Madrid – Il presidente del Governo di Spagna, Pedro Sánchez, ha sottolineato che la Spagna è il paese dell’Eurozona che “ha ridotto maggiormente” il divario di disuguaglianza esistente tra i più ricchi e i più poveri dal 2017.
“La Spagna è stata il paese dell’Eurozona che ha ridotto maggiormente il divario che esiste tra i più ricchi e i più poveri dal 2017. Con due guerre, con una pandemia, siamo stati il paese dell’Eurozona che ha ridotto maggiormente la disuguaglianza tra i più ricchi e i più poveri dal 2017”, ha affermato il capo dell’Esecutivo questo mercoledì durante la conferenza stampa che ha tenuto al Palazzo della Moncloa per fare il bilancio dell’anno politico.
Come ha precisato il presidente del Governo spagnolo, “la capacità di risparmio delle famiglie è aumentata di sei punti percentuali rispetto alla media storica” e “la disuguaglianza e la proporzione di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà si è ridotta”.
Questi dati, ha aggiunto, sono “fatti oggettivi che dimostrano che le politiche di redistribuzione della ricchezza stanno avendo un impatto sempre maggiore dal punto di vista microeconomico”.
Per questo motivo, ha rivendicato che con il Governo di coalizione progressista “lo Stato del Benessere è tornato a fiorire, a rafforzarsi”.
D’altra parte, ha evidenziato che la Spagna è diventata “la quinta grande economia più sostenibile del Pianeta”, nonostante la “furibonda opposizione dei negazionisti”.
Sánchez ha affermato che il Governo ha capito che l’adattamento e la mitigazione del cambiamento climatico “non soltanto è un dovere morale, ma può anche rappresentare un’opportunità economica e di sviluppo territoriale” per la Spagna, una “necessità esistenziale” per un paese “altamente esposto, come dice la scienza, agli impatti del riscaldamento globale”.
Sulla stessa linea, il capo dell’Esecutivo spagnolo ha sottolineato che “è anche un’opportunità per attrarre industrie, finanziamenti, per creare nuovi posti di lavoro, per consolidare sviluppi economici e industriali in territori dove prima non c’erano, per migliorare la salute della popolazione, per essere più competitivi e resilienti nell’economia globale”. (31 luglio)