La Commissione Europea ammette la possibilità che il prossimo anno il numero delle ricollocazioni sia inferiore a 30 mila all’anno – ha dichiarato il portavoce della KE Markus Lammert. Secondo lui il meccanismo di solidarietà inizierà a funzionare solo a metà del 2026.
In base alla cosiddetta quota annuale di solidarietà, nell’ambito del patto UE su asilo e migrazione, gli Stati membri avranno l’obbligo di ricollocare almeno 30 mila migranti all’anno. Tuttavia il meccanismo di solidarietà inizierà a funzionare solo dal 12 giugno 2026. Per questo una parte degli Stati membri sostiene che il numero delle ricollocazioni dovrebbe essere ridotto della metà, dal momento che le norme non saranno applicabili prima della seconda metà del 2026.
Il portavoce della KE ha dichiarato venerdì in un briefing stampa a Bruxelles che, per quanto riguarda le procedure, il Consiglio UE, cioè gli Stati membri, deve adottare una decisione di esecuzione che istituisca la quota di solidarietà. Lammert ha sottolineato che la proposta della Commissione relativa alla quota di solidarietà non è di carattere pubblico, perciò non può commentare né il numero di migranti in essa previsto, né l’entità delle ricollocazioni. Tuttavia, poiché il primo ciclo è particolare, dato che il patto si applica solo da metà anno, la Commissione è consapevole del fatto che gli Stati membri potrebbero voler ridurre il numero previsto di ricollocazioni.
– La proposta della Commissione relativa alla quota annuale di solidarietà riguarda l’intero anno, ma il periodo abbreviato di attuazione è un elemento che il Consiglio può prendere in considerazione nel processo che precede l’adozione della quota di solidarietà. Mantenendo ovviamente l’equilibrio tra solidarietà e responsabilità – ha dichiarato il portavoce.
Il meccanismo di solidarietà sarà anche oggetto di discussione dei ministri degli interni dell’UE lunedì a Bruxelles.
Il patto su asilo e migrazione prevede la scelta di una delle tre possibilità di esprimere solidarietà con i paesi che affrontano una pressione migratoria nell’UE. Si tratta di: accoglienza dei migranti, contributo finanziario o sostegno operativo. Gli Stati che affrontano una grave situazione migratoria possono chiedere un’esenzione parziale o totale dalla quota di solidarietà. La Commissione a novembre ha riconosciuto che questa soluzione riguarda sei Stati: Austria, Bulgaria, Croazia, Cechia, Estonia e Polonia.
Il governo polacco ha chiesto un’esenzione totale e la sua richiesta è stata valutata positivamente dalla Commissione Europea. La decisione finale relativa all’esclusione di una parte degli Stati dal meccanismo di solidarietà sarà presa dal Consiglio UE con voto a maggioranza qualificata. L’esclusione sarà valida per un anno. (05.12.2025)
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