ilhan Küchük, dopo il completamento del processo, il quale ha detto che «dal punto di vista procedurale, può emergere una critica ragionevole all’attuale quadro giuridico, che avremo l’opportunità di analizzare e proporre modifiche, se necessario». Le dichiarazioni di interesse presentate per la revisione saranno pubblicate sul sito dedicato prima dell’inizio delle audizioni.

      Durante le audizioni, gli eurodeputati hanno completa libertà nelle loro domande, mentre ci sono tre strade che possono scegliere dopo il completamento dell’audizione orale e pubblica e dopo aver studiato attentamente le risposte scritte dei candidati commissari in un relativo questionario, che devono inviare entro il 22 ottobre:

   1°: Approvare la posizione di tutti i 26 commissari designati, permettendo così al procedimento di avanzare e consentire l’elezione della nuova Commissione europea nella plenaria che si terrà tra il 25 e il 28 novembre a Strasburgo, in modo da poter assumere i loro compiti dal 1° dicembre.

   2°: Respingerli, a causa dell’incapacità di coprire la posizione del commissario, uno o più di essi, costringendo così il presidente eletto, von der Leyen, a procedere con la sostituzione. La mancata approvazione non vincola il presidente eletto, ma sa in anticipo che se non chiederà al governo dello stato che ha proposto il commissario (inadeguato) di nominare una nuova persona, non riuscirà a ottenere l’approvazione del suo nuovo Comitato, in singolo voto che verrà svolta a livello plenaria per l’intero insieme dei commissari designati. Con la nomina di un nuovo candidato membro, il processo di audizione ricomincia dall’inizio. Il periodo necessario per la sostituzione è sconosciuto, ma, basandosi su quanto è avvenuto in passato, essa si sviluppa con procedimenti sommari, poiché viene scelta una nuova persona autorevole e (di solito) di consenso comune. Si stima che la nuova Commissione europea non potrà assumere incarichi fino alla fine del 2024 o all’inizio del 2025 (a seconda del numero dei respinti).

   3°: Giudicarli insufficienti per gestire il portafoglio che gli è stato assegnato, ma idonei a coprire la posizione del commissario. In tal caso costringono la signora von der Leyen a riesaminare i portafogli (cambiare portafoglio o modificare le competenze), al fine di attenuare – o addirittura soddisfare pienamente – le obiezioni che hanno portato gli eurodeputati a questa loro decisione. Si ricorda che dopo il termine dell’audizione ciascuna commissione del PE (o le Commissioni), svolgono due votazioni: una sull’adeguatezza della copertura della posizione di commissario e una sull’adeguatezza della gestione del portafoglio.

      Quali commissari candidati hanno respinto gli eurodeputati e per quali motivi

   Gli eurodeputati, comunque, sulla base del comportamento che hanno avuto in passato, hanno «tagliato» i commissari designati anche nella fase di controllo del conflitto di interessi nella Commissione giuridica e durante le audizioni, richiedendo sia la sostituzione che il cambio di portafoglio. Specificamente:

   Elezione della Commissione Santer (1995-1999): Il sistema delle audizioni dei membri della Commissione europea è stato applicato per la prima volta nel 1995 nella Commissione Santer, il cui mandato terminò tristemente nel 1999, prima della fine del quinquennio, con le dimissioni dell’intera Commissione a causa di “cattiva gestione”. La critica degli eurodeputati si concentrò sulla mancanza di competenze specifiche di alcuni candidati per il portafoglio che avrebbero assunto, così come sulle risposte vaghe e sulla loro riluttanza nell’assumere impegni, citando la presa di decisioni collettive a livello del Collegio della Commissione europea (riunione di tutti i commissari). Questo fatto aveva portato alla ripetizione delle audizioni di alcuni commissari designati, al fine di prepararli meglio e in modo più approfondito, e chiedendo loro di assumere specifici impegni, anche firmandoli. Tuttavia, dovette passare quasi un decennio affinché venisse esaminata la pratica della firma degli impegni (dalla Commissione per le questioni economiche e monetarie del PE durante l’audizione dei candidati, all’epoca, commissari Joaquín Almunia, Michel Barnier e Olli Rehn).

   Oltre ai commenti critici, chiesero di assegnare al commissario designato irlandese, Pádraig Flynn, un portafoglio diverso dall’originale (Occupazione e affari sociali). Pádraig Flynn, con esperienze in molte posizioni ministeriali nel suo paese, era già commissario responsabile per l’occupazione, le relazioni di lavoro e gli affari sociali dal 1993, ossia anche nell’ultima Commissione Delors. Rimase in carica fino alle dimissioni della Commissione Santer, ma anche nel periodo di transizione, sotto la presidenza dello spagnolo Manuel Marín, e fino all’elezione della Commissione Prodi (1999-2004).

    Elezione della 1° Commissione Barroso (2004-2009): La prima volta che il Parlamento europeo esercitò pressioni per la sostituzione di un commissario designato durante le audizioni dei candidati della prima Commissione Barroso. Va ricordato che il Parlamento europeo iniziò a rafforzare il suo ruolo nel periodo intercorso, cioè a seguito dei cambiamenti istituzionali provocati dal turbolento periodo successivo alle dimissioni della Commissione Santer e dagli sviluppi a livello (pan)europeo a cui (sporadicamente) ha dato impulso la Commissione Prodi, che seguì (introduzione dell’euro, accordo di allargamento a 25 membri da 15, ecc.). Inizialmente, le pressioni subite dalla Commissione dell’ex primo ministro portoghese, José Manuel Barroso, nella sua prima legislatura riguardarono la candidatura del commissario italiano Rocco Buttiglione e quello che disse durante la sua audizione, specialmente i suoi commenti sul “ruolo delle donne” e “sull’omosessualità” (che è peccato). Il signor Buttiglione aveva detto allora che si trattava di sue opinioni personali, che non avrebbero influenzato l’esercizio delle sue funzioni. Tuttavia, gli eurodeputati della commissione competente non furono convinti e votarono contro la sua approvazione. José Manuel Barroso fu quindi costretto a chiedere al PE di rinviare il voto in seduta plenaria e tornare con una nuova proposta complessiva, comprendente due nuovi commissari designati e un cambio di portafoglio.

   Specifically, the Italian government withdrew Buttiglione’s appointment and appointed Franco Frattini in his stead, who ultimately “inherited” the Justice, Freedom and Security portfolio. Latvia withdrew the candidacy of Iñgǻa Udre, due to “potential involvement in political and legal irregularities”, and Andris Piebalgs, whose candidacy was ultimately approved, was proposed in her place. Meanwhile, Hungarian candidate László Kovács, who had been criticized for lack of preparation and specific knowledge of his future portfolio (Energy), was transferred to the Taxation and Customs Union portfolio following criticism.

      Election of the 2nd Barroso Commission (2009-2014): At the center of MEP criticism was the Bulgarian commissioner-designate Ružjana Želeva for her “business dealings”, while during her hearing her “capability” to handle her portfolio (Humanitarian Aid) was questioned. The Bulgarian government withdrew her candidacy and proposed Kristalina Georgieva. Ms. Georgieva remained in the next Commission under the chairmanship of Jean-Claude Juncker, was appointed vice president with responsibilities for Economic Programming and the European Budget, and is now head of the IMF.

   Election of the Juncker Commission (2014-2019): In 2014, the Committee on the Environment, Public Health and Food Safety and the Committee on Industry, Research and Energy, in a joint meeting, rejected the candidacy of Slovenian commissioner-designate Alenka Bratušek. They ruled that the appointed commissioner and vice president for the Energy Union had “poor knowledge of the portfolio”, while “ethical concerns associated with her appointment as appointed commissioner by a government led by herself” (Ms. Bratušek was the prime minister of the country) were also expressed. Slovenia withdrew her candidacy and appointed Violeta Bulc, who took over the duties of Transport Commissioner.

   Additionally, the Hungarian commissioner-designate Tibor Navracic was approved, but not for the initially proposed portfolio, as MEPs “criticized the task assignment concerning citizenship due to his close ties with the Hungarian Prime Minister”. His initial portfolio covered Education, Youth, Culture, and Citizenship issues, while, after pressure, the elected President Juncker had to transfer the Citizenship responsibility to another commissioner to secure the European Parliament’s approval in the corresponding vote. It should be recalled that the vote for the approval of the Commissioners is one and is performed for the entire set of members of the European Commission after the successful completion of the hearings.

      Election of the 1st von der Leyen Commission (2019-2024): The year 2019 is estimated to the year when the European Parliament showed its growing power in controlling the composition of the future European Commission. For the first time, the Committee on Legal Affairs (JURI) did not approve the financial interest declarations of the appointed commissioner for Transport, Rovana Plumb (Romania), and the appointed commissioner for Neighborhood and Enlargement, László Trócsányi. Furthermore, even after personal appearances (as provided), the Committee on Legal Affairs did not approve their general interest declarations, which, based on Community law and EP regulations, does not allow them to proceed with the hearing process, preventing them from holding any position in the Commission College. They were replaced by Adina Vălean (Romania) and Oliver Várhelyi, who were ultimately approved and confirmed by the MEPs and took over the respective portfolios.

   Furthermore, in 2019, the Committee on the Internal Market and Consumer Protection and the Committee on Industry, Research, and Energy of the EP rejected the choice of the French government, namely Sylvie Goulard, who would assume the portfolio of the Internal Market, due to “various allegations related to her previous political employment” (she was an MEP). France replaced her with Thierry Breton, who was ultimately confirmed by the European Parliament. Mr. Breton resigned from the Commission at the beginning of last September, stating (clearly) that President von der Leyen asked the French government not to renew his term in exchange for a better portfolio for this country in the future Commission. France is entering the race of hearings in the coming days with former Foreign Minister Stéphane Séjourné, as appointed commissioner and executive vice president.

      Election of the 2nd von der Leyen Commission (2024-2029): It is a well-known secret in Brussels that following the hearings of the Juncker Commission members, but mainly after the hearings of the von der Leyen Commission members, it became clear in some cases to be an “extremely politicized appointment process”. It also revealed the difficulties of the European Parliament in thoroughly examining the adequacy of the designated commissioners and justifying, in some cases, the outcome, for example, of the review of financial interest declarations, to determine whether (there will be) personal (potential) interests, conflicting with those they are commissioned to serve and defend from the position of commissioner.

      The scheduling of the hearings is no coincidence

   Considering the above, it remains unknown which proposed members of the new von der Leyen Commission will receive the strong blow, as well as whether there will ultimately appear the ground, the reason, even the opportunity for an (other) “blow”, from MEPs to confirm its strength and role of the European Parliament in terms of the accountability of the European Commission to the MEPs.

      Additionally, Brussels sources mention to AMNA-MPA that the scheduling of the hearings by the EP Bureau (EP president and political group leaders), after consultation with the Committee chairs, is not accidental. And as an example, they stress that the last day of the hearings (November 12) is set for the hearing of the six (6) appointed vice presidents of the new Commission, namely the Frenchman Stéphane Séjourné (Prosperity and Industrial Strategy), the Estonian Kaja Kallas (High Representative of the EU for Foreign Policy and Security Policy), the Italian Raffaele Fitto (Cohesion and Reforms), the Spaniard Teresa Ribera Rodríguez (Clean, Fair and Competitive Transition), the Finn Henna Virkkunen (Tech Sovereignty, Security, and Democracy) and the Romanian Roxana Minzatu (People, Skills and Readiness). The hearing of the appointed commissioner for “Sustainable Transport and Tourism” is set for Monday, November 4, by the Transport Committee, with members of the Environment Committee present.

      The same sources assured AMNA-MPA that “beyond any ‘political’ or ‘substantial’ message that MEPs will want to send during these hearings,” the hearings will be interesting for the appointed commissioner from Austria, Magnus Brunner, who is proposed for the portfolio of “Internal Affairs and Migration,” following the latest developments regarding the EU migration policy, but also for the Danish appointed commissioner, Dan Jørgensen, who is proposed for the “Energy and Housing” portfolio, two issues that concern all member states and it has already been assessed that initiatives must be undertaken on a pan-European level.

      For now, the teams of both sides, both MEPs and designated commissioners, have embarked on feverish activities (and exhausting research on the Internet) to… discover and prepare for possible “hits” during the hearings.

      Chrysostomos Bikatzik