Bruxelles (ANSA) – Quindici Stati membri dell’Ue e il Parlamento europeo si uniranno nella causa della Commissione contro l’Ungheria riguardante la legge che vieta la ‘promozione dell’omosessualità’ ai minori. Lo comunica l’ong Forbidden Colors, sostenitrice delle adesioni alla causa e tra i promotori di una petizione sul tema. Tra gli ultimi Stati che si sono aggiunti ai ricorrenti, anche Francia e Germania oltre a Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Portogallo, Danimarca, Irlanda, Malta, Austria, Finlandia, Svezia, Slovenia, Grecia. Non figura invece l’Italia. Si tratta della più grande procedura sulla violazione dei diritti umani mai portata davanti alla Corte di giustizia dell’Ue.
Il provvedimento ungherese, definito “vergognoso” dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, vieta di mostrare ai minori qualsiasi contenuto, nei media e nelle scuole, che ritragga o promuova l’omosessualità o il cambio di sesso. Secondo Bruxelles, la legge, fortemente voluta dal premier ungherese, Viktor Orban, viola in particolare i valori europei ed i diritti fondamentali degli individui, in particolare le persone Lgbtiq+. I Paesi europei avevano tempo fino a giovedì 6 aprile per unirsi ai ricorrenti nella causa intentata dall’esecutivo comunitario. Di recente, il governo ungherese ha presentato un controricorso alla Corte di giustizia dell’Ue sulla procedura d’infrazione aperta contro Budapest e culminata con il deferimento dell’Ungheria alla Corte (7 aprile).
Frontex, quadruplicati gli arrivi nel Mediterraneo centrale (+300%)
Bruxelles (ANSA) – Sono quadruplicati a quasi 28mila (+305%) i rilevamenti di migranti nel Mediterraneo centrale nei primi tre mesi del 2023, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo comunica Frontex in una nota. Nel solo mese di marzo il numero è cresciuto di nove volte rispetto allo scorso anno attestandosi a quota 13mila. In generale l’Agenzia europea ha rilevato alle frontiere dell’Ue 54mila attraversamenti irregolari, il 26% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con 22.500 arrivi irregolari registrati solo a marzo (il 60% in più) (12 aprile).
Qatargate, l’ex vice presidente del Parlamento europeo Eva Kaili esce dal carcere dopo oltre 4 mesi
Bruxelles (ANSA) – L’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili è stata scarcerata dopo oltre quattro mesi di galera. A quanto si è appreso, la giustizia belga ha disposto per Kaili gli arresti domiciliari con l’obbligo di braccialetto elettronico. “Una decisione logica che abbiamo atteso per fin troppo tempo”, ha commentato Sven Mary, avvocato dell’europarlamentare greca arrestata il 9 dicembre dello scorso anno nell’ambito dell’inchiesta sul Qatargate. Ieri era stata concessa anche all’eurodeputato Marc Tarabella la libertà vigilata con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico (12 aprile).
Orban sfida l’Ue, a Mosca per accordi energetici
Bruxelles (ANSA) – L’Ungheria di Viktor Orban ignora le critiche piovute sul suo governo e certifica la spaccatura con l’Ue sull’Ucraina, stringendo una serie di accordi energetici con la Russia di Vladimir Putin. Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szjjiarto, si è recato a Mosca dove ha incontrato il vice premier, Alexander Novak, responsabile per l’Energia, e l’ad del colosso energetico russo, Rosatom, Alexey Likhachev, entrambi soggetti a sanzioni da parte di Kiev e di alcuni suoi alleati, ma non dell’Ue. Il viaggio giunge a pochi mesi dalla visita di Szjjiarto a Minsk che aveva sollevato un vespaio di polemiche, culminate in una risoluzione del Parlamento europeo in cui si deplorava la decisione del ministro di recarsi in Bielorussia.
Una decisione che per gli eurodeputati è in contraddizione con la politica dell’Ue sulla guerra di aggressione della Russia e della Bielorussia contro l’Ucraina. Szjjiarto ha riferito che la società energetica statale russa Gazprom ha accettato di consentire all’Ungheria, se necessario, di importare quantità di gas naturale superiori ai volumi concordati in un contratto a lungo termine siglato lo scorso anno. Budapest potrà quindi acquistare il gas, che raggiungerà il Paese attraverso il gasdotto Turkstream, ad un prezzo limitato a 150 euro al metro cubo, pagandolo in differita se i prezzi di mercato saliranno oltre questo livello.
Mosca e Budapest inoltre hanno concordato di rivedere i contratti di costruzione e finanziamento, che saranno ora sottoposti al vaglio della Commissione europea, relativi all’espansione della centrale nucleare di Paks in Ungheria. Il progetto, affidato a Rosatom anni or sono, è necessario, secondo il ministro, a mantenere i prezzi dell’elettricità accessibili e a garantire un approvvigionamento energetico sostenibile nel Paese. La decisione si muove in direzione opposta alla richiesta avanzata da alcuni Stati membri dell’Ue, sollecitati da Kiev e guidati da Varsavia, di sanzionare il colosso energetico russo, e sottolinea ancor più nettamente la distanza di Budapest dall’impegno dell’Ue a colpire la macchina finanziaria del Cremlino che finanzia il conflitto (11 aprile).
Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.