Bruxelles (ANSA) – Il premier ungherese, Viktor Orban, frena sull’avvio dei negoziati di adesione dell’Ucraina all’Ue e sostiene di preferire un partenariato strategico della durata di 5-10 anni per avvicinare Kiev all’Unione. “L’adesione dell’Ucraina all’Ue non coincide con gli interessi nazionali dell’Ungheria. Si può prevedere che non ci sarà un accordo e allora l’unità europea andrà in frantumi” ha detto Orban, in un’intervista a Kossuth Rádió.
“L’unità può essere difesa evitando di mettere all’ordine del giorno le questioni su cui non c’è accordo” ha spiegato il premier suggerendo di stralciare dall’agenda del vertice dei leader europei del 14-15 dicembre la discussione sull’avvio dei negoziati all’Ue di Kiev, raccomandata dalla Commissione europea al Consiglio. L’Ungheria non porrà il veto all’adesione di Kiev all’Ue perché non è favorevole nemmeno a metterla in agenda, ha spiegato Orban.
Il Paese non può essere membro dell’Ue perché “non sappiamo nemmeno quanto sia grande il suo territorio e quante persone ci vivono”, né esistono “informazioni su quanti soldi riceverebbe l’Ucraina, da dove e da chi” ha sottolineato il premier, indicando come possibile compromesso la conclusione di un accordo di partenariato strategico con Kiev. Questo accordo, ha aggiunto, “potrebbe durare fino a 5-10 anni, in modo da avvicinarli visto che il divario ora è troppo ampio”.
Orban ha ribadito, inoltre, l’opposizione di Budapest alla revisione di bilancio proposta dalla Commissione, che prevede, tra le altre cose, 50 miliardi di euro destinati a Kiev, suggerendo la creazione di “un fondo finanziario separato, al di fuori del bilancio dell’Ue, basato su un accordo intergovernativo” con contributi degli Stati membri su base volontaria. “Ciascuno – ha spiegato – dovrebbe mettere i soldi che vuole per l’Ucraina” in questo fondo ad hoc (1 dicembre).
Salvini sfida l’Europa, ‘via gli abusivi da Bruxelles’
Firenze (ANSA) – La corsa per liberare Bruxelles “da chi la occupa abusivamente” è partita. E Matteo Salvini approfitta dell’abbraccio dei suoi alleati sovranisti europei, chiamati a raccolta a Firenze, per lanciare la sfida. All’Europa dei banchieri e della “burocrazia massonica”. Ai vertici europei incarnati da Ursula von der Leyer e Christine Lagarde. E ai suoi alleati in Italia, perché “sarebbe un errore fatale dividersi” proprio a Strasburgo al voto di giugno.
“L’anno prossimo per la prima volta nella storia delle istituzioni europee il centrodestra unito e determinato può liberare Bruxelles da chi la occupa abusivamente” ha detto il vice premier, intervenendo alla kermesse di Firenze organizzata dalla Lega, servita a coltivare i legami – dalla Francia al Portogallo, dall’Estonia alla Danimarca – in vista di un’alleanza nel prossimo Parlamento europeo con l’obiettivo di compattare l’intero arco di destra in un ideale asse con il Partito popolare di Manfred Weber e i Conservatori della premier Giorgia Meloni.
Pesano alcuni forfait eccellenti, anche se annunciati, come la leader francese del Rassemblement national, Marine Le Pen, e l’ultranazionalista Geert Wilders, fresco del trionfo elettorale nella sua Olanda. Entrambi mandano un videomessaggio. Pochi minuti per salutare l’amico e alleato e rispolverare vecchi cavalli di battaglia. Per Le Pen è la lotta ai migranti irregolari (“Per la signora Von Der Leyen l’immigrazione non è un problema, ma un progetto”), per Wilders la difesa dei valori nazionali, rivendicando la vittoria in patria come “un terremoto politico per i pesi massimi dell’Europa” (3 dicembre).
L’Ue potrebbe sbloccare fino a 10 miliardi di euro di fondi per l’Ungheria
Bruxelles (ANSA) – Nelle prossime settimane la Commissione europea si pronuncerà sullo sblocco di una parte dei fondi europei, fino a 10 miliardi di euro, destinati all’Ungheria. Lo riferiscono fonti europee, specificando che nessuna decisione imminente tuttavia, verrà presa in relazione al Pnrr ungherese. I negoziati proseguiranno nei prossimi giorni.
Il braccio di ferro tra Bruxelles e Budapest sullo sblocco dei fondi si sta intrecciando con due dei temi principali sul tavolo del vertice dei leader europei del 14-15 dicembre, il via libera all’avvio dei negoziati di adesione all’Ue dell’Ucraina e la revisione di bilancio proposta dalla Commissione, che include 50 miliardi di euro per Kiev. Dossier su cui l’Ungheria minaccia di porre il veto.
Complessivamente, l’Ue ha disposto il congelamento di circa 22 miliardi di euro di fondi di coesione per il periodo di programmazione 2021-2027 e di 5,8 miliardi di euro di fondi per la ripresa (aumentati a 10,4 miliardi di euro dopo la revisione approvata nei giorni scorsi dall’esecutivo comunitario) in risposta alle violazioni dello Stato di diritto contestate al governo di Viktor Orban (30 novembre).
L’Ue e il Mercosur negoziano, la firma dell’accordo è a rischio
Bruxelles (ANSA) – La firma sul travagliato accordo commerciale tra l’Ue e il Mercosur, attesa in tempo per il vertice dei leader sudamericani il 7 dicembre a Rio de Janeiro, è destinata a slittare ancora. L’Argentina, che detiene la presidenza di turno dell’organizzazione che coinvolge anche Brasile, Uruguay e Paraguay, secondo quanto riferito dalla Cnn Brasile, ha comunicato di non poter assumere nuovi impegni nei negoziati fino all’insediamento del neopresidente eletto Javier Milei.
“L’Ue e il Mercosur sono impegnati in discussioni intense e costruttive”, ha fatto sapere Bruxelles evidenziando che “negli ultimi mesi sono stati compiuti progressi sostanziali, con entrambe le parti impegnate a raggiungere un accordo che affronti efficacemente le preoccupazioni climatiche e promuova una transizione equa e verde per entrambe le parti, a beneficio dei nostri popoli”. I colloqui, ha indicato un portavoce Ue, “proseguiranno con uno spirito costruttivo con l’ambizione di concludersi il più rapidamente possibile”.
L’intesa è stata portata a termine nel 2019 ma dopo vent’anni di negoziati complessi non è stata ratificata a causa soprattutto dei timori europei sulle politiche ambientali. “Non sono favorevole a questo accordo perché non so come spiegarlo a un produttore di acciaio, a un agricoltore o a un produttore di cemento francese – ha affermato il presidente francese Emmanuel Macron a margine della Cop28 a Dubai -. E poiché non posso spiegarlo a casa, non lo difenderò nei vertici internazionali” (2 dicembre).
Questa raccolta è una selezione editoriale basata sulla copertura europea dell’ANSA. La responsabilità editoriale di questa pubblicazione è dell’ANSA. Viene pubblicata il lunedì e il giovedì.