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Tutti, chi più chi meno, conoscono il mito di Europa, la giovane principessa rapita da Zeus dall’antica Fenicia e portata nel continente che prende il suo nome. Quanti, però, sanno che nel cuore dell’antica Macedonia esisteva la città più … europea dell’antichità, Europò, oggi entro i confini dell’unità regionale di Kilkis?

«Europòs era una città importante dell’antica Bottia, a soli 18 km dalla capitale del regno macedone, Pella. Era la “Città degli Europei”, secondo una testimonianza epigrafica della fine del II secolo a.C. su un piedistallo onorario per il proconsole Marco Minucio Rufo. Il funzionario romano, che ci viene presentato da questa iscrizione, non ci è sconosciuto. Lo conosciamo anche da Roma, perché aiutò la provincia di Macedonia e precisamente l’Europò a non cadere nelle mani di tribù galliche e di altre popolazioni.»

In suo onore, quindi, nella città che ha protetto, fu eretta una statua dalla quale è conservata una parte della base di appoggio con l’iscrizione onoraria e, insieme ad altri oggetti, presentiamo al Museo Archeologico Nazionale (MAN)», dichiara alla APE-MPE Giorgia Stratoula, direttrice del Servizio delle Antichità (SFA) di Kilkis.

La mostra, che durerà fino a domenica 16 marzo 2025 (forse verrà prorogata), si svolge nel quadro della fortunata organizzazione del MAN «Incontri di Musei al Nazionale» e costituisce il secondo “Incontro” – il primo è stata la presentazione dei foglietti oracolari di piombo di Dodona. In questa esposizione per la prima volta ad Atene vengono esposti antichi reperti di Europò, una città fiorente nel cuore del regno macedone, con noti cittadini nei Santuari Panellenici, membri illustri dell’aristocrazia macedone e fortemente riconoscibile identità per la società contemporanea, patria di Seleuco I, uno dei più importanti successori di Alessandro Magno.»

Ma cosa sappiamo della città che porta un nome così caratteristico? «Secondo il mito, Europòs è genealogicamente collegato all’eroe eponimo dei Macedoni, Europò, figlio di Macedone e di Oreithyia, figlia di Cecrope. Etimologicamente, la parola Europò significa ‘ampio’, riflettendo, forse, la morfologia della zona, nella valle del fiume Axio, ampio e navigabile, e all’ombra del boscoso monte Paiko. Il legame etimologico con il nome del nostro continente è ovviamente evidente», riferisce G. Stratoula per la città che oggi porta due marchi: il nome Europò e Seleuco I Nicatore, fondatore della dinastia dei Seleucidi e protagonista del mondo ellenistico.

Sappiamo da Tucidide che durante l’epoca classica la città aveva mura molto solide, che nel 429 a.C. la proteggevano dall’attacco del re trace Sitalce. Era già una città importante, fiorì durante il periodo ellenistico e rimase in auge anche più tardi, nel II e I secolo a.C., benché provata da invasioni nemiche successive. Questo perché Europò si trovava in una posizione molto strategica, nella valle del fiume Axio, navigabile, che sfociava nel Golfo Termaico. Come abbiamo rappresentato nell’esposizione con oggetti e superfici murarie, sono stati trovati ad Europò monumenti funebri del IV secolo a.C. in marmo attico. Dalla tipologia delle figure e della loro scultura appare che sono prodotti importati. Se non ci fosse stato il mare e successivamente il fiume, sarebbe stato facile trasportare il marmo, che pesava tonnellate, dall’Attica verso il nord?», sottolinea alla APE-MPE la Signora Stratoula riguardo l’importanza che aveva nell’antichità una città così vicina al fiume Axios, ma anche alla capitale del regno macedone, Pella (un tempo un porto importante).

I ricchi sepolcri con corredi metallici di Europò dei primi periodi ellenistici (fine IV – inizio III secolo a.C.), scavati durante gli anni ’90 dall’archeologa Thomi Savvopoulou, come anche il tumulo ellenistico di Messias con un complesso funerario costituito da una tomba monumentale a cassone e una tomba macedone, portato alla luce nel 2020-2021 da una squadra di scavo sotto la direzione di Giorgia Stratoula e appartenuto una volta al territorio di Europò, costituiscono una testimonianza indiretta che pochi cittadini dell’antica Europò avrebbero avuto benessere economico, come quelli menzionati come europei nei santuari di Larissa e dell’Argolide peloponnesiaca durante il IV e il III secolo a.C., ma anche noti, come Machatas di Europò, menzionato nella lista degli “theorodokoi” dell’Oracolo di Delfi, che lui e la sua famiglia avevano visitato, godendo di cure particolari a causa della loro alta posizione sociale», spiega la interlocutrice della APE-MPE.

«Da Europò proveniva inoltre Seleuco I Nicatore, fondatore della dinastia dei Seleucidi e protagonista del mondo ellenistico, il più importante secondo lo storico Arriano tra i Successori di Alessandro Magno, che tra le molte altre città fondò anche Dura Europo sull’Eufrate, in una regione molto simile alla sua patria», riferisce la signora Stratoula riguardo la mostra al MAN, dove oltre ai reperti del Museo Archeologico di Kilkis, attualmente in fase di ammodernamento, vengono presentati due video di 10 minuti prodotti dalla SFA di Kilkis, uno dedicato al percorso storico di Seleuco intitolato “Seleuco I Nicatore. Da Europò nel mondo ellenistico” e l’altro, intitolato “Città degli Europei”, nel sito archeologico di Europò.

«Nella mostra abbiamo cercato di presentare l’importanza dell’antica città e dimostrare la possibilità del suo contributo allo sviluppo turistico della Macedonia Centrale. Abbiamo scavato solo una piccola parte della città antica e dei suoi cimiteri. Sarebbe augurabile che le ricerche continuassero. La città, che iniziò a formarsi nel X secolo a.C., cioè nell’Età del Ferro, era fiorente durante l’epoca classica, ellenistica e romana, principalmente a causa della sua posizione strategica, che controllava le rotte commerciali dall’Egeo verso l’entroterra balcanico, nonché della fertile valle del fiume Axios che offriva possibilità di sviluppo non solo per il grano, la viticoltura e gli uliveti, ma anche per la zootecnia. Anche oggi l’allevamento bovino è fiorente nella regione di Kilkis. E non dimentichiamo che Kilkis è una zona ricca di materie prime minerarie», sottolinea l’archeologa.

L’odierno sito archeologico visitabile, di 21 acri, include parte del cimitero romano e paleocristiano di Europò, in cui sono stati conservati vari tipi di monumenti funebri, fra i quali si distinguono tombe monumentali a volta in mattoni. Nel sito funziona un “Centro Informativo di Europò Antica”, che accoglie e informa il visitatore dettagliatamente sulla storia di questa importante città, così come del suo discendente, Seleuco I Nicatore. A sud del sito archeologico organizzato si estendono cimiteri di varie epoche. Inoltre, uno dei sei percorsi affascinanti suggeriti dalla SFA di Kilkis riguarda la “Città degli Europei” (https://www.efa-kilkis.gr/routes/anakalyptontas-tin-periochi-tis-aristokratikis-evropou-tis-polis-ton-evropaion/).

Si segnala che nella prima presentazione dell’itinerario archeologico “Il rapimento di Europa. Un percorso dal mito fino alle terre di una città antica sconosciuta”, il 22/2, guiderà nel punto espositivo “Città degli Europei” la Dott.ssa Giorgia Stratoula, mentre l’evento sarà arricchito dalla musica dell’antichità di Thanasis Kleopas e Theodoros Koumartzis, interpreti del gruppo musicale Seikilo Ancient World Music. Gli altri due eventi si svolgeranno l’8 e il 22 marzo, anch’essi di sabato, alle ore 13:00. In tutte e tre le presentazioni, archeologi del MAN e della SFA di Kilkis accoglieranno i visitatori nelle sale del Museo e cercheranno insieme a loro le origini del mito di Europa dal Mediterraneo orientale dell’età del bronzo fino all’antico regno di Macedonia. (23/2/2025)