Bruxelles (ANSA) – Dire addio ai combustibili fossili russi entro il 2027: Bruxelles l’aveva promesso nel 2022 con il suo piano RePowerEu e ora è pronta ad accelerare. La Commissione europea ha svelato a Strasburgo l’attesa roadmap per chiudere i rubinetti di gas e gnl da Mosca nel duplice intento di spezzare i legami con una potenza “ostile” e rafforzare la leva negoziale nei colloqui sui dazi con Washington, offrendo in cambio più acquisti di gnl americano.
Nella comunicazione presentata dal commissario all’energia Dan Jorgensen, la Commissione propone un approccio graduale e coordinato all’eliminazione del gas russo, annunciando sempre per il mese di giugno una proposta legislativa per vincolare gli Stati membri a presentare “entro fine anno” dei piani nazionali per “pianificare e monitorare l’eliminazione” delle importazioni dal Cremlino.
I piani dovranno contenere il volume delle importazioni di gas russo nell’ambito dei contratti esistenti, un calendario con le tappe per arrivare al 2027 e le opzioni di diversificazione e le capacità tecniche per sostituire il gas russo. Attesa per il prossimo mese anche una proposta legislativa per rafforzare trasparenza, monitoraggio e tracciabilità del gas russo da parte delle aziende nelle importazioni dei Ventisette.
Sebbene l’Ue abbia ridotto drasticamente le importazioni di energia da Mosca, nel 2024 la quota di Gnl russo è aumentata del 5,5% e Mosca è stato il secondo fornitore di gas liquefatto (17,5%) dell’Ue (dopo gli Stati Uniti, al 45,3%). Le importazioni di gas russo nell’Ue sono comunque passate dal 45% del 2021 al 19% del 2024, e dovrebbero ridursi al 13% nel 2025.
“La guerra in Ucraina ha brutalmente messo in luce i rischi del ricatto, della coercizione economica e degli shock dei prezzi. Con RePowerEu abbiamo diversificato il nostro approvvigionamento energetico e ridotto drasticamente la precedente dipendenza dell’Europa dai combustibili fossili russi. È ora che l’Europa tagli completamente i legami energetici con un fornitore inaffidabile” ha detto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
L’energia che ci arriva “non deve pagare per una guerra di aggressione contro l’Ucraina. Lo dobbiamo ai nostri cittadini, alle nostre imprese e ai nostri coraggiosi amici ucraini”, ha aggiunto (6 maggio).
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