Bruxelles – Il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, e altri 18 capi di Stato e di governo dell’UE hanno sollecitato questo venerdì con una lettera la presidente della Banca Europea per gli Investimenti (BEI), Nadia Calviño, affinché aumenti il suo finanziamento all’industria della difesa europea.
La lettera, redatta su iniziativa del primo ministro finlandese, Petteri Orpo, porta la firma, oltre che di Sánchez, dei dirigenti di Belgio, Croazia, Cipro, Danimarca, Slovacchia, Estonia, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Romania e Svezia.
Questa richiesta arriva un giorno dopo che Calviño ha annunciato che la BEI raddoppierà il suo investimento nella difesa nel 2025 fino a 2.000 milioni di euro in risposta al mandato dei leader europei di migliorare ulteriormente l’accesso delle imprese europee della difesa al finanziamento.
Nella sua missiva, i leader ringraziano per gli sforzi della BEI, ma sottolineano anche “l’urgente necessità” di mobilitare investimenti aggiuntivi per rafforzare la capacità di difesa e la sicurezza dell’UE, un tema che sarà al centro del dibattito dei leader nella loro riunione informale del prossimo lunedì a Bruxelles.
La lettera include, inoltre, una serie di proposte per aumentare il finanziamento dell’industria della difesa europea, a partire da un ridisegno della lista delle attività escluse dal finanziamento della BEI per riflettere le attuali priorità politiche dell’UE.
La BEI ha già rinunciato a maggio del 2024 al requisito che richiedeva che i progetti a duplice uso ottenessero oltre il 50% dei loro ricavi previsti dall’uso civile, in modo che ora l’unica condizione è che i progetti finanziati garantiscano un “uso civile credibile”.
Tuttavia, questo gruppo di 19 paesi chiede di andare un passo oltre affinché la BEI possa fornire finanziamenti a progetti destinati esclusivamente alla difesa.
Analogamente, i leader chiedono che venga aumentata la proporzione delle risorse assegnata alla difesa e suggeriscono anche la possibilità di finanziare questi progetti attraverso l’emissione di debito, come già fa la BEI con i progetti di transizione pulita. (31 gennaio)