Madrid – Il Gruppo BEI, formato dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e dal Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI), ha destinato 36,2 miliardi di euro nel 2023 a progetti nelle zone più povere dell’Unione Europea, note come regioni di coesione, e la Spagna si è situata come una delle zone più beneficiate.
Nel terzo rapporto annuale sulle attività del Gruppo BEI nelle regioni di coesione dell’UE, pubblicato lunedì, l’istituzione europea spiega che questa cifra rappresenta quasi la metà (47%) dei prestiti e degli investimenti realizzati dal Gruppo BEI nell’UE l’anno scorso.
Solo i prestiti di coesione formalizzati dalla BEI nel 2023 sono ammontati a 29,8 miliardi di euro, ossia il 45,1% del totale degli impegni di finanziamento nell’UE, superando così l’obiettivo del 42% stabilito dalla Banca.
Inoltre, dettaglia che i prestiti di coesione realizzati dalla BEI nel 2023 hanno raggiunto il loro livello più alto nei 65 anni di storia della Banca, con un notevole incremento nel finanziamento di piccole e medie imprese (PMI) e imprese di media capitalizzazione (mid-cap).
Inoltre, il supporto all’azione per il clima e alla sostenibilità ambientale ha rappresentato il 60% del totale degli impegni nelle regioni di coesione. I cinque paesi più beneficiati l’anno scorso sono stati Francia, Spagna, Polonia, Italia e Grecia.
A tal proposito, l’organismo si aspetta che le operazioni firmate dalla BEI nel 2023 permettano di accedere a migliori servizi sanitari per più di 5 milioni di persone, fornire elettricità generata da fonti di energia rinnovabile a più di 6 milioni di famiglie, connettere a più di 6 milioni di nuovi abbonati ai servizi 5G e generare un volume significativo di posti di lavoro diretti ed indiretti.
Per quanto riguarda gli impegni del FEI in materia di garanzie di credito e capitale di rischio per le regioni di coesione, nel 2023 sono ammontati a 6,8 miliardi di euro, ossia il 49% del totale degli impegni del FEI nell’UE. I cinque principali paesi beneficiari sono stati Romania, Bulgaria, Polonia, Francia e Italia.
Infine, la pubblicazione spiega che, in linea generale, l’UE classifica le regioni in tre gruppi in base al loro livello di sviluppo economico: meno sviluppate, in transizione e più sviluppate.
I prestiti della BEI alle regioni meno sviluppate sono ammontati a 17,2 miliardi di euro, ossia il 26% del totale dell’UE, al di sopra dell’obiettivo del 21% fissato dalla Banca.
Tutti i paesi dell’UE (eccetto il Lussemburgo) contano su regioni di coesione – incluse regioni in transizione – ed è fondamentale adottare investimenti specifici in queste zone per sbloccare il loro potenziale.
Il documento aggiunge che, sebbene siano stati compiuti considerevoli progressi nella convergenza dell’UE a livello nazionale, i risultati regionali all’interno dei paesi continuano a essere disuguali.
Secondo la Roadmap Strategica del Gruppo BEI per gli anni 2024-2027, approvata all’unanimità dagli azionisti del braccio finanziario dell’UE a giugno, il supporto alla politica di coesione è una delle otto priorità fondamentali del Gruppo BEI.
“La coesione sociale e territoriale costituisce un asse centrale della missione del Gruppo BEI ed è una delle nostre principali priorità strategiche. Il talento è distribuito in modo uniforme in tutta l’UE, ma le opportunità no. Offriamo opportunità là dove c’è il talento, supportando così le politiche dell’UE. Ogni luogo, ogni regione, conta”, ha affermato la presidente del Gruppo BEI, la spagnola Nadia Calviño. (15 luglio)