Bruxelles (ANSA) – Quasi allo scadere del primo anniversario della guerra in Ucraina, l’Ue trova l’intesa sul decimo pacchetto di sanzioni alla Russia dopo un negoziato condotto per oltre dieci ore bilateralmente con i Paesi membri. Questa volta a bloccare l’iter di approvazione è stata la Polonia. Da Kiev, il premier Mateusz Morawiecki aveva attaccato il pacchetto di sanzioni, definito “troppo morbido” ed era tornato a chiedere di includere il nucleare russo, l’import di diamanti e i responsabili delle deportazioni dei bambini ucraini in Russia. A tenere in ostaggio il nuovo round di sanzioni è stato soprattutto un punto: la gomma sintetica, settore strategico per l’Europa.
La Commissione aveva tentato un compromesso, proponendo il limite di 560.000 tonnellate metriche all’import di gomma sintetica russa. Sanzionarla, è stata l’osservazione delle capitali più prudenti, potrebbe danneggiare più l’Ue che la Russia. La Polonia però, a partire da mercoledì sera, aveva cominciato a bloccare l’iter. “Ci sono due Paesi (Italia e Germania) che vogliono continuare a importare la gomma sintetica dalla Russia”, era il j’accuse di Varsavia. L’interscambio con Mosca nel settore della gomma sintetica e della plastica per Roma ammonta a 232,38 milioni di euro sull’export, e a oltre 50 nelle importazioni. E il comparto è cruciale anche per la Germania. D’altro canto la Polonia, che dagli anni Quaranta contava sul colosso di Buna-Werke nella produzione della gomma sintetica, con il passare del tempo ha subito la stretta della concorrenza.
Poi, a meno di due ore dalla mezzanotte, l’intesa. “Non c’è stato nessun compromesso aggiuntivo, lo schema è quello di giovedì”, hanno spiegato dalla presidenza svedese. Il pacchetto include: restrizioni all’esportazione più severe per quanto riguarda il doppio uso e la tecnologia; misure restrittive mirate contro individui ed entità che sostengono la guerra, diffondono propaganda o consegnano droni utilizzati dalla Russia nella guerra; misure contro la disinformazione russa. Su tutto il resto, dalle sanzioni alla Bielorussia ai diamanti, c’è un impegno scritto dei 27 a lavorare su nuove sanzioni. Sulla gomma sintetica verrà chiesta una valutazione d’impatto alla Commissione (24 febbraio).
Naufragio a Crotone, Von der Leyen: ‘raddoppiare gli sforzi per il Patto sulla migrazione‘
“Sono profondamente addolorata per il terribile naufragio al largo delle coste calabresi. La conseguente perdita di vite umane di migranti innocenti è una tragedia. Tutti insieme, dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per il Patto sulla migrazione e l’asilo e per il Piano d’azione sul Mediterraneo centrale”
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea
Bruxelles (ANSA) – La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha chiesto di “raddoppiare nostri sforzi per il Patto sulla migrazione e l’asilo e per il Piano d’azione sul Mediterraneo centrale” dopo la strage di migranti avvenuta a pochi metri dalla riva del litorale di “Steccato” di Cutro, a Crotone. “Sono profondamente addolorata per il terribile naufragio al largo delle coste calabresi. La conseguente perdita di vite umane di migranti innocenti è una tragedia – ha scritto von der Leyen in un tweet -. Tutti insieme, dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per il Patto sulla migrazione e l’asilo e per il Piano d’azione sul Mediterraneo centrale”, ha aggiunto.
Ad ora sono stati recuperati 59 cadaveri e 80 persone sono state tratte in salvo. Ventuno di loro sono in ospedale, si temono oltre 100 morti. Tra le vittime anche due gemellini di pochi anni e un bimbo di alcuni mesi. Il numero dei bambini morti si aggirerebbe sulla ventina. La barca sulla quale viaggiavano i migranti, un caicco partito quattro giorni fa dalla Turchia, si è spezzata in due a causa del mare mosso. A fine 2020 la Commissione europea ha presentato un nuovo patto sulla migrazione e l’asilo che prevede tra l’altro un quadro europeo comune per la gestione dell’immigrazione e dell’asilo e un sistema di preparazione e risposta alla crisi (26 febbraio).
Le istituzioni europee vietano TikTok, ‘non è sicura’
Bruxelles (ANSA) – TikTok al bando sui telefonini dei dipendenti della Commissione europea e del Consiglio, mentre anche il Parlamento europeo valuta una mossa analoga: le istituzioni di Bruxelles hanno messo alla porta la celebre app cinese per condividere video brevi a causa di problemi legati alla cyber-security. C’è un “forte focus sulla protezione della sicurezza informatica ed è su questo che abbiamo preso questa decisione”, ha spiegato il commissario europeo per il Mercato interno Thierry Breton. Da parte sua il social ha replicato che è una decisione “sbagliata” e “basata su pregiudizi”.
Comunque la app dovrà essere disinstallata entro il 15 marzo dai telefonini aziendali del personale della Commissione e da quelli privati con accesso al servizio di telefonia mobile. L’esecutivo non ha fatto sapere se sia stato vittima di incidenti informatici specifici legati a TikTok, ma ha precisato di aver condiviso con le altre istituzioni le proprie valutazioni. Ha poi escluso simili iniziative su altre piattaforme, che pure sono costantemente tenute sotto controllo dai servizi informatici. La sospensione di TikTok è temporanea e sarà oggetto di rivalutazione. In Commissione la decisione è arrivata dal corporate management board, si è appreso, mentre in Consiglio dal segretariato.
Dal Parlamento europeo un portavoce ha fatto sapere che verrà presa in considerazione la valutazione della Commissione prima di dare raccomandazioni alle autorità dell’Eurocamera. Bruxelles si è dunque allineata alle misure già annunciate su TikTok negli Stati Uniti, dove una legge del Senato a dicembre ha vietato la app sui cellulari dei dipendenti statali e federali. “Non c’è stata alcuna pressione da Washington”, ha chiarito il portavoce della Commissione. Da due anni la app è stata messa al bando in India. A novembre il social aveva ammesso che i dati degli utenti mondiali sono accessibili dal quartier generale in Cina, e ricostruzioni di stampa ne hanno anche ipotizzato l’uso per spiare giornalisti (23 febbraio).
Orban chiede a Fidesz sì a adesione di Svezia e Finlandia alla Nato
Bruxelles (ANSA) – Il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, ha chiesto al suo partito, Fidesz, di supportare l’adesione di Svezia e Finlandia alla Nato. Lo ha reso noto il premier magiaro nella consueta intervista all’emittente a Kossut Radio, specificando tuttavia che i parlamentari “non sono completamente entusiasti”. Prima di procedere “è necessario discutere seriamente” sulla questione, ha spiegato Orbán, aggiungendo che occorre prendere in considerazione la posizione della Turchia, unico Stato insieme all’Ungheria a non aver ancora ratificato l’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato. “Se non si trova una soluzione al problema della Turchia, l’allargamento potrebbe fallire”, ha spiegato. Il Parlamento ungherese inizierà la discussione sulla ratifica mercoledì prossimo, mentre il voto è stato calendarizzato per il 6 marzo (24 febbraio).
Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.