Have the article read by OpenAI (Beta). Please note that AI translations may take some time to process.

Bruxelles (ANSA) – Non c’è maggioranza nella commissione ambiente del Parlamento europeo per approvare la posizione sul progetto di regolamento per il ripristino degli ecosistemi. Come, il 15 giugno, non c’era stata una maggioranza per respingere integralmente il provvedimento. Conta dei voti in parità, 44 a 44, in entrambe le occasioni. In mezzo, un’estenuante trafila di oltre 2.500 emendamenti esaminati uno per uno, approvati o respinti sul filo di lana.

E il braccio di ferro andrà avanti in plenaria, in un Parlamento europeo paralizzato, incapace di decidere – e sarebbe la prima volta – su uno dei regolamenti del Green Deal, fulcro del programma della Commissione von der Leyen. Da una parte, i Popolari, parte dei liberali e la destra che al Parlamento europeo chiedono il ritiro della proposta. Dall’altra, coloro che siedono nei banchi a sinistra dell’Emiciclo e che vorrebbero veder avanzare il regolamento. Il rischio di rigetto è concreto. Ma si naviga a vista, anche sulla data della resa dei conti a Strasburgo, che potrebbe essere già in luglio o, secondo alcuni esponenti dei popolari, slittare a settembre.

“Il voto della commissione ambiente del Parlamento europeo conferma che le riserve espresse dall’Italia erano fondate e condivise”, ha sottolineato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. La scorsa settimana i ministri Ue avevano dato l’ok al loro orientamento generale a maggioranza strettissima, con l’Italia e altri sei Paesi contrari. “Confidiamo che, dopo questa battuta d’arresto, il testo possa essere significativamente migliorato”, ha aggiunto Pichetto (27 giugno).

Accordo sul Data Act, le nuove norme per l’accesso ai dati

Bruxelles (ANSA) – L’Unione europea ha raggiunto l’accordo sul Data Act, l’insieme di nuove norme per regolamentare l’accesso a dati e algoritmi sul territorio europeo, in particolare nei settori dell’Internet of Things (IoT) e dell’intelligenza artificiale. Il Data Act punta a sbloccare i dati industriali non personali e a dare più controllo e potere di condivisione sui propri dati a utenti, aziende e pubbliche amministrazioni. Le norme facilitano anche il passaggio da un servizio cloud a un altro. E’ prevista la possibilità per i governi di richiedere dati delle imprese in tempi di emergenza, mentre sono garantite tutele sui segreti commerciali (28 giugno).

Via libera al fondo per gli appalti comuni nella difesa

Bruxelles (ANSA) – Via libera dell’Unione europea al nuovo strumento per gli appalti comuni nell’industria della difesa (Edirpa). Il fondo avrà una dotazione di 300 milioni di euro e consentirà ai Paesi membri di procedere con gli acquisti in comune dei materiali per la difesa più critici e urgenti, comprese armi e munizioni. “L’Edirpa darà all’industria della difesa una maggiore prevedibilità. Contribuirà ad aumentare le consegne per l’Ucraina. E ci porterà più vicini all’Unione della difesa”, ha commentato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, accogliendo con favore l’accordo politico raggiunto nella notte tra le istituzioni Ue (28 giugno).

La Commissione europea prepara l’arrivo dell’euro digitale

La Commissione europea prepara l’arrivo dell’euro digitale – Foto: Boris Roessler/dpa

Bruxelles (ANSA) – La Commissione europea prepara l’arrivo dell’euro digitale: la valuta digitale che, se adottata, sarà emessa dalla Banca centrale europea con valore stabile e affiancherà il contante, con cui potrà essere sempre scambiata. L’esecutivo presenta così una proposta legislativa sul corso legale del contante in euro, per garantire sia accettato e accessibile nell’eurozona, e una proposta legislativa che istituisce il quadro giuridico per l’euro digitale accanto al contante in euro.

Se approvato da Parlamento europeo e Consiglio, sarà la Bce a decidere se e quando emettere l’euro digitale, probabilmente tra anni (l’attesa è non prima del 2028). “L’euro digitale sarà un’utile complemento ai contanti, ma non si sostituirebbe ad essi, fornirebbe una sorta di alternativa ai mezzi di pagamento digitali. Sarebbe un modo sicuro, istantaneo e pratico di pagare” ha detto il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis presentando la proposta legislativa dell’esecutivo europeo per introdurre in futuro l’euro digitale.

L’eurozona non sarebbe comunque la prima a passare al digitale: già cento banche centrali hanno avviato il lavoro dopo la sfida posta al sistema dalle criptovalute. Nell’Ue la Svezia valuta la corona elettronica. Ed extra Ue, il Regno Unito la sterlina digitale. Sono in corso riflessioni negli Stati Uniti. Mentre la Cina ha già emesso lo yuan digitale. “Non possiamo immaginare in un futuro digitale la moneta dominata soltanto da privati, da criptovalute e l’assenza di un ruolo per gli Stati, per la sovranità monetaria”, ha segnalato Gentiloni (28 giugno).

Liberati i tre agenti di polizia kosovari detenuti in Serbia

Belgrado (ANSA) – La Serbia ha liberato i tre poliziotti kosovari che erano stati arrestati nei giorni scorsi: lo riferisce il premier kosovaro Albin Kurti. Il tribunale di Kralievo (Serbia centrale) ha confermato le accuse nei confronti dei tre agenti di polizia di possesso non consentito di armi ed esplosivi in territorio serbo, decidendo al tempo stesso la loro scarcerazione. I tre dovranno difendersi dalle accuse restando a piede libero.

L’arresto dei tre agenti il 14 giugno scorso ha contribuito a far salire ulteriormente la tensione fra Belgrado e Pristina, che danno versioni opposte sull’episodio. Secondo le autorità serbe i poliziotti kosovari sono stati sorpresi e arrestati a 1,8 km all’interno del territorio della Serbia, pesantemente armati e in possesso di sofisticate apparecchiature di orientamento. Belgrado ha parlato di ‘terroristi’ kosovari Pristina sostiene che i tre sono stati rapiti ben al di dentro del territorio del Kosovo, accusando le forze serbe di essersi introdotte illegalmente nel Paese.

Entrambe le parti affermano di avere le prove inconfutabili della propria versione. Kurti, che ha confermato il rilascio dei tre agenti, ha espresso “grande soddisfazione” per il ritorno alle loro famiglie. “Tale sequestro – ha detto – ha rappresentato una grave violazione dei diritti umani che richiede una punizione dei responsabili. “Responsabili sono gli aggressori serbi”, ha aggiunto. Nei giorni scorsi, l’Ue e gli Stati Uniti avevano chiesto a Belgrado il “rilascio immediato e non condizionato” dei tre agenti di polizia (26 giugno).

Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.