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Praga/Bruxelles – La Commissione europea ha approvato oggi preliminarmente un altro pagamento di fondi del piano straordinario di ripresa per la Repubblica Ceca. La Repubblica Ceca dovrebbe ricevere 1,9 miliardi di euro (circa 48 miliardi di corone ceche) principalmente per progetti legati allo sviluppo delle energie rinnovabili e delle infrastrutture ferroviarie, ha dichiarato la CE sul suo sito web. Secondo una fonte della TOT presso la Commissione, la Repubblica Ceca dovrebbe ricevere i fondi entro la fine dell’anno. Tuttavia, il Ministero dell’Industria e del Commercio (MPO) ha successivamente precisato che è stato approvato il pagamento di 41 miliardi di corone fino ad ora. Altri 6,5 miliardi di corone sono stati trattenuti dalla CE, poiché la Repubblica Ceca non ha ancora approvato alcune delle riforme promesse.
L’approvazione preliminare del pagamento dei fondi è legata all’adozione di 17 riforme e all’attuazione di 28 progetti di investimento. I traguardi e gli obiettivi raggiunti riguardano il sostegno all’uso delle fonti di energia rinnovabile, il nuovo concetto di trasporto merci, la modernizzazione delle linee ferroviarie o gli accessi senza barriere. La CE ha identificato lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile e delle infrastrutture ferroviarie come aree chiave del pagamento attuale dei fondi. Secondo una fonte della CE, la Repubblica Ceca ha ricevuto i fondi per lo sviluppo dell’isolamento degli edifici pubblici e delle case familiari e condominiali, o per l’approvazione delle regole per la condivisione dell’elettricità da fonti rinnovabili. Ulteriori fondi sono legati a progetti per l’elettrificazione delle ferrovie.
La CE ha dichiarato che la Repubblica Ceca ha finora soddisfatto 63 dei 65 traguardi associati al pagamento dei fondi nella richiesta attuale. L’MPO ha precisato nel comunicato stampa che manca l’approvazione della riforma completa dell’assistenza a lungo termine, dalla quale dipende il pagamento di 4,1 miliardi di corone. L’altro traguardo mancante è la novella della legge sull’energia soprannominata Lex OZE III, che regola le norme per lo stoccaggio dell’elettricità, nonché l’aggregazione della sua produzione e consumo, e che è attualmente all’esame del Parlamento. Dopo l’approvazione di queste riforme, l’anno prossimo la CE potrebbe decidere sulla liquidazione dei fondi trattenuti rimanenti. (15 novembre)
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