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Roma (ANSA) – Dal Nord al Sud l’Italia soffre tra nubifragi e incendi. Un violento nubifragio ha colpito nella notte Milano: grandine e vento fino a 100 km orari. Centinaia le chiamate ai vigili del fuoco, alberi caduti, allagamenti, tetti scoperchiati. Chiuso il Castello Sforzesco. La Regione chiederà lo stato di emergenza: i danni superano i 100 milioni di euro. In Sicilia a fare danni sono invece i roghi, favoriti dalle altissime temperature e dal vento. Chiuso l’aeroporto di Palermo operativo solo per le partenze.

Le fiamme hanno minacciato le case delle colline. Lambito l’ospedale Cervello con un padiglione evacuato. Sono cinque i morti collegati agli eventi climatici estremi, in Sicilia gli incendi che stanno devastando boschi, zone collinari, parchi e centri abitati in diverse parti dell’isola da oltre 24 ore hanno provocato quasi duemila sfollati. Negli ultimi tre giorni ci sono stati 4mila interventi dei vigili del fuoco tra incendi e maltempo, sono state mobilitate 10mila unità di personale e 2mila mezzi.

Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha invitato a “sensibilizzare l’Ue, gli altri Paesi del Mediterraneo e la comunità internazionale, al fine di agire più rapidamente ed efficacemente” per contrastare i rischi climatici. La premier Giorgia Meloni ha annunciato il varo di “un grande piano di prevenzione idrogeologico”. “I continui disastri a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi – ha sottolineato – dimostrano che le emergenze saranno sempre più presenti e questo significa che dobbiamo certo lavorare sulla transizione ecologica, ma che dobbiamo anche fare quello che non si è avuto il coraggio di fare nel passato, cioè lavorare per mettere in sicurezza il territorio”.

Nel mirino del ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, finiscono i negazionisti del clima: “di fronte alla grandine gigante, ai nubifragi, ai tornadi, ai 47 gradi, chi può negare? Siamo nella completa dimostrazione che le due Italie di questi giorni sono le facce di una stessa medaglia, che si chiama tropicalizzazione”. “Nel Governo – ha aggiunto – siamo assolutamente mobilitati e convinti che bisogna mettere al primo posto nell’agenda del Governo la messa in sicurezza del territorio. Se qualcuno aveva qualche tentennamento ora non può non prendere atto dell’evidenza” (26 luglio).

La Nato condanna le azioni russe nel Mar Nero, aumentata la sorveglianza

Bruxelles (ANSA) – Nel corso della prima riunione del Consiglio Nato-Ucraina dopo quella inaugurale di Vilnius, i rappresentanti dei Paesi Nato hanno osservato che “la nuova area di allerta della Russia nel Mar Nero, all’interno della zona economica esclusiva della Bulgaria, ha creato nuovi rischi di errori di calcolo e di escalation, oltre a creare seri impedimenti alla libertà di navigazione. E dalla riunione è arrivata anche la condanna del “ritiro della Russia dall’accordo sul grano, la sua cinica arma della fame e le sue pericolose azioni nel Mar Nero”, ha scritto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in un tweet. “La Nato – ha proseguito – è unita. Gli alleati continuano ad essere impegnati per l’Ucraina e ad aumentare la vigilanza nella regione”.

“La Russia – ha spiegato il vice segretario generale della Nato, Mircea Geoană – continua a mostrare una totale mancanza di rispetto per il diritto internazionale e per le popolazioni di tutto il mondo che dipendono dal grano ucraino. La Russia minaccia navi civili, terrorizza città pacifiche e distrugge parti del patrimonio culturale mondiale con i suoi attacchi brutali. La Nato è unita. Siamo solidali con i nostri alleati del Mar Nero, continueremo a proteggerci l’un l’altro e continueremo a sostenere l’Ucraina fino a quando sarà necessario”.

La Nato e gli alleati stanno intensificando la sorveglianza e la ricognizione nella regione del Mar Nero, anche con aerei da pattugliamento marittimo e droni. Dall’anno scorso, in risposta alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, la Nato ha aumentato significativamente la sua presenza nella regione, anche con due nuovi gruppi tattici multinazionali in Bulgaria e Romania. Alla riunione, in rappresentanza di Kiev, hanno partecipato il vice premier e ministro per i Territori e le Infrastrutture Oleksandr Kubrakov e il vice capo di Stato maggiore, Oleksii Hromov (26 luglio).

Slitta l’intesa in Ue sul regolamento per le situazioni di crisi nella migrazione

Bruxelles (ANSA) – La riunione degli ambasciatori dei 27 in Ue (Coreper) non ha raggiunto un’intesa sul regolamento per le situazioni di crisi nella migrazione e nell’asilo, ultimo tassello del nuovo Patto sui migranti siglato l’8 giugno. L’intesa avrebbe permesso l’approdo al trilogo – ovvero al negoziato con il Parlamento europeo – del regolamento, assieme alle altre misure previste dal patto. La presidenza spagnola aveva avanzato una proposta di mediazione: Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Austria hanno annunciato la loro contrarietà, Germania, Slovacchia e Olanda la loro astensione. Il quorum, quindi, non sarebbe stato raggiunto.

Il regolamento sulle situazioni di crisi nel campo della migrazione e dell’asilo è stato proposto dalla Commissione europea nel settembre del 2020 e prevede misure di flessibilità (ad esempio nelle procedure di frontiera) e di solidarietà tra i Paesi membri nel caso “in situazioni eccezionali di afflusso massiccio e arrivo irregolare di cittadini di paesi terzi o apolidi in uno Stato membro, che creano un rischio per il funzionamento del sistema europeo comune di asilo (Ceas) e affrontano situazioni di forza maggiore nel settore dell’asilo e della migrazione all’interno dell’Ue”.

Il regolamento, nel corso del suo iter e complice la guerra ibrida innescata dalla Bielorussia attraverso l’invio massiccio di migranti verso i confini dell’Ue, si è concentrato sulle situazioni di strumentalizzazione dei migranti. E proprio su questo punto, a quanto si apprende, sono emerse le divisioni tra il fronte del Paesi dell’Est, particolarmente attento al fenomeno della strumentalizzazione dei migranti con la guerra in Ucraina in corso, e un fronte più prudente sulla concessione della flessibilità nelle procedure di richiesta d’asilo. Berlino, L’Aja e Bratislava, infatti, hanno espresso riserve sul rischio che gli standard per i richiedenti asilo sarebbero stati abbassati dal regolamento. Il fronte dei Paesi, Italia inclusa, si era invece detto sostanzialmente a favore della proposta di mediazione della presidenza spagnola (26 luglio).

L’Antitrust Ue apre un’indagine contro Microsoft per Team

L’Antitrust Ue apre un’indagine contro Microsoft per Team – Foto: Arne Immanuel Bänsch/dpa

Bruxelles (ANSA) – I servizi antitrust della Commissione europea hanno annunciato l’apertura di un’indagine formale nei confronti di Microsoft per il sospetto di abuso di posizione dominate relativamente al servizio di videoconferenza Team abbinato a Office 365 e Microsoft 365. “La Commissione – si legge in una nota – è preoccupata dal vantaggio competitivo che Microsoft potrebbe dare a Team” negando di fatto ai suoi clienti un’adeguata possibilità di scelta sul servizio di cui usufruire.

La mossa di Bruxelles fa seguito allo stallo nelle trattative aperte già da tempo affinché il gigante tecnologico statunitense mettesse fine alla pratica di forzare i clienti Office a installare automaticamente Teams sui loro dispositivi. Un dossier che ha preso lo mosse dalla denuncia presentata contro Microsoft dalla concorrente Slack Technologies nel 2020. I servizi della Commissione procederanno ora a condurre un’inchiesta approfondita per verificare se ci siano i presupposti per una violazione dell’articolo 102 del Trattato Ue che proibisce l’abuso di posizione dominante all’interno dell’Unione (27 luglio).

Il Mediatore europeo apre un’indagine sul ruolo di Frontex nel naufragio di Pylos

Bruxelles (ANSA) – Il Mediatore europeo (Eu Ombudsman) Emily O’Reilly ha aperto un’indagine volta a chiarire il ruolo di Frontex nelle operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo dopo l’annegamento di centinaia di persone al largo delle coste greche il 14 giugno. O’Reilly ha chiesto di ispezionare un’ampia gamma di documenti riguardanti le responsabilità di Frontex nel salvataggio delle persone in difficoltà in mare, tra cui il rapporto formale su come si sono svolti gli eventi con l’imbarcazione Adriana e i rapporti sugli altri recenti incidenti che hanno comportato una considerevole perdita di vite umane nel Mediterraneo.

Il Mediatore ha chiesto dettagli su come le informazioni sulle operazioni di ricerca e salvataggio vengono condivise tra Frontex e le autorità nazionali e se Frontex ha voce in capitolo su come queste operazioni vengono progettate o attuate. “Mentre il ruolo delle autorità greche è oggetto di indagine a livello nazionale, anche il ruolo di Frontex nelle operazioni di ricerca e salvataggio deve essere chiarito. È stato riferito che in questo caso Frontex ha avvisato le autorità greche della presenza della nave e ha offerto assistenza, ma non è chiaro cos’altro avrebbe potuto o dovuto fare”, ha sottolineato O’Really.

“Accolgo con favore l’indagine dell’Ombudsman europeo e coopereremo in piena trasparenza per spiegare il ruolo svolto da Frontex nelle operazioni di ricerca e soccorso” ha commentato in un tweet il direttore di Frontex Hans Leijtens. “Sebbene non coordiniamo le operazioni Sar, salvare vite in mare è essenziale. Forniamo supporto alle autorità nazionali quando necessario”, ha aggiunto (26 luglio).

Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.