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«Punto di svolta storico» nella relazione tra Regno Unito e Unione Europea caratterizza Londra la nuova «collaborazione strategica» firmata dalle due parti poco fa nella capitale britannica «mirando a rafforzare l’economia britannica, ridurre il costo della vita e ripristinare legami commerciali e tecnologici critici con l’Europa». Questo sottolinea tra l’altro il comunicato dell’ufficio del primo ministro britannico emesso poco fa. 

L’accordo, come sottolinea Downing Street, è il risultato di intense trattative durate sei mesi e include un pacchetto di misure che si prevede rafforzerà l’economia del Regno Unito fino al 2040 con 9 miliardi di sterline. Come ha sottolineato Keir Starmer, il nuovo approccio è «buono per i posti di lavoro, buono per i conti e buono per i nostri confini».

Si segnala comunque che il nuovo accordo non ritorna allo status di mercato unico, unione doganale o libera circolazione, rispettando le linee rosse del governo. Tuttavia segna un’importante riavvicinamento, basato sul realismo, la cooperazione e il reciproco beneficio.

Un respiro per le imprese e le famiglie

Tra i punti chiave dell’accordo c’è il nuovo accordo SPS (misure sanitarie e fitosanitarie), che, riducendo la burocrazia alle frontiere, semplifica il movimento di cibi e bevande. Il ripristino del regolare flusso di beni, principalmente tra Gran Bretagna e Irlanda del Nord, si prevede porterà a prezzi più bassi e maggiore varietà sugli scaffali dei supermercati.

Allo stesso tempo, l’accordo consente l’esportazione di prodotti come hamburger e salsicce verso l’UE. Si tratta di prodotti che avevano smesso di essere esportati dopo la Brexit, causando gravi perdite in questo settore. 

Protezione dell’energia e dell’industria

Un altro elemento cruciale dell’accordo riguarda il collegamento dei Sistemi di Scambio di Emissioni di Entrambi i lati.  Questa regolamentazione si prevede rafforzerà la sicurezza energetica del Regno Unito e proteggerà le imprese dall’imminente «tassa sul carbonio» dell’UE, che, senza accordo, costerebbe alle imprese britanniche 800 milioni di sterline ogni anno. 

Particolare attenzione è stata data anche al settore dell’acciaio, con un regime adattato che protegge le esportazioni da nuovi dazi dell’UE. Così il Regno Unito, secondo quanto riportato dal comunicato di Downing Street, risparmierà annualmente nel settore 25 milioni di sterline. 

Benefici per cittadini e viaggiatori

Tuttavia, l’accordo ha anche benefici tangibili per i cittadini:

I turisti britannici potranno utilizzare più eGates in Europa, riducendo così l’attesa alle frontiere.

Viene reintrodotto il «passaporto per animali domestici» per cani e gatti, eliminando così  il lungo processo di certificati di salute.

Allo stesso tempo, iniziano i colloqui per il programma di scambio per i giovani. Questo programma darà ai giovani la possibilità di vivere, lavorare e viaggiare in Europa con flessibilità. Si tratta di un regime simile a quello in vigore tra Australia e Nuova Zelanda.

Focus sulla sicurezza e sull’immigrazione

L’accordo prevede anche l’accesso ai dati biometrici delle persone dell’UE  per rafforzare la sicurezza transfrontaliera. Allo stesso tempo, si intensifica la cooperazione per combattere l’immigrazione illegale, comprese le espulsioni e la gestione dei pericolosi attraversamenti via mare della Manica.

È stata firmata anche una nuova Accordo di Sicurezza e Difesa che permetterà all’industria della difesa britannica di partecipare al proposto fondo europeo «SAFE» di 150 miliardi di sterline.  

«È tempo di guardare avanti. Lasciarci alle spalle le vecchie controversie e trovare soluzioni comuni e ragionevoli che avvantaggiano il popolo britannico. La Gran Bretagna torna sulla scena internazionale con un governo al servizio dei lavoratori», ha dichiarato tra l’altro il primo ministro britannico Keir Starmer. Il Ministro per gli Affari Europei Nick Thomas-Symonds ha sottolineato: «Oggi si apre un nuovo capitolo nelle nostre relazioni con l’UE – un capitolo che porta benefici ai lavoratori in tutto il Regno Unito». (19/5/25)

Foto: EC/EU