Madrid (ANSA) – È una vittoria dal retrogusto molto amaro quella del Partito popolare, che torna a essere la prima forza spagnola ma a spese del possibile alleato Vox, che quasi dimezza i suoi seggi, mentre i socialisti di Pedro Sanchez tengono oltre ogni previsione. Un’operazione di cannibalizzazione ai danni di Santiago Abascal, il vero grande sconfitto di questo voto, che blocca le aspirazioni di Alberto Nunez Feijòo, che già si vedeva alla Moncloa. I numeri invece gli danno torto: il blocco delle destre si ferma a quota 169 (136 il Pp, 33 Vox), lontana dai 176 seggi necessari per la tanto agognata maggioranza assoluta.
Feijòo ha comunque rivendicato il diritto di provare a formare il governo: “Come candidato del partito più votato, credo che il mio dovere sia aprire il dialogo, guidare questo dialogo e cercare di governare il nostro Paese”, ha arringato i sostenitori evidentemente delusi. “Il nostro dovere è evitare un periodo di incertezza”, ha aggiunto, chiedendo “che nessuno abbia di nuovo la tentazione di bloccare la Spagna”. Il crollo del partito sovranista è il dato più rilevante di questa tornata elettorale, soprattutto in ottica europea. Passare in cinque anni da 51 a 33 seggi malgrado l’appoggio di tanti premier europei – non solo Giorgia Meloni, ma anche quello polacco Mateusz Morawiecki e l’ungherese Viktor Orban – indica una grave battuta d’arresto per una forza che puntava a ripetere anche a Madrid i successi raggiunti dai partiti fratelli a Roma, in Finlandia, in Svezia, in Polonia e nella Repubblica Ceca.
Dall’alto lato della barricata, Sanchez canta vittoria per una rimonta che sembrava impossibile. “La Spagna e tutti i suoi cittadini sono stati molto chiari: il blocco politico dell’involuzione, del ritorno al passato e dell’abrogazione di tutti i nostri passi avanti negli ultimi quattro anni ha fallito”, ha esultato in nottata. “Il blocco di Partito Popolare e Vox è uscito sconfitto, siamo molti di più noi che vogliamo avanzare”, ha detto. Grazie anche all’aiuto di Sumar (la coalizione di sinistra guidata da Yolanda Diaz che ha guadagnato 31 seggi), i socialisti hanno evitato che una forza dell’ultradestra con venature nostalgiche tornasse al governo per la prima volta dalla fine della dittatura franchista.
Il Psoe ha comunque davanti a sé giorni non facili. I tanti partiti locali, alcuni indeboliti, altri rafforzati, hanno già annunciato che non daranno il loro appoggio a Sanchez gratis. In particolare il partito radicale catalanista, Junts, potrebbe avere in mano i destini di un possibile nuovo governo. Per cui al momento gli scenari che si aprono sono due: o Sanchez si mette al lavoro e riesce nuovamente nel miracolo, difficile ma non impossibile, di mettere in piedi una nuova maggioranza. Oppure si rischia di cadere nell’abisso del blocco, che porterebbe inevitabilmente a nuove elezioni (24 luglio).
Meloni e il patto di Roma, ‘insieme contro i trafficanti’
Roma (ANSA) – Insieme contro i trafficanti di uomini. La Conferenza di Roma sulle migrazioni si conclude con un patto tra i leader dei Paesi del Mediterraneo e del Golfo con l’Italia e i vertici dell’Ue. “L’immigrazione illegale di massa danneggia tutti”, non solo i Paesi d’arrivo, per questo “serve un impegno comune e più collaborazione per contrastare la rete dei trafficanti”, ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, aprendo i lavori della Conferenza che la premier considera “l’inizio di un percorso che ci piace chiamare ‘processo di Roma’”.
L’evento segna il primo passo di quel Piano Mattei che l’Italia illustrerà a novembre in occasione della Conferenza Italia-Africa e ha visto tra gli ospiti i leader di quasi tutti gli Stati della sponda sud del Mediterraneo allargato, del Medio Oriente e del Golfo, gli Stati europei di primo approdo e alcuni partner del Sahel e del Corno d’Africa, i vertici delle istituzioni delle istituzioni finanziarie internazionali e quelli dell’Ue. Ci sono il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, dalla quale sono arrivate parole di sostegno alla premier italiana.
Von der Leyen, che Meloni ha ringraziato per “il lavoro incessante”, ha ribadito la necessità di “reprimere i trafficanti” e “distruggere il loro cinico modello di business”. Per la presidente della Commissione è necessario “unire le forze”, l’apertura di nuovi percorsi legali può “creare un’alternativa reale e sicura ai pericolosi viaggi in mare” (23 luglio).
L’Ue condanna l’attacco missilistico russo contro Odessa, ‘un altro crimine di guerra del Cremlino’
Il continuo terrore missilistico russo sulla città protetta dall’Unesco di Odessa costituisce l’ennesimo crimine di guerra del Cremlino, che ha demolito anche la principale cattedrale ortodossa, patrimonio dell’umanità.
Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera
Roma/Bruxelles (ANSA) – La regione di Odessa è stata raggiunta nella notte da una pioggia di razzi. L’attacco russo non ha risparmiato la cattedrale della Trasfigurazione, luogo di culto protetto dall’Unesco. Almeno due civili morti e una ventina di feriti, anche dei bambini. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha promesso una rappresaglia per gli attacchi russi su Odessa: “Missili contro città pacifiche, contro edifici residenziali, contro una cattedrale…Non ci sono scuse per il male russo. Questo male perderà. E ci sarà sicuramente una rappresaglia contro i terroristi russi che hanno attaccato Odessa. Sentiranno questa rappresaglia”, ha scritto il capo di Stato ucraino su twitter.
Le forze russe hanno colpito siti a Odessa dove si preparavano atti terroristici contro la Russia con l’aiuto di droni, è stata la replica di Mosca, arrivata per bocca del portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov. “Questa notte le forze russe hanno lanciato un attacco con armi navali e aeree di precisione a lungo raggio sulle strutture dove venivano preparati atti terroristici contro la Federazione Russa con l’utilizzo di imbarcazioni senza pilota, così come sui loro siti di produzione vicino alla città di Odessa”, ha dichiarato Konashenkov aggiungendo che nelle strutture c’erano mercenari stranieri.
Dal canto suo, l’Ue ha condannato l’attacco russo contro Odessa, sostenendo che si tratti di un crimine di guerra compiuto da Mosca. “Il continuo terrore missilistico russo sulla città protetta dall’Unesco di Odessa costituisce l’ennesimo crimine di guerra del Cremlino, che ha demolito anche la principale cattedrale ortodossa, patrimonio dell’umanità”, ha scritto in un tweet l’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell. “La Russia ha già danneggiato centinaia di siti culturali, cercando di distruggere l’Ucraina”, aggiunge Borrell, evidenziando con l’hashtag #accountability la responsabilità di Mosca (23 luglio).
L’Ue dispiega vigili del fuoco e mezzi antincendio a Rodi
Bruxelles (ANSA) – “Un’importante operazione antincendio europea è in corso in tutta la Grecia”. Lo rende noto il portavoce Ue per la gestione delle crisi, Balazs Ujvari, mentre gli incendi continuano a imperversare a Rodi, in Attica e nel Peloponneso. “Oltre 100 vigili del fuoco e veicoli antincendio e tre aerei sono schierati tramite il meccanismo di protezione civile dell’Ue a Rodi”, indica il portavoce. In tutto, fa sapere il commissario europeo per la gestione delle crisi, Janez Lenarcic, sono oltre 450 i vigili del fuoco e 7 gli aerei dell’Ue che hanno operato in Grecia da quando gli incendi boschivi si sono propagati in tutto il Paese ellenico. “Di questi, 81 vigili del fuoco, 26 veicoli e 3 aerei stanno aiutando le squadre locali a combattere gli incendi estremi a Rodi”.
I soccorritori hanno effettuato “la più grande operazione di evacuazione mai avvenuta in Grecia” sull’isola di Rodi, dove un violento incendio imperversa per il sesto giorno consecutivo, ha dichiarato una portavoce della polizia greca. “È la più grande evacuazione mai effettuata in Grecia. È andato tutto bene. Tutti, soprattutto i turisti, hanno seguito gli ordini”, ha sottolineato Konstantia Dimoglidou. Ieri circa 30.000 persone hanno dovuto lasciare le loro case o gli alberghi a causa dell’incendio (23 luglio).