Have the article read by OpenAI (Beta). Please note that AI translations may take some time to process.

Bruxelles (ANSA) – La crisi di governo italiana piomba nelle istituzioni comunitarie nel momento forse meno opportuno: l’Europa è nel bel mezzo di una guerra energetica, comincia a faticare un po’ nel portare sostegno finanziario all’Ucraina e vede all’orizzonte l’ombra di un autunno gelido anche dal punto di vista economico. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, contava e vorrebbe continuare a contare su Draghi. Anche perché in Francia Emmanuel Macron non ha più la forza politica di prima e in Germania l’alleanza guidata da Olaf Scholz è cosa ben diversa dalla Grosse Koalition di merkeliana memoria.

Da Palazzo Berlaymont alla notizia delle dimissioni di Draghi è filtrato un sia pur paludato commento. “La presidente Ursula von der Leyen ha ripetutamente enfatizzato la stretta e costruttiva cooperazione con il presidente Mario Draghi. Von der Leyen attende di proseguire nella cooperazione con le autorità italiane sulle priorità e sulle politiche europee”, ha sottolineato il portavoce dell’esecutivo Ue Eric Mamer premettendo che, come vuole la prassi, Bruxelles non commenta gli sviluppi politici interni ai Paesi membri.

Eppure, in questo luglio incendiato dall’emergenza gas e oscurato da una guerra alle porte dell’Europa che non ha fine, l’Ue senza un alleato come Draghi a Roma potrebbe ritrovarsi un po’ più sola. In mattinata è toccato invece al commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni affrontare con i cronisti la crisi di governo. “La seguiamo con preoccupato stupore”, ha sottolineato l’ex premier rilevando come “in queste acque agitate con guerra, alta inflazione, rischi energetici, tensioni geopolitiche la stabilità è un valore in sé e penso che in questo momento serva coesione e non procurare instabilità”.

D’altra parte, Bruxelles lancia un avvertimento che, da qui al 2023, sarà destinato ad essere attuale: “Mosca cerca di destabilizzare i governi europei con la disinformazione e attraverso i suoi delegati interni – è l’avvertimento reiterato dalla Commissione -. Classificare gli attori politici spetta ai Paesi, non a noi, ma osserviamo campagne di disinformazione. E la disinformazione del Cremlino a volte viene usata da partiti” in Ue. (14 luglio)

Bruxelles rafforza le sanzioni contro la Russia, stop all’import di oro

“Le sanzioni dell’Unione europea sono dure e incisive. Continuiamo a colpire chi è vicino a Putin e al Cremlino”

Josep Borrell, Alto Rappresentante per la politica estera dell’Ue

Bruxelles (ANSA) – L’Ue ha adottato la proposta di un nuovo pacchetto di misure per mantenere e rafforzare l’efficacia dei sei pacchetti di sanzioni contro la Russia per l’aggressione all’Ucraina. Viene introdotto un nuovo divieto di importazione dell’oro russo, rafforzando i controlli sulle esportazioni di tecnologie avanzate. Rafforzerà poi gli obblighi di segnalazione per rendere più rigido il congelamento dei beni nell’Ue.

Si ribadisce che le sanzioni dell’Ue non mirano in alcun modo al commercio di prodotti agricoli tra paesi terzi e la Russia. “Il pacchetto di oggi riflette il nostro approccio coordinato con i partner internazionali, tra cui il G7” ha commentato l’alto rappresentante per la politica estera dell’Ue Josep Borrell, annunciando che proporrà al Consiglio “un elenco di più individui ed entità, con beni congelati e capacità di viaggiare ridotta”. “Le sanzioni dell’Ue – ha aggiunto – sono dure e incisive. Continuiamo a colpire chi è vicino a Putin e al Cremlino. (15 luglio)

Lo scontro Ue-Ungheria sulla legge anti-Lgbtqi arriva a Corte di giustizia

Bruxelles (ANSA) – La Commissione europea ha deciso di deferire l’Ungheria alla Corte di giustizia dell’Ue, contestando la legge sul ‘divieto di promozione dell’omosessualità’ ai minori, fortemente voluta dal premier Viktor Orban. Il provvedimento, approvato nel giugno dello scorso anno e definito “vergognoso” dalla presidente dell’Esecutivo Ue, Ursula von der Leyen, è stato sottoposto ad un referendum in aprile, risultato poi nullo per non aver raggiunto il quorum. La legge vieta di mostrare ai minori qualsiasi contenuto, nei media e nelle scuole, che ritragga o promuova l’omosessualità o il cambio di sesso.

Secondo la Commissione, il provvedimento viola le regole del mercato interno, i valori europei ed i diritti fondamentali degli individui, in particolare le persone Lgbtiq. Bruxelles, che ribadisce come la protezione dei bambini sia una priorità assoluta per l’Ue e gli Stati membri, ritiene, tuttavia, che la legge ungherese contenga disposizioni che “non sono giustificate sulla base della promozione di questo interesse fondamentale o sono sproporzionate a raggiungere l’obiettivo dichiarato”. (15 luglio)

Sì della Macedonia Nord alla proposta francese, pieno sostegno dall’Italia

Skopje – Roma (ANSA) – Il parlamento macedone ha approvato la proposta francese diretta a favorire l’apertura del negoziato per l’adesione della Macedonia del Nord alla Ue, superando lo stallo nella disputa storico-identitaria con la Bulgaria. I voti a favore sono stati 68 su 120, nessuno contrario. I deputati dell’opposizione conservatrice, contrari al documento, sono usciti dall’aula prima del voto.

Davanti al parlamento macedone, si sono svolte delle proteste dell’opposizione conservatrice e nazionalista, contraria al documento ritenuto ostile agli interessi del Paese e alla sua identità nazionale. I manifestanti hanno scandito slogan antigovernativi e lanciato carta igienica, uova e altri oggetti contro l’edificio del parlamento. ‘No alla bulgarizzazione’, ‘Non siamo un protettorato’, alcune delle scritte su cartelli e striscioni.

“Congratulazioni e un enorme ringraziamento ai deputati, che oggi hanno mostrato la loro capacità democratica, hanno sostenuto le conclusioni sulla proposta europea e hanno votato per il futuro europeo del Paese”, ha detto dopo il voto il premier macedone Dimitar Kovacevski, che il 19 luglio si recherà a Bruxelles in occasione della Conferenza intergovernativa per l’avvio dei negoziati di adesione all’Ue. Reazioni positive di analogo tenore sono giunte da Bruxelles.

L’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue Josep Borrell, ha parlato di “passo cruciale sul percorso Ue per l’Albania e la Macedonia del Nord, in tempi in cui dobbiamo essere uniti per far fronte a sfide comuni”. Pieno sostegno al processo di allargamento a Skopje è stato espresso dal governo italiano. “Accolgo con favore il voto di oggi del parlamento della Macedonia del Nord che apre la strada all’avvio del processo di adesione all’Ue. Il futuro della Macedonia del Nord è nell’Ue” ha scritto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un tweet, assicurando al collega Bujar Osmani che “potrà contare sul pieno sostegno dell’Italia”. (16 luglio)

Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.