Madrid – «Reconquista» è stata una delle parole più ascoltate questo sabato nel primo vertice dei Patriots a Madrid, dove i leader dell’estrema destra europea hanno espresso la loro convinzione che il trionfo di Donald Trump negli Stati Uniti apra la porta a una nuova Europa, cristiana, conservatrice e senza immigranti.
Anche se non era presente né ha inviato un messaggio, l’ombra del presidente degli Stati Uniti ha aleggiato sul vertice, convocato sotto il motto «MEGA» (Make Europe Great Again, Fare l’Europa grande di nuovo), che evoca quello utilizzato dal leader repubblicano, a cui oggi i suoi colleghi europei si sono riferiti come «fratello d’armi».
«Il tornado Trump ha cambiato il mondo in sole un paio di settimane e un’epoca è finita». «Ieri eravamo eretici (…) ieri dicevano che eravamo il passato, oggi tutti vedono che siamo il futuro», ha riassunto il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, nel suo intervento.
Proprio Orbán è uno dei fondatori di Patriots for Europe (Patrioti per l’Europa), che si è posizionato come terza forza nel Parlamento Europeo, e include, tra gli altri, il leader del partito spagnolo Vox, Santiago Abascal, la francese Marine Le Pen, l’italiano Matteo Salvini e il portoghese André Ventura.
Tutti loro sono intervenuti questo sabato nel vertice e, davanti a più di 2.000 persone, hanno attaccato Bruxelles, hanno difeso il nazionalismo, hanno respinto l’immigrazione, il cosiddetto «patto verde» e la diversità di genere, tra altre basi della politica comune europea.
In un auditorio gremito di bandiere spagnole e di Vox, si sono udite slogan come «Viva España» e «Viva l’Europa dei Patrioti», e ovazioni ai leader ultra, un cliché solo interrotto da un’attivista di Femen, che ha irrotto nella sala senza vestiti al grido di «al fascismo neanche un passo avanti».
Il tornado Trump e le critiche a Bruxelles
Se per Orbán il «tornado Trump» può aprire la porta all’estrema destra in Europa, Marine Le Pen sostiene che il suo trionfo è il «vero cambiamento globale» e per Abascal bisogna avanzare nella «riconquista» e cogliere l’«opportunità che offrono i tempi presenti».
Trump è, nelle parole di Abascal, «compagno d’armi nella battaglia per il bene e la libertà», anche se «non cerchiamo un salvatore in una nazione straniera, meno che mai un imperatore», ha precisato il leader di Vox.
«Tutti capiscono che qualcosa è cambiato» dopo il trionfo di Trump mentre «l’Unione Europea sembra essere in stato di shock», ha sottolineato Le Pen.
«È vero che a Bruxelles tutte le luci sono rosse», ha insistito. «In realtà, l’Unione Europea non fa politica, fa morale, non ha visione del futuro, ha solo buoni sentimenti immediati», ha criticato.
Per Matteo Salvini è il momento di seguire il presidente statunitense e «mettere in discussione realtà come la Corte Penale Internazionale, che mette i terroristi islamici allo stesso livello di (Benjamin) Netanhayu, che è un primo ministro eletto democraticamente».
Per un’Europa cristiana e senza immigranti
Le critiche alla politica migratoria europea sono state un’altra costante in una giornata in cui si sono moltiplicate le allusioni storiche alla «riconquista» e all’espulsione dell’Islam.
Orbán ha incolpato Bruxelles di permettere l’ingresso di 9 milioni di immigranti in un decennio e ha difeso la sua politica di «tolleranza zero»: «Passare il confine senza permesso è un reato nel mio paese».
«Abbiamo introdotto nella Costituzione che tutti questi poteri dello Stato hanno l’obbligo di difendere la cultura cristiana» e che «la madre è una donna e il padre è un uomo», ha continuato Orbán.
Per Abascal, i membri di Patriots sono legati da vincoli «strettissimi», come «la difesa delle nostre frontiere, perché recinzioni alte fanno buoni vicini».
Le Pen è arrivata ad assicurare che «la politica migratoria è fuori controllo, e il pozzo senza fondo dell’immigrazione svuota le nostre casse e riempie le nostre carceri».
Per l’estrema destra europea, il 2025 segna l’inizio di una nuova era: «Abbiamo il dovere di costruire un’alternativa credibile a questa Europa fallita a partire dal 2025, che sarà l’anno del punto di svolta, l’anno della riconquista, l’anno in cui i Patrioti dimostreranno di essere pronti a governare e avere un piano chiaro», ha detto Salvini.
«Non c’è tempo per lo scoraggiamento né c’è tempo per leccarsi le ferite degli attacchi che subiamo (…) ci sono solo segni di speranza ovunque», ha concluso Abascal alla chiusura. (8 febbraio)