Bruxelles – La Spagna insieme alla Germania e ad altri quattro paesi dell’Unione Europea propongono che il blocco europeo lavori per revocare alcune sanzioni economiche, finanziarie ed energetiche che gravano contro la Siria, con l’obiettivo di migliorare la situazione della popolazione civile, sebbene condizionino ogni decisione a una transizione pacifica e inclusiva sul campo.
Di fronte alla caduta del regime di Bashar al Assad e ai passi compiuti dalle nuove autorità siriane, guidate dal gruppo jihadista Hayat Tahrir al Sham (HTS), un gruppo di paesi formato da Germania, Spagna, Francia, Paesi Bassi, Finlandia e Danimarca, su iniziativa tedesca, sostengono che le sanzioni europee siano uno strumento per promuovere una transizione politica pacifica e inclusiva in Siria che protegga le minoranze nel paese.
Secondo quanto appreso da Europa Press, l’iniziativa è partita dal documento preliminare progettato da Berlino una settimana fa in cui si propone di revocare le sanzioni contro il settore energetico, elettrico, dei trasporti o bancario, ritenendo che queste restrizioni abbiano un grande impatto sulla popolazione civile della Siria.
Al contrario, la proposta chiede di mantenere le misure punitive contro individui specifici legati al regime di Al Assad. L’UE ha più di 300 persone e 80 entità nella sua ‘lista nera’ per la repressione lanciata da Damasco contro la propria popolazione dopo la guerra civile scoppiata nel paese nel 2011.
Per revocare le restrizioni, questi paesi sottolineano che sarà importante giudicare le azioni che adotteranno le nuove autorità in Siria e propongono l’idea di un meccanismo per rendere reversibile l’alleviamento delle sanzioni, in modo che possano essere ripristinate di nuovo se ci sarà un cambiamento degli eventi sul campo.
In ogni caso, l’approccio sarà portato al tavolo dei ministri degli Esteri dei 27 nella riunione di fine gennaio a Bruxelles, dove si spera di ottenere un principio di accordo politico per avanzare nell’alleviamento di certe sanzioni. Sui traguardi che l’UE stabilirà per fare marcia indietro nelle sue azioni, lo stesso dibattito tra i ministri dovrà sostanziare le linee rosse stabilite dall’UE, in coordinamento con il Servizio di Azione Esterna del blocco per confezionare una posizione comune su Damasco.
Rispetto alle sanzioni a HTS, che attualmente è considerata un’organizzazione terroristica da parte dell’UE ed è sanzionata dalle Nazioni Unite per la sua relazione con Al Qaeda, questi paesi sono aperti alla possibile esclusione dalla lista delle sanzioni delle Nazioni Unite, indicando che è nel Consiglio di Sicurezza che la questione dovrebbe essere affrontata. Questo passo sarà fatto in base all’evoluzione degli eventi in Siria e al comportamento del gruppo che ha un passato jihadista, come ricordano diverse voci a Bruxelles.
Proprio questo lunedì, il ministro degli Affari Esteri, Unione Europea e Cooperazione del Governo della Spagna, José Manuel Albares, ha spiegato che la Spagna è disposta a sostenere la revoca delle sanzioni dell’UE contro la Siria a condizione che le nuove autorità rispettino una serie di linee rosse, come il rispetto dei diritti delle donne o delle minoranze etniche nel paese. Proprio questo giovedì Albares viaggia a Damasco per incontrarsi con le autorità di transizione guidate da Ahmed al Shara.
Nel frattempo, l’Alto Rappresentante dell’UE per la Politica Estera, Kaja Kallas, si è mostrata favorevole al fatto che i 27 facciano passi nel “alleviamento graduale” delle sanzioni che gravano contro la Siria, se si verificano “progressi tangibili” per la transizione democratica. (14 gennaio)