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Bruxelles (ANSA) – “La Commissione europea ha iniziato a lavorare ad un nuovo programma regionale per combattere il traffico di migranti e la tratta di esseri umani in Nord Africa: l’iniziativa sosterrà attività specifiche contro il contrabbando, in particolare in Marocco, Egitto e Tunisia”. Lo fa sapere all’ANSA la stessa Commissione. La commissaria all’Interno Ylva Johansson si recherà in Tunisia a fine aprile per “discutere della gestione della migrazione con il sostegno dell’Ue” e mettere in pratica la partnership operativa proposta nel corso dell’ultimo consiglio Affari Esteri. 

In Tunisia – a quanto si apprende – la Commissione intende discutere della prevenzione delle partenze irregolari, con particolare attenzione all’avvio di un partenariato anti-tratta, all’aumento delle operazioni di ricerca e salvataggio, ai rimpatri e alla reintegrazione (dalla Tunisia all’Africa subsahariana) e al rafforzamento delle opportunità di migrazione legale da parte degli Stati membri.

L’esecutivo Ue è “consapevole” della situazione “particolarmente complicata” nel Mediterraneo centrale e ricorda che, per il breve termine, il Piano d’azione presentato lo scorso novembre mette in atto “un approccio globale con misure operative e finanziarie” volte ad affrontare le sfide in gioco. “La Commissione coordina l’attuazione del Piano d’azione ed è in stretto contatto con l’Italia, gli altri Stati membri e le agenzie che forniscono supporto sul campo”, precisa un portavoce (13 aprile).

Arrestati attivisti in Cina, l’Ue protesta

Bruxelles (ANSA) – La rappresentanza diplomatica dell’Ue a Pechino ha protestato con il ministero degli Esteri cinese per l’arresto di alcuni attivisti e avvocati dei diritti che avrebbero dovuto incontrare funzionari europei. “Yu Wensheng e Xu Yan sono stati arrestati dalle autorità cinesi mentre si recavano alla delegazione dell’Ue”, mentre “Wang Quanzhang, Wang Yu e Bao Longjun sono agli arresti domiciliari”, si legge sull’account Twitter della delegazione Ue. “Abbiamo chiesto alle autorità cinesi la liberazione immediata e senza condizioni degli attivisti”, ha detto una portavoce della Commissione europea. “La repressione contro gli attivisti in Cina è conosciuta – afferma la portavoce della commissione europea – ed è preoccupante per l’Ue: procedere con arresti appena prima di un incontro con il nostro ambasciatore a Pechino e un alto funzionario europeo non è un modo di procedere accettabile. E abbiamo chiesto alle autorità cinesi la liberazione immediata e senza condizioni degli attivisti” (14 aprile).

La Polonia vieterà l’importazione di grano dall’Ucraina

Varsavia/Bruxelles (ANSA) – “Il governo ha deciso oggi di vietare l’importazione dei prodotti agricoli e alimentari dall’Ucraina in Polonia”. Lo ha annunciato Jaroslaw Kaczynski il leader del partito al governo Diritto e giustizia (Pis) durante il comizio elettorale a Lyse, un comune agricolo al nord della Polonia. Kaczynski, che attualmente non ha nessun incarico governativo, ha assicurato che il suo Paese “resta amico e alleato di Ucraina” ma che “deve difendere gli interessi dei propri cittadini” perché teme una crisi che dalla campagna potrebbe estendersi in tutto il Paese.

Ad essere interessato dal divieto sarà innanzitutto il grano ucraino. Secondo il leader del Pis, Varsavia è pronta ad avviare un accordo bilaterale con Kiev per fermare l’esportazione del grano ucraino verso la Polonia. Il nuovo ministro dell’Agricoltura Robert Telus ha precisato che l’annuncio dato dal presidente del Pis è un segnale all’Unione europea che dovrebbe creare gli strumenti adatti per distribuire i prodotti agricoli ucraini fra tutti i Paesi dell’Europa e non solo quelli confinanti con l’Ucraina.

Intanto continua la protesta degli agricoltori polacchi che a Hrubieszow (località alla frontiera polacco-ucraina) bloccano l’ingresso dei treni che portano grano senza dazi, causando un forte calo di prezzi di acquisto di questo prodotto in Polonia. Secondo l’opinione pubblica locale la questione ha già provocato una notevole perdita di popolarità del partito di Kaczynski fra gli agricoltori, perdita che non è stata fermata dalla dimissione del ministro Henryk Kowalczyk, sostituito il 6 aprile scorso da Telus (15 aprile).


Kaili è uscita dal carcere, ora ai domiciliari a Bruxelles

Kaili è uscita dal carcere, ora ai domiciliari a Bruxelles – Foto: Eric Vidal/European Parliament/dpa

Bruxelles (ANSA) – L’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili, detenuta dal 9 dicembre scorso nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto Qatargate, è uscita dal carcere di Haren e ha fatto rientro nella sua abitazione a Bruxelles, dove da ora si trova agli arresti domiciliari con l’obbligo di braccialetto elettronico. La scarcerazione era stata decisa mercoledì dai magistrati. La politica ellenica ritrova la figlia di due anni dopo oltre quattro mesi. 

L’ex vicepresidente del Parlamento europeo è stata arrestata in flagranza di reato, con valigie piene di denaro contante nella casa di Rue Wiertz, che divideva con il compagno Francesco Giorgi, braccio destro dell’ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri, ritenuto la mente del Qatargate. La polizia fermò anche il padre della politica ellenica, subito rilasciato, che stava scappando con un’altra borsa piena di soldi. In tutto, si trattava di 750mila euro.

Accusata di corruzione e riciclaggio di denaro, Kaili si è detta estranea al presunto giro di corruzione partito da Rabat e Doha, negando ogni legame diretto con il denaro sul quale, secondo le ultime indiscrezioni investigative, non sarebbero stare rinvenute le sue impronte digitali. Giorgi ha invece ammesso le sue responsabilità, scagionando sempre l’eurodeputata socialista.

La lunga detenzione preventiva della politica greca in questi mesi ha scatenato severe critiche da diverse parti del mondo politico e dell’opinione pubblica. Ora Kaili resterà confinata nella sua abitazione insieme alla figlia ma non potrà incontrare il compagno, uscito dal carcere a fine febbraio e detenuto ai domiciliari in un’altra casa nel quartiere di Ixelles (14 aprile).

Il Comitato europeo per la protezione dei dati lancia una task force su ChatGpt

Bruxelles (ANSA) – Il Comitato europeo per la protezione dei dati ha deciso di lanciare una task force su ChatGpt per scambiare informazioni su eventuali interventi delle autorità nazionali competenti come la decisione del Garante della privacy di sospendere il servizio in Italia. Lo comunica lo stesso ente dell’Ue in una nota. “I membri dell’Edpb hanno discusso la recente azione esecutiva intrapresa dal Garante italiano per la protezione dei dati personali nei confronti di Open Ai in merito al servizio ChatGpt. L’Edpb – afferma – ha deciso di lanciare una task force dedicata per promuovere la cooperazione e scambiare informazioni su possibili misure di esecuzione condotte dalle autorità di protezione dei dati”. Ieri, dopo una serie di interlocuzioni con i rappresentati di OpenAI, il Garante italiano ha indicato alcune prescrizioni su trasparenza, diritti degli interessati e base giuridica del trattamento effettuato da ChatGPT, da adempiere entro il 30 aprile (13 aprile).

Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.