Gli Stati membri dell’UE hanno concordato venerdì, sulla base di un testo preparato dalla presidenza polacca, una posizione comune riguardo alle norme sull’utilizzo delle nuove tecniche genomiche (NGT) nella coltivazione delle piante. I negoziati con il Parlamento europeo su questo tema potrebbero iniziare alla fine di aprile.
Venerdì, gli ambasciatori degli Stati membri presso l’UE, sotto la presidenza polacca, hanno concluso i negoziati sulle nuove regolamentazioni delle NGT, che duravano da oltre un anno e mezzo e sono stati condotti dalle tre precedenti presidenze, ossia spagnola, belga e ungherese.
Si tratta di escludere le piante create utilizzando alcune tecniche NGT dalle normative restrittive riguardanti gli alimenti geneticamente modificati, cioè i cosiddetti OGM, a cui fino ad ora erano soggette. Non vi era giustificazione, poiché – come sostengono i legislatori dell’UE – le differenze tra NGT e OGM sono troppo significative per essere regolate allo stesso modo. Nel caso degli OGM infatti si verifica un incrocio di specie e nelle piante vengono introdotti interi “pacchetti” di geni estranei, anche se le tecniche genomiche consentono modifiche così precise che potrebbero avvenire in natura. Le nuove regolamentazioni permettono di aumentare la resistenza delle colture ai cambiamenti climatici, come siccità o alluvioni, e di ridurre l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici.
La legislazione proposta divide le piante NGT in due categorie, che saranno soggette a regolamentazioni diverse. La prima è la NGT1, ossia le piante sottoposte a modifiche così minime che sono ottenibili anche con metodi convenzionali, e le nuove tecniche genomiche accelerano semplicemente questo processo. Il secondo gruppo è la NGT2, ossia piante che hanno subito più di 20 modifiche, un risultato che in natura sarebbe piuttosto difficile da ottenere.
Il primo gruppo sarà escluso dalle normative sugli OGM, mentre il secondo sarà ancora soggetto a restrizioni, e i coltivatori saranno obbligati a condurre valutazioni del rischio legate alla coltivazione e ottenere l’autorizzazione per immetterle sul mercato. I paesi potranno vietare la coltivazione della NGT2.
Il progetto di regolamento concordato esclude anche l’uso delle tecniche NGT nelle coltivazioni biologiche.
Gli Stati membri inizieranno ora i negoziati con il PE, tra cui le regole per la brevettazione e l’etichettatura delle NGT. Qui, come si dice a Bruxelles, le trattative potrebbero essere complicate, poiché le nuove tecnologie genomiche sono solo poche e sono tutte di proprietà di qualcuno. Di solito si tratta di università o enti di ricerca che le concedono in licenza alle grandi aziende, le quali poi producono già il materiale di semina modificato.
Attualmente il mercato è dominato da quattro multinazionali internazionali, mentre gli Stati dell’UE sostengono che la coltivazione dovrebbe essere ampiamente accessibile agli agricoltori, non rimanere nelle mani di grandi aziende. Per questo motivo, nel progetto di regolamento si parla della creazione di un gruppo di esperti per i brevetti sulle NGT, e il documento impegna la CE a preparare un rapporto sull’impatto della brevettazione, tra l’altro, sulle coltivazioni e sulla competitività del settore, un anno dopo l’entrata in vigore delle regolamentazioni. Le trattative riguarderanno anche le regole di etichettatura delle piante NGT, specialmente quelle appartenenti alla seconda categoria.
Come appreso dall’agenzia PAP da fonti UE, nonostante i paesi UE siano riusciti a raggiungere un accordo sulle ulteriori negoziazioni, le opinioni delle capitali sono divise. In Europa, il pioniere della coltivazione delle piante utilizzando le NGT è il Regno Unito, mentre nell’UE ci sono alcuni Stati, i cosiddetti falchi, che vorrebbero adottare i metodi britannici, incluso permettere l’uso delle NGT nelle produzioni biologiche. Tra questi ci sono ad esempio Svezia, Danimarca e Spagna.
Ci sono anche paesi scettici, tra cui – anche se per motivi diversi – Germania e Austria. Lo scetticismo dell’Austria deriva dal fatto che questo paese è il leader, responsabile del 25% della produzione biologica nell’UE, quindi per motivi economici non vuole permettere l’ingresso delle piante NGT nelle sue coltivazioni. Lo scetticismo della Germania si basa su premesse politiche, poiché il ministero dell’Agricoltura è ancora in mano ai Verdi, che si distanziano dalle NGT.
In Polonia, il tema delle NGT non è stato discusso per anni. Ancora nel 2023, dopo che la CE ha presentato il progetto di regolamentazione, le autorità lo hanno valutato negativamente. Il ministero dell’Agricoltura si è recentemente occupato della questione e i governanti sono pronti a negoziare.
Alla trattative sono favorevolmente disposte le grandi organizzazioni agricole europee, come COPA e COGECA, che in una dichiarazione pubblicata mercoledì hanno sottolineato l’importanza della legislazione per garantire la sicurezza alimentare in Europa e ripristinare l’innovazione. (14.03.2025)