Strasburgo (ANSA) – Il Parlamento europeo ha respinto la risoluzione sulle priorità per il bilancio comunitario del 2024. E il testo, al suo interno conteneva la proposta del Ppe di destinare “immediatamente ingenti fondi Ue e risorse a sostegno degli Stati membri nel rafforzamento delle capacità e delle infrastrutture di protezione delle frontiere”. L’emendamento dei Popolari è passato con 322 sì, 290 voti contrari e 20 astenuti e con il sostegno di tutti i gruppi di centrodestra.
Sostegno che, tuttavia, è venuto a mancare nella votazione successiva, quella sulla risoluzione nel suo complesso, respinta con 321 voti contrari, 210 favorevoli e 105 astenuti. I gruppi di destra di Ecr e Id si sono divisi. L’emendamento dei popolari era stato compattamente sostenuto dai due gruppi. Nella votazione sulla risoluzione nel suo complesso, però, diverse delegazioni dei Conservatori – tra i quali Vox, i Democratici Svedesi e la compagine olandese – si sono espressi in maniera contraria mentre la delegazione polacca e Fdi si sono astenuti.
All’interno del gruppo Id, anche la Lega ha scelto l’astensione laddove gran parte delle altre delegazioni sovraniste hanno votato contro. I Popolari, dopo aver incassato il sì al loro emendamento sui fondi per più protezioni ai confini, sono rimasti pressoché isolati sul voto sulla risoluzione nel suo complesso: solo una parte del gruppo Renew ha votato a favore. Il testo invece finito sotto il fuoco incrociato delle Sinistre, dei Socialisti e dei Verdi (19 aprile).
L’Ue chiede a 5 Stati membri di revocare le misure unilaterali sull’import del grano ucraino
Bruxelles (ANSA) – Il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, e il commissario europeo all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski hanno incontrato i rappresentanti dei cinque Stati membri confinanti con l’Ucraina – Bulgaria, Ungheria, Polonia, Slovacchia, Romania – e dell’Ucraina per presentare delle proposte per affrontare le preoccupazioni espresse da questi 5 Stati membri in merito al deterioramento della situazione dei produttori dell’Unione per prodotti specifici.
Lo si legge in una nota dei due commissari. Il pacchetto proposto dall’esecutivo comunitario comprende una seconda tranche di sostegno finanziario agricolo agli agricoltori interessati, del valore di 100 milioni di euro, misure di salvaguardia eccezionali sui prodotti chiave e misure per facilitare il transito delle esportazioni di cereali ucraini attraverso le corsie di solidarietà. Il pacchetto proposto dalla Commissione è subordinato alla revoca da parte degli Stati membri delle loro misure unilaterali.
Nei giorni scorsi, Polonia, Ungheria, Slovacchia e Bulgaria hanno vietato l’importazione di cereali e altri prodotti agricoli dall’Ucraina dopo che il crollo dei prezzi ha scatenato le proteste degli agricoltori locali. Da ultimo la Romania ha chiesto all’Ucraina soluzioni per limitare l’import di grano ucraino (19 aprile).
C’è l’intesa sul Chips Act. La produzione aumenterà entro il 2030
Bruxelles (ANSA) – Via libera delle istituzioni Ue al Chips Act, il piano presentato dalla Commissione europea nel febbraio del 2022 per raddoppiare la quota di mercato nei semiconduttori del vecchio continente dal 10% al 20% entro il 2030 e tagliare la dipendenza dalla Cina e dagli altri Paesi asiatici. È quanto si apprende a margine dell’ultimo round di negoziati tra il Parlamento europeo e i Paesi membri.
“Accolgo con grande favore l’accordo politico sul Chips Act”. La misura “consentirà di creare un’industria dei chip competitiva e di gettare le basi per una quota di mercato globale. Alimenterà un’industria tecnologica pulita ‘made in Ue’ e rafforzerà la nostra resilienza e sovranità digitale” ha scritto in un tweet la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
Il Parlamento europeo approva una legge per combattere la deforestazione
Strasburgo (ANSA) – Il Parlamento europeo ha approvato un regolamento che mira a combattere la deforestazione globale, imponendo alle imprese di garantire che i prodotti venduti nell’Ue non siano all’origine di deforestazione. Le aziende potranno vendere nell’Ue solo beni il cui fornitore abbia rilasciato una dichiarazione di due diligence che attesti che il prodotto stesso non proviene da terreni deforestati e non ha contribuito al degrado di foreste.
Le imprese dovranno, inoltre, verificare che tali prodotti siano conformi alla legislazione pertinente del Paese di produzione, anche in materia di diritti umani, e che i diritti delle popolazioni indigene interessate siano stati rispettati. Tra i prodotti interessati dalla nuova normativa vi sono capi di bestiame, cacao, caffè, olio di palma, soia e legno, compresi i prodotti che contengono, sono stati alimentati con o sono stati realizzati utilizzando questi prodotti, come proposto originariamente dalla Commissione.
Durante i negoziati, i deputati hanno incluso anche gomma, carbone, prodotti di carta stampata e una serie di derivati dell’olio di palma. Su richiesta del Parlamento europeo, inoltre, è stata ampliata la definizione di degrado forestale, che include ora la conversione delle foreste primarie o rigenerate naturalmente in piantagioni forestali o in altri terreni boschivi. Le sanzioni in caso di violazione delle nuove regole prevedono un’ammenda massima pari ad almeno il 4% del fatturato annuo totale nell’Ue dell’operatore o commerciante.
Secondo una stima dell’Organizzazione Onu per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), tra il 1990 e il 2020 circa 420 milioni di ettari di foreste, un’area più grande dell’Ue, sarebbero stati convertiti in terreni per uso agricolo. I consumi dell’Ue sono responsabili di circa il 10% della deforestazione globale. Le produzioni di olio di palma e di soia sono ritenute responsabili di oltre i due terzi della deforestazione. Il testo, passato, con 552 sì, 44 contrari e 43 astenuti, deve essere ora la ratificato dal Consiglio Ue e poi potrà entrare in vigore (19 aprile).
Dal 2024 in vigore l’esenzione dai visti per il Kosovo
Strasburgo (ANSA) – Il Parlamento europeo ha approvato l’accordo sull’esenzione dal visto per i cittadini del Kosovo, unico dei paesi dei Balcani occidentali a cui non è riconosciuta. Le nuove norme consentiranno ai cittadini del Kosovo di recarsi nell’Ue senza richiedere un visto, per periodi fino a 90 giorni su un arco di tempo di 180 giorni. L’esenzione dal visto entrerà in vigore una volta istituito il sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (ETIAS), e comunque entro il 2024. Dopo l’entrata in vigore della legge, l’intera regione dei Balcani occidentali avrà un quadro di visti simile per l’area Schengen.
“Tutti i cittadini della regione” dei Balcani “potevano viaggiare liberamente ad eccezione di quelli del Kosovo. E’ stato ingiusto e irragionevole, ma ora questa situazione è finita” ha detto il relatore del Parlamento europeo sulla liberalizzazione dei visti per i cittadini del Kosovo, Thijs Reuten, in conferenza stampa. Pristina, ha aggiunto, “ha lavorato duramente per soddisfare tutte le condizioni e le ha soddisfatte molti anni fa. Questo non è solo un momento importante per il Kosovo, ma anche per l’Ue, perché finalmente ha mantenuto la sua promessa” (18 aprile).
Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.