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García ha esposto l’impostazione della Spagna nella riunione che i ministri della Salute dell’UE hanno tenuto oggi a Bruxelles, nella quale hanno approvato la loro posizione negoziale sulla legge sui medicinali essenziali che Bruxelles ha presentato a marzo e che deve ancora essere discussa con il Parlamento Europeo.

La proposta prevede una serie di incentivi – tra cui un allentamento degli aiuti di Stato – per aumentare la produzione di medicinali essenziali nell’Unione Europea e ridurre l’attuale dipendenza dall’Asia, con l’obiettivo di combattere la carenza di farmaci in un contesto di maggiore conflittualità globale.

«La nostra principale preoccupazione riguarda il modello di finanziamento. La Spagna difende una posizione chiara e strategica. Il finanziamento dell’autonomia europea deve essere fondamentalmente comunitario, non basarsi principalmente sugli aiuti di Stato», ha dichiarato la ministra spagnola.

In tal senso, ha assicurato che «le asimmetrie nella capacità finanziaria tra Stati membri genererebbero squilibri competitivi che compromettono l’equità sanitaria e la stessa competitività globale della nostra industria».

Progetti industriali strategici

La Commissione ritiene che le cause della carenza di medicinali essenziali siano diverse e complesse, ma segnala che il 50,6 % è dovuto a problemi di produzione e, per invertire la situazione, propone la possibilità di designare progetti industriali strategici che potenzino la produzione di farmaci e dei loro principi attivi nell’UE.

Una volta designati, Bruxelles vuole facilitare loro il finanziamento pubblico, sia con fondi europei che nazionali – attraverso gli aiuti di Stato – e accelerare e semplificare le autorizzazioni e le valutazioni ambientali dei nuovi impianti di produzione nel blocco comunitario.

García ha invece mostrato la sua soddisfazione per il fatto che i Ventisette abbiano scartato la proposta iniziale della Commissione di effettuare acquisti congiunti di medicinali essenziali e di obbligare i Paesi dell’UE ad acquistare una quantità minima di tali farmaci.

I governi dell’UE puntano sul fatto che Bruxelles possa effettuare acquisti congiunti solo se lo richiede un minimo di sei Paesi e sempre che lo faccia a nome degli Stati che lo richiedono.

«Valutiamo in modo particolare l’approccio rispetto ai meccanismi volontari di acquisti congiunti di medicinali che rispetta pienamente le competenze nazionali in questa materia», ha dichiarato la ministra della Salute spagnola.

García ha sottolineato che «in quanto Stato decentralizzato, la Spagna richiede flessibilità nell’attuazione dei programmi nazionali di sicurezza dell’approvvigionamento e nei criteri e principi di contrattazione per poterli adattare al nostro modello territoriale». EFE 2 dicembre 2025