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Sullo sfondo della guerra in Ucraina e della crisi energetica, il precedente governo belga aveva raggiunto un accordo con Engie alla fine del 2023 per estendere la durata di vita dei due reattori di dieci anni fino al massimo 2037. L’accordo con il colosso energetico francese annulla l’uscita pianificata dal nucleare e deve garantire l’approvvigionamento elettrico in Belgio per i prossimi dieci anni.

La Commissione aveva avviato la scorsa estate un’indagine approfondita sugli aiuti di Stato previsti dall’accordo e sull’impatto di essi sul mercato dell’elettricità. Viene ora alla conclusione che il sostegno è “necessario” e “adeguato” per garantire l’approvvigionamento energetico, come si legge in un comunicato stampa di venerdì. Le misure sono “proporzionali” e “limitate allo stretto necessario” e la distorsione della concorrenza causata è “ridotta al minimo”. Il Belgio deve comunque apportare alcune correzioni, tra cui la joint venture che gestirà i reattori e il meccanismo di garanzia del prezzo.

Il ministro belga dell’energia Mathieu Bihet definisce il via libera della Commissione come “un importante passo avanti per la transizione energetica del nostro paese”. “Combinando energia rinnovabile e nucleare, il Belgio rafforza la sua indipendenza energetica, garantendo al contempo elettricità accessibile, a basse emissioni di carbonio e la sicurezza dell’approvvigionamento”, ha affermato in un comunicato stampa.