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I governi di Portogallo e Spagna hanno oggi chiesto alla Commissione Europea un “impegno politico e finanziario fermo” per procedere con le interconnessioni tra la Penisola Iberica e il resto dell’Unione Europea (UE), dopo il blackout di aprile.
“È necessario un impegno politico e finanziario fermo, a tutti i livelli, per garantire l’integrazione rapida ed efficace della Penisola Iberica nel sistema energetico dell’Unione Europea. Ciò richiederà un ulteriore salto nella interconnettività e un investimento sostanziale nell’infrastruttura della rete elettrica europea”, sottolineano i ministeri dell’Ambiente e dell’Energia del Portogallo e della Transizione Ecologica della Spagna in una lettera indirizzata al commissario europeo per l’Energia, Dan Jørgensen.
Nella missiva, oggi consegnata dalla ministra portoghese competente, Maria da Graça Carvalho, a Dan Jørgensen a Bruxelles, si propone di realizzare, “ancora quest’anno, una riunione ministeriale, nella quale, insieme alla Francia e alla Commissione, si possa concordare un piano con traguardi e passi concreti da seguire per raggiungere gli obiettivi europei per il 2030 e il 2040”.
Si chiede anche una “priorità rafforzata e urgente alla realizzazione di queste infrastrutture critiche”.
Portogallo e Spagna sottolineano che il blackout registrato nella Penisola Iberica alla fine di aprile ha dimostrato “l’urgenza di accelerare il completamento delle interconnessioni elettriche con la Penisola Iberica”, così come “l’importanza dell’interconnettività nel sistema elettrico europeo in situazioni critiche”.
Un’interruzione generalizzata dell’approvvigionamento elettrico ha lasciato, il 28 aprile scorso, il Portogallo continentale, la Spagna e Andorra praticamente senza elettricità, così come una parte del territorio della Francia.
Aeroporti chiusi, congestione nei trasporti e nel traffico nelle grandi città e mancanza di combustibili sono state alcune delle conseguenze del blackout.
Questo incidente ha mostrato l’importanza di aumentare la resilienza della rete energetica dell’UE, in un momento in cui la Penisola Iberica ha una connettività inferiore al 3% con il resto dell’Unione.
Il governo portoghese ha sostenuto un aumento dell’interconnessione energetica del Portogallo con il resto dell’UE al 15% entro il 2030, attraverso la costruzione di ulteriori interconnessioni.
Il rafforzamento delle interconnessioni energetiche tra Portogallo e UE è stato discusso per diversi anni, ma non è mai avanzato completamente, nonostante sia importante per aumentare la sicurezza energetica, ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, diminuire i costi e facilitare la transizione verso le energie rinnovabili.
Il Portogallo ha una rete elettrica di quasi 235.000 chilometri per la distribuzione e 9.400 chilometri per il trasporto, composta da 13 operatori e 6,5 milioni di clienti.
Secondo i dati della Commissione Europea, sono necessari 584 miliardi di euro da destinare alla riforma delle reti elettriche in questo decennio, somma che include interconnessioni transfrontaliere e l’adattamento delle reti di distribuzione alla transizione energetica.