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LUSSEMBURGO – La Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) ha confermato oggi il procedimento dell’Autorità Garante della Concorrenza (AdC) contro 14 banche, nel 2019, per violazione della concorrenza, respingendo i ricorsi presentati contro la decisione del regolatore.
In un comunicato relativo alla sentenza pronunciata oggi, la CGUE sostiene che “lo scambio di informazioni avvenuto per più di un decennio tra 14 istituti di credito in Portogallo può costituire una restrizione della concorrenza per oggetto”.
La questione riguarda lo scambio di informazioni relative ai mercati del credito abitativo, del credito al consumo e del credito alle imprese e che “riguardavano determinate condizioni, attuali e future, applicabili alle operazioni, in particolare agli ‘spread’ e alle variabili di rischio, nonché ai valori produttivi individualizzati dei partecipanti a tale scambio”.
Il tribunale ritiene che possa esserci una restrizione della concorrenza “quando le informazioni scambiate sono riservate e strategiche nel senso che tali informazioni sono in grado di rivelare il comportamento futuro di un concorrente nei mercati in questione”.
Il caso, noto come il ‘cartello delle banche’, è stato deferito alla CGUE nel maggio 2022, dal Tribunale della Concorrenza, Supervisione e Regolazione, per pronunciarsi se lo scambio di informazioni abbia avuto effetto sul consumatore.
Ora spetta al Tribunale della Concorrenza decidere sul ricorso della decisione della AdC presentato dalle banche interessate.
Il 9 settembre 2019, l’AdC ha condannato 14 banche al pagamento di multe per un totale di 225 milioni di euro per pratica concertata di scambio di informazioni commerciali sensibili, durante un periodo di oltre dieci anni, tra il 2002 e il 2013.
Le banche condannate sono BBVA, BIC (per fatti commessi dall’allora BPN), BPI, BCP, BES, Banif, Barclays, CGD, Caixa Central de Crédito Agrícola Mútuo, Montepio, Santander (per fatti da essi commessi e per fatti commessi dal Banco Popular), Deutsche Bank e UCI.
Di questi, solo Banif e Deutsche Bank non hanno presentato ricorso contro la decisione della AdC. (29 luglio)