Bruxelles (ANSA) – Una visita a sorpresa per dimostrare che non c’è fatica nel restare al fianco di Kiev e per rilanciare il sostegno “incrollabile” alla lotta “esistenziale” del popolo ucraino, consumato al fronte dal tempo che passa e dal timore che il nuovo conflitto in Medio Oriente sposti l’attenzione dell’Occidente, porti via gli aiuti e vanifichi il sangue versato negli ultimi ventuno mesi.
Ursula von der Leyen si presenta da Volodymyr Zelensky portando con sé una promessa che sarà resa esplicita nei prossimi giorni. La Commissione europea è pronta a “testimoniare gli ottimi progressi” compiuti da Kiev sulla strada che porta all’adesione all’Ue e raccomanderà ai Ventisette l’apertura dei negoziati entro la fine dell’anno. Il placet sarà contenuto, salvo sorprese, nel report annuale sull’allargamento che Bruxelles svelerà l’8 novembre.
Una scelta “storica” agli occhi del leader ucraino, che tuttavia dovrà essere accompagnata dalle riforme necessarie a mantenere la rotta dell’integrazione europea. Von der Leyen si dice “fiduciosa” sull’avvio dei colloqui di adesione: da quando, nel giugno 2022, l’Ucraina ha ricevuto lo status di candidata Ue, nella visione della numero uno di Palazzo Berlaymont, le riforme messe in campo – della giustizia alla lotta alla corruzione e al riciclaggio, dalla libertà dei media alla tutela delle minoranze – sono state “impressionanti”.
Previa raccomandazione positiva, a decidere saranno comunque i Paesi membri all’unanimità, con una luce verde che potrebbe arrivare al vertice Ue del 14 e 15 dicembre. L’attesa decisione politica, nelle parole di Zelensky, “avrà un ruolo fondamentale per la storia dell’intera Europa”, chiamata a confrontarsi con un allargamento – che tocca anche i Balcani occidentali, la Moldavia e la Georgia – che ne cambierà inevitabilmente gli assetti (4 novembre).
Gli ebrei europei oggi vivono ancora nella paura, l’Ue al fianco delle comunità ebraiche
Bruxelles (ANSA) – “Il picco di episodi di antisemitismo in tutta Europa ha raggiunto livelli straordinari negli ultimi giorni, ricordando alcuni dei periodi più bui della storia. Gli ebrei europei oggi vivono ancora nella paura”. Lo scrive la Commissione europea in una nota. “In questi tempi difficili l’Ue è al fianco delle sue comunità ebraiche. Condanniamo questi atti spregevoli nei termini più forti possibili. Vanno contro tutto ciò che l’Europa rappresenta”, evidenzia Bruxelles.
“Abbiamo assistito a una recrudescenza di episodi e retoriche antisemite nell’Unione europea e nel mondo”, osserva l’esecutivo comunitario, menzionando “le bottiglie molotov lanciate su una sinagoga in Germania, le stelle di David verniciate su edifici residenziali in Francia, un cimitero ebraico profanato in Austria, negozi e sinagoghe ebraiche attaccati in Spagna, i manifestanti scandivano slogan di odio contro gli ebrei”.
“Ebreo, musulmano, cristiano: nessuno dovrebbe vivere nella paura della discriminazione o della violenza a causa della propria religione o della propria identità”, sottolinea la Commissione europea, chiedendo di “contrastare l’aumento dell’antisemitismo e l’aumento dell’odio anti-musulmano a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane”.
“Disponiamo già di potenti strumenti per affrontare questi incidenti: il diritto dell’Ue criminalizza l’incitamento pubblico all’odio e alla violenza e definisce un approccio comune per contrastare l’incitamento all’odio razzista e xenofobo e i crimini generati dall’odio. Garantirne l’applicazione rigorosa è ora più imperativo che mai”, scrive ancora Bruxelles, indicando la necessità di continuare a “rafforzare le misure di sicurezza” anche “online” (5 novembre).
Alleanza dei Paesi Ue a favore del nucleare il 7 novembre a Bratislava
Bruxelles (ANSA) – I Paesi Ue a favore del nucleare torneranno a riunirsi martedì 7 novembre a Bratislava, a margine del Forum europeo sull’energia nucleare (Enef). Lo comunica il ministero della Transizione ecologica francese, alla guida dell’iniziativa. Alla riunione prenderà parte anche l’Italia in veste di osservatore, come accaduto negli scorsi incontri.
Il Forum europeo sull’energia nucleare, spiega il ministero francese, “sarà l’occasione per ricordare la centralità del nucleare per la decarbonizzazione e la sovranità dell’economia Ue” e dovrebbe aprire la strada a “una nuova coalizione industriale per i piccoli reattori modulari”. Creata a febbraio su volontà di Parigi, l’alleanza del nucleare si prefigge di “riunire tutti i Paesi d’Europa che vogliono appoggiarsi sull’energia nucleare, al fianco delle rinnovabili, per realizzare la loro transizione energetica”.
Dopo una serie di riunioni a Bruxelles, Stoccolma e Parigi, i Paesi membri dell’alleanza si ritroveranno nella capitale slovacca alla presenza anche della commissaria Ue all’Energia, Kadri Simson, per un nuovo dialogo volto a mettere a punto la strada maestra per il futuro dell’atomo. La riunione si terrà a margine di una due giorni di conferenze e convegni dell’intero settore (4 novembre).
Gentiloni, con un’intesa sul Patto è possibile transizione
Bruxelles (ANSA) – L’Europa non può più restare nel limbo sulle regole sui conti pubblici. Quello che serve è un accordo tra i governi nazionali per dare vita al nuovo Patto di stabilità e crescita. Soltanto dopo quell’intesa politica, che appare ancora lontana, “l’infinita creatività negli uffici di Bruxelles” potrà portare a “immaginare” un possibile “periodo transitorio” per adattarsi meglio alle nuove norme dopo tre anni passati senza vincoli.
L’apertura, a metà tra il monito e l’esortazione, arriva dal commissario europeo Paolo Gentiloni, che invita tutti i Paesi a fare uno scatto in avanti “nelle prossime settimane” per sbloccare una trattativa in stallo ormai da troppo tempo. La quadra per non tornare alla vecchia austerità andrà trovata entro la fine dell’anno. Il buon esito dei negoziati è decisivo “per tutti” anche perché, secondo il commissario, le regole attuali “non sono adeguate” e una loro imminente restaurazione – davanti all’Europa stravolta da guerre e pandemia – rischierebbe di soffocare crescita e investimenti.
Una eventualità che, dopo la proposta messa sul tavolo da Bruxelles nei mesi scorsi, ora soltanto i governi nazionali possono scongiurare. E i primi a poter avvicinare le posizioni sono i ministri delle Finanze, riuniti all’Eurogruppo e all’Ecofin l’8 e il 9 novembre. Soltanto una volta raggiunta un accordo di principio, nella prospettiva aperta da Gentiloni, si potrà pensare a un periodo di transizione (5 novembre).
Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.